Terremoto centro Italia: un punto a sei mesi dall’inizio dell’emergenza (versione inglese)
L’emergenza terremoto centro Italia inizia il 24 agosto 2016, con una scossa di magnitudo pari a 6.0, che interessa in particolare i comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Sono migliaia le persone coinvolte nell'evento che provoca 299 vittime, numerosi feriti e gravi danni sul territorio.
Lo scenario emergenziale, nel corso dei mesi si aggrava a causa di ulteriori forti scosse, il 26 ottobre (di magnitudo 5.4 e 5.9 in particolare nei comuni di Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci) e il 30 ottobre (con magnitudo 6.5 con epicentro tra Castelsantangelo, Norcia e Preci).
A seguire, durante le prime settimane di gennaio, gran parte delle aree del centro Italia, già colpite dal terremoto, vengono ulteriormente provate da un’ondata di maltempo.
Il 18 gennaio quattro nuove intense scosse (di magnitudo compresa tra 5.1 e 5.5 in provincia dell’Aquila con epicentro a Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno) si verificano tra il Lazio e l’Abruzzo. Poche ore dopo una slavina travolge e distrugge l’Hotel Rigopiano a pochi chilometri dal borgo di Farindola in provincia di Pescara. Gli eventi di gennaio causano in totale 34 vittime, di cui 29 nello scenario dell'Hotel Rigopiano.
Assicurare l’assistenza alla popolazione è stato tra i primi obiettivi della gestione emergenziale. Ad oggi sono oltre 11.700 le persone ospitate in strutture messe a disposizione dai Comuni (oltre 2.600) o alberghiere (poco più di 8.900). Decine di migliaia di persone hanno trovato autonomamente una sistemazione e usufruiscono del Cas-Contributo di Autonoma Sistemazione, misura introdotta subito dopo il terremoto del 24 agosto.
All’indomani del terremoto del 30 ottobre il numero delle persone che non hanno potuto far rientro nella propria casa cresce in modo considerevole: si passa dai 4.800 assistiti di inizio settembre, il picco massimo dopo il terremoto del 24 agosto, a più di 30.000 assistiti nelle prime settimane di novembre. Molti cittadini manifestano l'esigenza di non allontanarsi dal proprio territorio e visto l’approssimarsi dell’inverno e l’inadeguatezza dei campi attendati, si decide di allestire aree di accoglienza container che contemplano alloggi, aree sociali, in alcuni casi uffici, scuole e mense. I container si realizzano nei comuni marchigiani e umbri che esprimono questa esigenza, in particolare: in Umbria nei due Comuni di Cascia e Norcia i Sindaci concordano con i cittadini questa soluzione, lo stesso avviene nelle Marche, negli otto Comuni di Amandola, Camerino, Caldarola, Petriolo, Pieve Torina, San Ginesio, Tolentino e Visso.
Le aree container sono realizzate sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile, a fianco dei Comuni e delle Regioni, con il supporto degli uomini dell’Esercito per completare i lavori di urbanizzazione in alcune aree. Ad oggi sono 850 le persone che soggiornano nelle aree container che hanno, in realtà, una capienza di 1.296 posti. Le ultime quattro aree, a Norcia, che saranno consegnate a breve, potranno ospitare ulteriori 230 persone.
Prosegue anche il lavoro per garantire una sistemazione di medio periodo a coloro che, avendo la propria abitazione in zona rossa o inagibile, hanno fatto richiesta per avere una Sae-Soluzione abitativa in emergenza. Le Regioni, d’intesa con i Comuni, hanno il compito di individuare le aree disponibili e idonee e di verificare le esigenze e i fabbisogni dei cittadini per consentire loro di rimanere sui territori colpiti fino al completamento della ricostruzione.
Al momento le Sae ordinate alle ditte aggiudicatrici sono circa 1.500: 640 saranno destinati ai Comuni del Lazio, altrettanti nelle Marche e 190 in Umbria. In Umbria sono state consegnate lo scorso 19 febbraio le prime 18 soluzioni abitative realizzate nelle frazione di San Pellegrino di Norcia. Ad Amatrice sono in corso i lavori per ultimare le opere di urbanizzazione intorno alle 25 casette installate e già assegnate.
Le aree individuate per la realizzazione delle Sae sono poco più di 100 mentre i cantieri attualmente aperti sono 19: 15 nel Lazio (13 ad Amatrice e 2 ad Accumoli), 1 nelle Marche (a Pescara del Tronto ad Arquata) e 3 in Umbria, tutte a Norcia, dove i lavori sono in stato avanzato. Così come ad Amatrice dove le Sae sono già state installate su un’area, mentre i lavori sono in fase avanzata su due ulteriori aree.
Dal 24 agosto ad oggi, complessivamente sono stati realizzati 116.299 sopralluoghi su edifici pubblici e privati, di cui 48.904 con procedura Aedes/Gl-Aedes (Grandi Luci-Aedes) e 67.395 con procedura Fast.
Sono 2.203 gli edifici scolastici verificati (66% agibili, 6% inagibili, i restanti caratterizzati da esiti di parziale o temporanea inagibilità) e 1.793 gli altri edifici pubblici (45% agibili, 21% inagibili, le restanti caratterizzate da esiti di parziale o temporanea inagibilità) che hanno avuto un esito di agibilità. Su 44.908 edifici privati, il 46% è risultato agibile, il 5% non risultano danneggiati ma sono inagibili per rischio esterno, il 28% è stato dichiarato inagibile, i restanti edifici hanno avuto esiti di parziale o temporanea inagibilità.
Al 22 febbraio sono 67.395 i sopralluoghi degli edifici privati, realizzati con procedura Fast, introdotta dopo i terremoti di ottobre, dei quali 53.268, il 79%, hanno potuto ricevere un esito. Di questi ultimi il 57% è risultato agibile e il 40% non utilizzabile, mentre il 3% è risultato non utilizzabile per rischio esterno.
Sono poco più di 14.000 gli edifici nei quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere. Gli esiti variano profondamente da regione a regione.
A seguito al terremoto del 24 agosto la rete stradale è stata fortemente compromessa, a causa di crolli e frane, rendendo difficile, anche ai soccorritori, l’accesso ai centri abitati, in particolare ad Amatrice. I primi interventi di ripristino avevano comportato il miglioramento graduale dell’accessibilità alle principali aree interessate dal sisma. Con i successivi eventi del 26 e 30 ottobre, la situazione si è ulteriormente aggravata sia sulle strade per le quali erano stati previsti i piani di messa in sicurezza sia sugli altri territori che erano stati colpiti solo marginalmente dall’evento sismico del 24 agosto. In particolare, è risultata fortemente compromessa la rete viaria delle Province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno.
Per garantire un approccio omogeneo nella valutazione del danno e nell’individuazione di interventi di ripristino delle quattro Regioni interessate, con ordinanza n. 408 del 15 novembre è stato nominato come Soggetto Attuatore per il coordinamento degli interventi di messa in sicurezza e di ripristino della viabilità l’ing. Fulvio Soccodato di ANAS S.p.A..
La struttura del soggetto attuatore ha presentato al Dipartimento della Protezione Civile un primo piano stralcio di una porzione di rete stradale individuata come strategica, per ripristinare il sistema della mobilità dell’area colpita e per garantire le attività connesse con la gestione emergenziale. Il programma, che in questa prima fase si è concentrato sulle arterie principali strategiche, comprenderà, nei successivi stralci, anche interventi sul sistema viario secondario in gran parte sviluppato su strade comunali e sarà rivisto e aggiornato anche per gli ulteriori danni verificatisi a seguito degli eventi sismici del 18 gennaio e delle abbondanti nevicate.
Il programma individua, a seguito di 622 sopralluoghi, 574 criticità e 517 interventi necessari, per un totale complessivo dei costi di circa 389 milioni di euro.
A seguito del terremoto del 24 agosto diversi edifici scolastici sono stati danneggiati. Lo scenario si aggrava ulteriormente con le scosse di ottobre. Dei 2.203 sopralluoghi su edifici il 66% risulta agibile, il 6% inagibile, il restante è caratterizzato da esiti di parziale o temporanea inagibilità.
Grazie alla solidarietà di diverse organizzazioni – enti pubblici, società, gruppi bancari, imprese e associazioni – sono stati realizzati moduli scolastici dove gli studenti hanno, nella maggior parte dei casi, ripreso le lezioni. Con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile e del Miur-Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, tra novembre e dicembre, sono state realizzate sei strutture scolastiche precisamente a Cittareale (RI), Norcia (PG), Gualdo (MC), Acquasanta Terme (AP), Arquata del Tronto (AP) e Corridonia (MC). Le nuove scuole hanno accolto oltre 800 studenti.
Nel Comune di Acquaviva Picena, in provincia di Macerata, è in corso di realizzazione un nuovo modulo scolastico. Nell’attesa che sia avviato il piano per la ricostruzione e l’adeguamento sismico delle strutture scolastiche, sono in corso di valutazione nuove proposte per la realizzazione di moduli scolastici, mense, palestre e laboratori, ristrutturazioni di edifici, grazie a ulteriori donazioni.
A poche settimane dal 24 agosto il Dipartimento della Protezione Civile, insieme al Mibact-Ministero dei beni e delle attività culturali e alle Regioni, ha lavorato alla programmazione e alla realizzazione per il rilievo del danno, la messa in sicurezza dei beni immobili, il recupero dei beni di interesse storico e archeologico e la selezione degli elementi di pregio dalle macerie. L’attività si è intensificata a seguito degli eventi sismici di ottobre.
Sulla base delle segnalazioni ricevute dal territorio (3.680 dal 24 agosto al 10 gennaio) sono sono stati avviati diversi interventi. Per quanto riguarda i sopralluoghi da gennaio ad oggi sono stati esaminati circa 2300 edifici storici. Questi sopralluoghi sono in molti casi seconde verifiche di edifici (per lo più chiese) già visionati nei mesi precedenti, in quanto a seguito dei terremoti di ottobre è stato necessario valutare nuovamente i danni.
In totale sono oltre 3.700 (comprese le verifiche ripetute) i sopralluoghi, da agosto ad oggi, su edifici di interesse storico e architettonico. Dalle verifiche di agibilità condotte dal 10 gennaio ad oggi su 1935 edifici, circa il 22% risultano agibili, il 53% inagibili, il 25% parzialmente agibili o agibili con provvedimento.
Sono quasi 12.000 i beni culturali - come tele, statue, oggetti sacri - ai quali si aggiungono numerosi beni archivistici e librari, recuperati dalle squadre miste composte da Mibact, Vigili del Fuoco, Comando dei Carabinieri e volontariato di protezione civile. Mentre gli interventi di messa in sicurezza dei beni immobili di particolare pregio storico-artistico, realizzati, in corso o in fase di avvio, sono circa 400. Questi interventi sono svolti da Vigili del Fuoco, Mibact o affidate, dai Comuni o dalle Diocesi, a ditte private.
I dati sono aggiornati al 24 febbraio 2017
Le donazioni al numero solidale 45500 e i versamenti sul conto corrente bancario, attivato dal Dipartimento della Protezione Civile, confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite secondo le modalità previste dal Protocollo d’intesa, tra Dipartimento e gli operatori della comunicazione, per l’attivazione e la diffusione di numeri solidali.
Dal 31 dicembre al 14 febbraio è stato attivato, per la terza volta, il numero solidale 45500. La nuova raccolta fondi, a differenza delle precedenti, è stata destinata al progetto “Ricominciamo dalle scuole” per la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Al 14 febbraio, tramite il numero solidale 45500 riattivato il 31 dicembre, sono stati raccolti 3.473.710,00 euro.
La prima raccolta fondi, promossa in seguito al terremoto del 24 agosto e chiusa il 9 ottobre, ha permesso di raccogliere oltre 15 milioni di euro. Con la seconda attivazione del numero solidale, a seguito alle scosse del 26 e del 30 ottobre, sono stati raccolti, fino al 30 novembre, 4.415.294,00 euro.
Il Dipartimento della Protezione Civile ha aperto un conto corrente bancario, presso Monte dei Paschi di Siena, sul quale è ancora possibile donare, per raccogliere donazioni in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 e da quelli successivi del 26 e del 30 ottobre 2016. Al 23 febbraio, tramite bonifici su conto corrente intestato al Dipartimento, sono stati raccolti 8.820.701,56 euro.