notizia11 aprile 2014

A Salerno il debriefing dell'esercitazione Twist

Due giornate di confronto e analisi delle attività svolte e delle buone pratiche emerse

Si è tenuta oggi a Salerno la riunione plenaria del debriefing dell'esercitazione internazionale sul rischio maremoto che si è svolta in provincia di Salerno dal 24 al 27 ottobre 2013, nell'ambito del progetto Twist – Tidal Wave in Southern Thyrrenian Sea.

L'esercitazione - cofinanziata dall'Unione Europea - è stata organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile d'intesa con la Regione Campania, in collaborazione con Prefettura e Provincia di Salerno e il coinvolgimento della città capoluogo e degli altri comuni salernitani.

Alcuni dei protagonisti dell'esercitazione, dalle componenti alle strutture operative del Servizio Nazionale, dalle strutture locali di protezione civile alle organizzazioni di volontariato, si sono ritrovati a Salerno per confrontarsi e fare un'analisi delle attività svolte e delle buone pratiche emerse. Nell'ottica di raccogliere elementi utili, in termini di “lezioni apprese”, per migliorare la pianificazione “in tempo di pace”.

Il debriefing è l'ultimo step di un percorso avviato nei mesi scorsi con una serie di riunioni a livello locale. La prima giornata è stata dedicata agli incontri di settore, con i tavoli di lavoro dedicati alle diverse linee di attività. Quanto emerso dai vari incontri è stato quindi discusso nella riunione plenaria.

Ad aprire la giornata, con i ringraziamenti a tutti partecipanti, è stato Fabrizio Curcio, Direttore dell'Ufficio gestione delle emergenze del Dipartimento, con Italo Giulivo della Regione Campania e i rappresentanti di Prefettura, Provincia e Comune di Salerno. Sono state poi passate in rassegna le varie linee di attività “testate” durante l'esercitazione.

Roberto Amantea della Prefettura e Luca Caselli del Comune di Salerno hanno parlato dell'attivazione del sistema locale di protezione civile e dell'attività del Ccs – Centro coordinamento soccorsi, sottolineando la necessità di migliorare la sinergia tra le forze in campo e il flusso delle comunicazioni.

Marco Leonardi dell'Ufficio gestione delle emergenze del Dipartimento ha ripercorso le attività che hanno visto protagonista la componente sanitaria, dal coinvolgimento del sistema sanitario locale alle vere e proprie “simulazioni” di soccorso sanitario urgente e assistenza ai naufraghi, ai test sulle procedure di identificazione delle vittime.

Sulle attività di ricerca e soccorso subacquee, che hanno visto lavorare fianco a fianco squadre italiane ed europee, si sono soffermati Guglielmo Cassone dell'Ufficio gestione delle emergenze e Terry Trevisan della Marina Militare, sottolineando il buon coordinamento tra le forze in campo, provenienti da Paesi e mondi diversi.

Ha parlato di sinergia anche Roberto Giarola, dirigente del Servizio volontariato del Dipartimento, evidenziando le capacità di interazione e integrazione delle componenti volontaristiche e professionali. Così come è stato positivo il raccordo tra le organizzazioni nazionali e le associazioni locali di volontariato, impegnate anche in attività di informazione alla popolazione con la campagna di comunicazione “Io non rischio”.

Luigi Giudice, della Direzione Regionale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha affrontato il tema dell'accoglienza dei team internazionali, mentre Catello Pasinetti, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, ha ripercorso le fasi preparatorie e operative dello scenario dedicato ai beni culturali.

Di censimento danni e valutazione del rischio residuo hanno parlato Filomena Papa e Angelo Corazza dell'Ufficio rischio sismico e vulcanico del Dipartimento, con il supporto di Gerardo Lombardi dell'Ordine dei Geologi della Campania.

Paolo Vaccari, del Servizio relazioni internazionali del Dipartimento, ha affrontato il tema della valutazione ambientale, con la sperimentazione del manuale Feat – Flash Environmental Assestment Tool, una metodologia fornita dalle Nazioni Unite che permette anche a personale non specializzato – dopo una rapida formazione - di svolgere una prima analisi speditiva di valutazione ambientale in contesti emergenziali. La combinazione tra attività esercitative e formative - ha sottolineato Vaccari - è stata riconosciuta come una “buona pratica” sulla quale immaginare sviluppi futuri.

Altra esperienza positiva è stata quella del “progetto pilota”, come hanno spiegato Antonella Scalzo dell'Ufficio gestione delle emergenze, il sindaco di Centola e il vicensindaco di Camerota. Nonostante le difficoltà iniziali nell'elaborazione del progetto, ad oggi esiste un metodo speditivo da utilizzare come punto di riferimento nella pianificazione d'emergenza del rischio maremoto.

Infine, Stefania Sbroglia del Servizio relazioni internazionali, ha sintetizzato i risultati emersi dal lavoro degli osservatori nazionali e internazionali che hanno “giudicato” l'esercitazione attraverso un programma di valutazione elaborato dal Dipartimento sul modello di altre esperienze internazionali.