Glossario

In termini generali è la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico degli edifici e degli impianti, valutate sulla base della normativa vigente. In emergenza sismica, a seguito di un evento, il “giudizio di agibilità” emesso dai tecnici che operano durante l’emergenza, riguarda la possibilità di continuare ad utilizzare l'edificio, per le funzioni a cui era adibito, rimanendo ragionevolmente protetta la vita umana nel caso si verificasse una nuova scossa sismica di intensità paragonabile a quella già avvenuta. Per poter dare il giudizio di agibilità i tecnici effettuano il rilievo del danno. Il giudizio ha valore fino ad una scossa successiva che modifichi significativamente la resistenza dell'edificio o fino alla completa riparazione dell'edificio, dopo la quale un tecnico abilitato redigerà una perizia sulla definitiva agibilità dello stesso edificio.

E' il principale parametro descrittivo della pericolosità di base utilizzato per la definizione dell'azione sismica di riferimento per opere ordinarie (Classe II delle Norme Tecniche per le Costruzioni). Convenzionalmente, è l'accelerazione orizzontale massima su suolo rigido e pianeggiante, che ha una probabilità del 10% di essere superata in un intervallo di tempo di 50 anni. 

Documento emesso dal Centro Funzionale Decentrato se attivato ed autonomo nei riguardi delle previsioni meteorologiche, in caso di previsione di eventi avversi di riconosciuta rilevanza a scala regionale.

Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. Esse devono essere preventivamente individuate nella pianificazione di emergenza e possono essere di tre tipi:

- Aree di ammassamento soccorritori e risorse
- Aree di attesa della popolazione
- Aree di accoglienza o di ricovero della popolazione
 

Minerale anche chiamato Absesto, comune in natura per la sua resistenza al fuoco, al calore e all’azione di agenti chimici e biologici è stato utilizzato per diversi scopi (nelle industrie, nell’edilizia etc..). Dal 1992, in Italia è vietato l’uso dell'amianto: la sua potenziale pericolosità dipende dalla dispersione di particelle nell’ambiente che possono essere inalate e causare gravissime patologie per l’uomo.

Documento emesso dal Dipartimento della protezione civile nel caso di più Avvisi meteo regionali e/o di eventi meteorologici stimati di riconosciuta rilevanza a scala sovra regionale.
L’Avviso meteo nazionale è costituito quindi dall'integrazione degli Avvisi meteo regionali e dalle valutazioni effettuate dal Dipartimento stesso relativamente alle Regioni presso le quali il Centro Funzionale Decentrato non sia ancora stato attivato o non sia autonomo nei riguardi delle previsioni meteorologiche.

Documento emesso dal Centro Funzionale Decentrato (se attivato) o dal Centro Funzionale Centrale (in base al principio di sussidiarietà), in cui e' esposta una generale valutazione del manifestarsi e/o dell’evolversi di eventi con livelli di criticità almeno moderata o elevata. L’avviso riporta il tipo di rischio ed il livello di criticità atteso per almeno le successive 24 ore in ogni zona d’allerta. L' adozione dell'Avviso è di competenza del Presidente della Giunta Regionale o dal soggetto da lui a tal fine delegato sulla base della legislazione regionale in materia.

Documento emesso, se del caso, dal DPC o dalle Regioni per richiamare ulteriore e specifica attenzione su possibili eventi comunque segnalati nei Bollettini di vigilanza meteo e/o di criticità. Può riguardare eventi già previsti come particolarmente anomali o critici, o eventi che in modo non atteso, ma con tempi compatibili con le possibilità e l’efficacia delle attività di monitoraggio strumentale e di verifica degli effetti sul territorio, evolvono verso livelli di criticità superiore. 
Il  documento è reso disponibile al Servizio Nazionale della Protezione civile, affinchè, sulla base di procedure univocamente e autonomamente stabilite e adottate dalle Regioni, siano attivati i diversi livelli di allerta a cui corrispondono idonee misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.

Relativo all’uomo e alle sue attività. La parola deriva dal greco “Anthropos”, che vuol dire uomo.

Attività per verificare la prontezza e l’efficacia delle strutture operative e delle componenti di protezione civile, attraverso esercitazioni, per la verifica dei piani di protezione civile e, in generale, per la verifica operativa di procedure da attuare in emergenza (art. 6-11, L. 225/1992).

Sono luoghi, individuati in aree sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio e poste nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e fognarie, in cui vengono installati i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita. Dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni per consentirne l’allestimento e la gestione. Rientrano nella definizione di aree di accoglienza o di ricovero anche le strutture ricettive (hotel, residence, camping, etc.).

Sono i luoghi di prima accoglienza per la popolazione; possono essere utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio (frane, alluvioni, crollo di strutture attigue, etc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti. In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.

Luoghi, in zone sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio, dove dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. Tali aree dovranno essere facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri, anche con mezzi di grandi dimensioni, e ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed con possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza in emergenza di tali aree è compreso tra poche settimane e qualche mese.

Fenomeno legato a processi fermentativi con produzione di calore e di gas che, a contatto con l'ossigeno, possono provocare un vero e proprio incendio. L'autocombustione difficilmente si verifica nei boschi.

Disposizione ordinata, secondo precise geometrie, di sismometri o geofoni, i cui dati confluiscono in modo sincrono in un’unità centrale di acquisizione dati.

Metodo di indagine del sottosuolo basato sulla generazione artificiale di onde sismiche – es. massa battente, scoppi – e sulla misura dei tempi di arrivo delle onde ad una serie di ricevitori (geofoni) posti lungo uno stendimento lineare. Le onde utilizzate sono quelle che subiscono fenomeni di rifrazione lungo la superficie di passaggio tra mezzi di densità crescente con la profondità. Questo tipo di analisi è molto utile per definire lo spessore dei terreni “soffici” di copertura.

Metodo di indagine del sottosuolo basato sull’analisi del rumore sismico ambientale (microtremori), onde sismiche di piccola ampiezza provocate da sorgenti naturali o antropiche come le onde del mare, vento, traffico ecc. Le analisi consentono di determinare attraverso la misura della frequenza propria di vibrazione dei terreni, lo spessore dei terreni “soffici” di copertura, conoscendo la velocità di propagazione delle onde di taglio Vs, o la velocità di propagazione delle onde di taglio Vs , conoscendo lo spessore della copertura. In entrambi i casi la misura de microtremori consente di ricostruire il modello geologico del sottosuolo utile per gli studi di microzonazione sismica.

Modificazione in ampiezza, frequenza e durata dello scuotimento sismico dovuta alle specifiche condizioni litostratigrafiche e morfologiche di un sito. Si può quantificare mediante il rapporto tra il moto sismico in superficie al sito e quello che si osserverebbe per lo stesso evento sismico su un ipotetico affioramento di roccia rigida con morfologia orizzontale. se questo rapporto è maggiore di 1, si parla di amplificazione locale.

Repliche, scosse secondarie che seguono la scossa principale in una sequenza sismica. Il numero di scosse secondarie è in genere direttamente proporzionale alla grandezza della scossa principale. Le scosse sono caratterizzate da un’energia minore rispetto all’evento principale e gli ipocentri risultano concentrati in un ristretto volume crostale che circonda l’ipocentro dell’evento principale.

Ambiente in cui le caratteristiche naturali originarie, es. vegetazione o fauna, sono state alterate dalla presenza o dall’intervento dell’uomo.

Analisi che, a differenza delle prove di laboratorio, possono essere eseguite direttamente sul luogo di indagine, es. prove penetrometriche, prove geofisiche.

oghi di prima accoglienza per la popolazione; possono essere utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio (frane, alluvioni, crollo di strutture attigue, etc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti. In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.

Bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale per segnalare i fenomeni meteorologici significativi previsti per il giorno di emissione e per i successivi, su ogni zona di vigilanza meteorologica in cui è suddiviso il territorio italiano.

Il documento rappresenta i fenomeni meteorologici rilevanti ai fini di Protezione Civile e ne indica i quantitativi.

Bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale per segnalare la valutazione dei livelli di criticità idrogeologica e idraulica mediamente attesi, per il giorno di emissione e per il successivo, sulle zone di allerta in cui è suddiviso il territorio italiano.

Il documento rappresenta la valutazione del possibile verificarsi, o evolversi, di effetti al suolo (frane e alluvioni) dovuti a fenomeni meteorologici, sulla base di scenari di evento predefiniti. La previsione è quindi da intendersi in senso probabilistico, come grado di probabilità del verificarsi di predefiniti scenari di rischio in un’area non inferiore a qualche decina di chilometri.

 

Frammento piroclastico con dimensioni superiori a 64 mm emesso allo stato fluido o semifluido che solidifica durante il tragitto in aria o appena ricaduto a terra.

Insieme degli interventi che hanno l’obiettivo di eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti, o di ridurne le concentrazioni nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle Concentrazioni soglia di rischio - Csr.

Frammento di dimensioni superiori a 64 mm emesso allo stato solido, e derivante dal condotto dell'edificio vulcanico (di natura non magmatica).

Documento emesso quotidianamente dal Centro Funzionale Centrale o Decentrato, in cui è rappresentata una previsione degli eventi attesi, sia in termini di fenomeni meteorologici che in termini di valutazione dei possibili conseguenti effetti al suolo. 
La previsione è da intendersi in senso probabilistico, associata a livelli di incertezza significativa e che permane per alcune tipologie di fenomeni, ad es. temporali.

Il documento è reso disponibile al Servizio Nazionale della Protezione civile, affinché, sulla base di procedure univocamente ed autonomamente stabilite e adottate dalle Regioni, siano attivati i diversi livelli di allerta a cui corrispondono idonee misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.

Proprietà delle sostanze organiche e di alcune sostanze sintetiche di essere decomposte in natura da alcuni batteri. Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta.

Insieme di garanzie riconosciute ai volontari di protezione civile dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194 dell’8 febbraio 2001.

I volontari lavoratori hanno il diritto di assentarsi legittimamente dal posto di lavoro per attività autorizzate dal Dipartimento della Protezione Civile o dalle autorità territoriali di protezione civile che abbiano adottato propri strumenti regolamentari in attuazione dell'art. 15 del Dpr 194/2001, hanno diritto alla retribuzione nei giorni di assenza e alla conservazione del posto di lavoro.

Il datore di lavoro è tenuto a consentire lo svolgimento delle attività e ha il diritto di chiedere al Dipartimento della Protezione Civile o all'autorità territoriale, se previsto, secondo il percorso istruttorio di volta in volta indicato, il rimborso dei compensi versati al lavoratore.
 

Sequenza litostratigrafica caratterizzata da una velocità delle onde di taglio Vs maggiore o uguale a 800 m/s.

Roccia compatta, rigida, non alterata, in affioramento o alla base di rocce/terreni meno rigidi o di sedimenti sciolti. Termine usato comunemente dai geologi per riferirsi a qualsiasi roccia/terreno diagenizzata/consolidato che non ha subito i processi meteorici di alterazione e degrado o deformazioni tettoniche pervasive.

Struttura con cui il Dipartimento della Protezione Civile coordina l'attività di spegnimento degli incendi boschivi con la flotta aerea dello Stato sul territorio nazionale. Nel Coau confluiscono le richieste di intervento inoltrate dalle sale operative regionali. Il Coau è un servizio operativo dell'Ufficio IV - Gestione delle emergenze

Centro operativo del Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Gestione delle emergenze che opera ordinariamente e in emergenza all’interno di Sistema. Assicura il concorso alla gestione operativa delle crisi conseguenti ad eventi di inquinamento in mare e il supporto tecnico alle attività di bonifica e recupero di relitti in mare o piaggiati, in caso di dichiarazione di stato di emergenza. Inoltre provvede al monitoraggio delle attività di soccorso in caso di incidenti in mare e l’attivazione di unità navali impiegate per fini di protezione civile.

Organo centrale del Servizio nazionale della protezione civile che assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza, stabilendo gli interventi di tutte le amministrazioni ed enti interessati al soccorso.

Ai sensi dell’art. 6 della L. 225/92, sono Componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni e le comunità montane che, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive competenze, provvedono all’attuazione delle attività di protezione civile. Concorrono alle attività di protezione civile anche enti pubblici, istituti e gruppi di ricerca scientifica, ogni altra istituzione e organizzazione anche privata, e i cittadini, i gruppi associati di volontariato civile, gli ordini e i collegi professionali.

Massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile in emergenza a livello provinciale, composto dai responsabili di tutte le strutture operative che operano sul territorio. I Ccs individuano le strategie e gli interventi per superare l'emergenza anche attraverso il coordinamento dei Com - Centri operativi misti. Sono organizzati in funzioni di supporto.

Struttura operativa che coordina i servizi di emergenza a livello provinciale.
Il Com deve essere collocato in strutture antisismiche realizzate secondo le normative vigenti, non vulnerabili a qualsiasi tipo di rischio. Le strutture adibite a sede Com devono avere una superficie complessiva minima di 500 mq con una suddivisione interna che preveda almeno: una sala per le riunioni, una sala per le funzioni di supporto, una sala per il volontariato, una sala per le telecomunicazioni.
 

Centro operativo attivato dal Sindaco per la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione.

Rete di centri di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione dell’emergenza.
Ai fini delle funzioni e dei compiti valutativi, decisionali, e delle conseguenti assunzioni di responsabilità, la rete dei Centri Funzionali è costituita dai Centri Funzionali Regionali, o Decentrati e da un Centro Funzionale Statale o Centrale, presso il Dipartimento della protezione civile.

La rete dei Centri Funzionali opera secondo criteri, metodi, standard e procedure comuni ed è componente del Servizio nazionale della protezione civile. Il servizio svolto dalla rete, nell’ambito della gestione del sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico ed idraulico, si articola in due fasi: la fase di previsione circa la natura e l’intensità degli eventi meteorologici attesi, degli effetti che il manifestarsi di tali eventi potrebbe determinare sul territorio, nella valutazione del livello di criticità atteso nelle zone d’allerta e la fase di monitoraggio e sorveglianza del territorio.

Flusso di magma eruttato durante una fase di attività vulcanica effusiva.

Struttura che si occupa di affrontare le situazioni di crisi legate alla viabilità e di adottare, anche preventivamente, le strategie di intervento più opportune. È istituito presso il Ministero dell’Interno e ne fanno parte rappresentanti del Ministero dell’Interno - Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile e Dipartimento per gli affari interni e territoriali –, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Dipartimento della protezione civile, dell’Arma dei Carabinieri, dell’Anas, dell’Aiscat, Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, e delle Ferrovie dello Stato.

Centro operativo che viene attivato in alcune situazioni particolari. È competente per specifici settori di intervento in un’area territoriale ristretta.

Comando del Capo di Stato Maggiore della Difesa che concorre alla Pianificazione generale della Difesa, effettua la pianificazione operativa e dirige le operazioni ed esercitazioni interforze. Sviluppa le metodologie per la simulazione degli scenari strategici e operativi, analizza le attività e contribuisce all’elaborazione della dottrina Nato e di altre organizzazioni internazionali

Carta che individua le zone dove, sulla base delle caratteristiche litostratigrafiche e geomorfologiche, è possibile prevedere un comportamento omogeneo in caso di terremoto. Nella carta, le microzone sono distinte in:

a) zone stabili, in cui non si ipotizzano effetti locali significativi il moto sismico non viene modificato
b) zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, in cui sono attese amplificazioni del moto sismico
c) zone suscettibili di instabilità, in cui gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio. I principali tipi di instabilità sono:

- instabilità di versante
- liquefazioni
- faglie attive e capaci
- cedimenti differenziali
 

Centro di protezione civile attivato sul territorio colpito dall’emergenza per garantire la gestione coordinata degli interventi. Il centro deve essere collocato in area sicura rispetto alle diverse tipologie di rischio, in una struttura idonea dal punto di vista strutturale, funzionale e logistico. È strutturato in funzioni di supporto, secondo il Metodo Augustus, dove sono rappresentate tutte le amministrazioni, gli enti e i soggetti che concorrono alla gestione dell’emergenza. La catena classica di coordinamento, in un modello puramente teorico, prevede, dal livello locale a quallo nazionale l’attivazione dei seguenti Centri gerarchicamente sovraordinati: Coc - Centro operativo comunale, Com - Centro operativo misto, Ccs, - Centro coordinamento soccorsi, Dicomac - Direzione comando e controllo.

La carta di microzonazione sismica di livello 3 associa una quantificazione numerica dell’amplificazione del moto sismico alle zone, o a parti di esse, individuate nella Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (livello 1). Le quantificazioni numeriche consentono di realizzare le seguenti carte:

- carta delle zone stabili e delle zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, caratterizzate da fattori di amplificazione;
- carta delle zone di deformazione permanente, caratterizzate da parametri quantitativi.
La sovrapposizione di queste due carte costituisce la carta di microzonazione sismica di livello 3.
 

Miscela di piroclasti, gas e vapore, emessa durante un’eruzione esplosiva. Si innalza a grande velocità nell’atmosfera e può raggiungere altezze variabili in funzione dell’energia dell’eruzione e della forma e dimensione del condotto.

Nube più densa dell’aria costituita da frammenti di rocce e gas, caratterizzata da elevata temperatura e velocità. É generata dal collasso di una colonna eruttiva sostenuta o di un duomo, o da una esplosione laterale. Tendono a scorrere al suolo muovendosi per effetto della gravità, a incanalarsi in valli e colmare le depressioni, benché alcune abbiano energia sufficiente per superare barriere morfologiche anche elevate. La loro distribuzione areale è quindi condizionata dalla morfologia.

Ampia depressione di origine vulcanica, di forma sub circolare, di diametro generalmente superiore al chilometro. È caratterizzata da pareti sub verticali e risulta dal collasso di una parte più o meno cospicua del tetto di una camera magmatica superficiale che si è svuotata in seguito ad una grossa eruzione.

Struttura attraverso la quale il magma risale alla superficie.
 

Serbatoio in cui si accumula il magma, posto a qualche chilometro di profondità sotto il vulcano.

Sequenza di dispositivi, funzionali e/o strutturali, che consentono la gestione delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno limitato. Consiste nell'identificazione, delimitazione e coordinamento di vari settori di intervento per il salvataggio delle vittime, l'allestimento di una Noria di salvataggio tra il luogo dell'evento e il Pma e l'allestimento di una Noria di evacuazione tra il Pma e gli ospedali.

Identica alla Catena dei soccorsi, è più complessa per le dimensioni dell'evento o per alcune caratteristiche ambientali particolari. Abitualmente si differenzia per l'interposizione di uno o più Centri medici di evacuazione - Cme, lungo la Noria di evacuazione. Sinonimi o equivalenti funzionali dei Cme sono gli ospedali da campo, le navi ospedale, le Unità mobili medico chirurgiche.

Common Emergency Communication and Information Centre.

Sistema che ha il compito di facilitare le comunicazioni tra il Mic, Centro di Monitoraggio e Informazione, e le autorità nazionali. È una piattaforma in cui vengono raccolte le richieste dei Paesi colpiti da calamità e le relative offerte di assistenza dei Paesi membri che decidono di intervenire per fornire assistenza internazionale tramite il Meccanismo europeo di protezione civile.

Organo a carattere collegiale con funzioni consultive. È composta da un rappresentante per ciascuna organizzazione di volontariato di protezione civile di rilievo nazionale e iscritta nell’elenco nazionale del Dipartimento della Protezione Civile.
La Consulta è stata istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008 presso il Dipartimento della Protezione Civile.

Centro operativo che coordina gli interventi di emergenza in un ambito territoriale che generalmente comprende più comuni limitrofi o si riferisce al territorio di competenza della comunità montana. In molte realtà territoriali il Coi non si attiva solo in situazione di emergenza ma è operativo anche in ordinario e funge da punto di riferimento e di raccordo sul territorio per le attività di protezione civile.

È il contributo finanziario che può essere erogato in emergenza, con apposita ordinanza, ai cittadini che, costretti a lasciare le proprie abitazioni, provvedono autonomamente alla propria sistemazione alloggiativa.

Dispositivo strutturale di trattamento sanitario delle vittime che viene attivato in caso di catastrofi in un territorio particolarmente esteso. È localizzato lungo il percorso della Noria di evacuazione per permettere di stabilizzare il trattamento dei feriti ed ottimizzare, su più ampia scala, l'utilizzazione delle risorse di trasporto sanitario e quelle di cura definitiva. Ad uno stesso Cme possono afferire più Pma. È sinonimo di ospedale da campo.

Fertilizzante impiegato in agricoltura e nel giardinaggio, per conferire al terreno uno o più elementi nutritivi per le piante.

Detto anche terricciato o composta, è il risultato della decomposizione e dell'umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba sfalciata) da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari. È un prodotto ottenuto dal compostaggio della frazione organica dei rifiuti urbani, nel rispetto di apposite norme tecniche finalizzate a definirne contenuti e usi compatibili con la tutela ambientale e sanitaria e, in particolare, a definirne i gradi di qualità.

Il catrame fa parte della categoria nei materiali bituminosi, ed è un composto che deriva dalla distillazione secca del carbon fossile, in particolare del litantrace (il più importante carbone fossile). Si presenta come un liquido denso di colore nero o bruno.

È l’insieme omogeneo di squadre di soccorritori, mezzi, attrezzature e moduli specialistici, anche appartenenti a strutture diverse ma unitariamente coordinati, che intervengono in situazione di emergenza. La colonna mobile è progettata e realizzata in modo da garantire standard operativi strumentali e prestazionali omogenei per tutti gli interventi e per assicurare la necessaria continuità di azione per tutta la durata dell’evento calamitoso.

Polo logistico dove vengono stoccati e mantenuti in efficienza risorse da distribuire in caso di emergenza per il soccorso e l’assistenza alla popolazione (tende, impiantistica, effetti letterecci, generatori, etc.) e per l’operatività dei soccorritori (veicoli, idrovore, potabilizzatori,etc.).

Organismi che raggruppano più organizzazioni di volontariato che si riuniscono e si riconoscono in uno statuto comune. Possono creare una nuova organizzazione autonomamente iscritta nei registri regionali e/o nazionali, o possono rappresentare coordinamenti di fatto. Si propongono di rafforzare i rapporti fra le varie componenti del volontariato, mantengono i collegamenti e collaborano con le istituzioni.

Organi consultivi delle organizzazioni di volontariato di protezione civile di livello regionale. Sono istituite con provvedimento regionale e possono essere previste da leggi regionali. Le stesse funzioni consultive sono svolte, su base provinciale, dalle Consulte provinciali del volontariato.

Organismi che hanno la funzione di sostenere e qualificare l’attività delle organizzazioni di volontariato. Sono previsti dall’art. 15 della legge sul volontariato n. 266 del 1991 e sono istituiti attraverso gli enti locali. Sono finanziati con fondi speciali istituiti presso le regioni con risorse delle organizzazioni di volontariato. La gestione è affidata alle organizzazioni di volontariato, mentre la richiesta istitutiva può essere presentata da vari soggetti: enti locali, almeno cinque organizzazioni di volontariato, fondazioni di matrice bancaria e casse di risparmio.

Presenza di una sostanza radioattiva in alimenti, materiali, superfici, ambienti di vita o di lavoro o in un organismo umano.

Combustibile classificabile come Rdf di qualità normale, sulla base delle norme tecniche UNI 9903-1 e successive modifiche e integrazioni. È recuperato dai rifiuti urbani speciali non pericolosi, mediante trattamenti finalizzati a garantire un potere calorifico adeguato al suo utilizzo, nonché a ridurre e controllare: il rischio ambientale e sanitario; la presenza di materiale metallico, vetri, inerti, materiale putrescibile e il contenuto di umidità; la presenza di sostanze pericolose, in particolare ai fini della combustione.

Struttura tecnica istituita presso l'Ispra con dlgs. n. 230/1995,  attivata in caso di eventi di natura radiologica tali da comportare un’emergenza di carattere nazionale. Per la valutazione della situazione incidentale, dei livelli di radioattività ambientale e possibili conseguenze, opera a supporto del Dipartimento della protezione civile, anche ai fini del funzionamento del Comitato Operativo di protezione civile.

Struttura istituita nel 1992, con sede presso l’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato, per fornire il necessario supporto e coordinamento all'insieme delle attività operative svolte sul territorio nazionale dal Corpo forestale dello Stato. L’intera attività della Centrale Operativa si incentra sul numero 1515 di emergenza ambientale. Le chiamate pervenute, anche quelle alle Centrali operative regionali attengono principalmente all’avvistamento incendi boschivi, a segnalazione danni ambientali, protezione civile, pubblico soccorso e maltrattamento di animali.

Dal 2000 ciascun comune è tenuto a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nel quinquennio precedente, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato, e aggiornarlo annualmente a fronte di nuovi incendi.

L’elenco delle particelle catastali interessate dall’incendio e, pertanto, soggette alle limitazioni previsti dalla legge, deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni.
Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate e approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 dell’art. 10 della Legge 353/2000, solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.

Prova sismica eseguita realizzando due o più fori (di solito a pochi metri di distanza) in cui si installa una sorgente di impulsi verticali e uno o più ricevitori (geofoni). Note le distanze che le onde percorrono e misurati i tempi di primo arrivo e/o le ampiezze delle onde elastiche, si possono calcolare le velocità delle onde sismiche (Vs, Vp) e possono essere determinati i parametri elastici della roccia/terreno. A seconda del metodo applicato, si ottiene o un valore medio integrale per la zona studiata, o una tomografia sismica del terreno.

La classificazione sismica è la suddivisione del territorio in zone a diversa pericolosità sismica. Attualmente il territorio italiano è suddiviso in quattro zone, nelle quali devono essere applicate delle speciali norme tecniche con livelli di protezione crescenti per le costruzioni (norme antisismiche), massima in Zona 1, la zona più pericolosa, dove in passato si sono avuti danni gravissimi a causa di forti terremoti. Tutti i comuni italiani ricadono in una delle quattro zone sismiche.

Deformazioni permanenti di diversa entità dei terreni di fondazione sottoposti allo scuotimento sismico. Si manifestano nelle zone di contatto tra litologie con diverso comportamento meccanico, e possono determinare danni agli edifici costruiti su tali terreni.

Carta che riporta l’ubicazione e il tipo di indagini eseguite per caratterizzare il sottosuolo. Nell’ambito degli studi di micro zonazione sismica su tale carta sono riportati i sondaggi, le indagini geofisiche, le misure strumentali e ogni altra informazione utile alla caratterizzazione del territorio in prospettiva sismica.

Carta che riporta i limiti delle unità litologiche riconosciute nell’area di studio, distinte sulla base delle caratteristiche fisiche delle rocce e non della loro età, o associazione di fossili. La carta riporta anche gli elementi tettonici non attivi – faglie, pieghe, sovrascorrimenti – e geomorfologici.

Campioni di terreno, comunemente detti “carote”, prelevati in foro di sondaggio, opportunamente conservati in fustelle, e utilizzati per l’esecuzione di prove di laboratorio per la caratterizzazione fisica e meccanica dei terreni.

Sono le contabilità aperte, previa autorizzazione della Direzione generale del Tesoro, nelle Sezioni provinciali di Tesoreria nelle quali sono versati i fondi assegnati da Amministrazioni, Enti e organismi pubblici per assicurare una gestione separata di queste risorse.

La Colonna mobile regionale nasce da un progetto della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e prevede che tutte le Regioni e le Province autonome abbiano strutture funzionali modulari intercambiabili in grado di garantire standard operativi strumentali e di prestazione omogenei per tutti gli interventi e piena autosufficienza per l’intera durata dell’emergenza.

La Colonna mobile è costituita dall’insieme di uomini, attrezzature e procedure e nell’estensione più ampia di intervento si articola in:
 

  • moduli assistenza alla popolazione,
  • moduli produzione e distribuzione pasti,
  • moduli telecomunicazioni in emergenze,
  • modulo segreteria e comando,
  • modulo logistica per gli addetti ed i soccorsi,
  • modulo sanitario Pma - Posto medico avanzato
     

Deformazioni istantanee e permanenti della superficie terrestre causate dai terremoti: abbassamenti ed innalzamenti del terreno, rotture di pendio, scarpate di faglia.

Centro di coordinamento nazionale delle Componenti e Strutture Operative di protezione civile attivato sul territorio interessato dall’evento, se ritenuto necessario, dal Dipartimento della Protezione Civile in caso di emergenza nazionale.

Medico, o in sua assenza, infermiere incaricato di coordinare le operazioni di triage sulle vittime del Pma. Si rapporta al Direttore dei soccorsi sanitari.

Gruppo di sostanze chimiche molto tossiche e in genere altamente persistenti nell’ambiente e nei sistemi biologici. Il termine generico “diossina”, o “diossine”, è utilizzato comunemente per indicare una numerosa famiglia di sostanze chimiche che contengono cloro. Queste sostanze si caratterizzano per proprietà simili, tra cui difficoltà a biodegradarsi, lunga durata nell’ambiente, forte tendenza ad accumularsi negli organismi viventi.
È un potente cancerogeno. Le diossine presenti nell’organismo umano vi rimangono per diversi anni.
 

Struttura concettuale di elementi considerati allo scopo di minimizzare le vulnerabilità per prevenire o limitare l’impatto negativo delle calamità.
Per una efficace riduzione del rischio, è necessario che il processo di prevenzione coinvolga gli organi di Governo, la società civile, i media, le componenti scientifiche, i settori pubblico e privato.
 

Infermiere o operatore tecnico incaricato di gestire i mezzi di trasporto sanitario in funzione delle priorità che emergono durante le operazioni di triage. Si rapporta al Direttore del triage.

Insieme di risorse umane e materiali usate per la risposta all'evento.

Composti organici altamente tossici e cancerogeni per l’uomo.

Sistema tecnologico realizzato e attivato per eliminare le sostanze estranee o inquinanti, dai corpi liquidi e gassosi. Il processo prevede una serie di azioni programmate di carattere meccanico, fisico e biologico.

Deposito dei rifiuti nel luogo in cui sono stati prodotti e che ne precede la raccolta. Le condizioni da rispettare:

1. I rifiuti depositati non devono contenere policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorodibenzofenoli in quantità superiore a 2,5 ppm né policlorobifenile, policlorotrifenili in quantità superiore a 25 ppm;

2. Il quantitativo di rifiuti pericolosi depositato non deve superare 10 metri cubi, ovvero i rifiuti stessi devono essere asportati con cadenza almeno bimestrale;

3. Il quantitativo di rifiuti non pericolosi non deve superare 20 metri cubi, ovvero i rifiuti stessi devono essere asportati con cadenza trimestrale;

4. Il deposito temporaneo deve essere effettuato per tipi omogenei e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute;

5. Devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura dei rifiuti pericolosi;

6. Deve essere data notizia alla Provincia del deposito temporaneo di rifiuti pericolosi.
 

Prova sismica eseguita in foro di sondaggio in cui una fonte sismica è disposta in superficie in prossimità della bocca del foro e due o più ricevitori (geofoni) sono disposti a profondità stabilite all’interno del foro di sondaggio. I dati che si ottengono sono i tempi di percorrenza delle onde di taglio e di compressione dalla sorgente ai geofoni. Questo metodo è usato comunemente per determinare la velocità delle onde di taglio e di compressione al variare della profondità, consentendo di ricostruire la stratigrafia.

Dati sull’assetto sismico e tettonico di un territorio relativi alla sismicità – frequenza ed energia dei terremoti –e ai rapporti con le faglie.

Dati e informazioni necessari per la caratterizzazione litologica e geotecnica dei terreni e delle rocce acquisiti attraverso indagini geognostiche - sondaggi, prove di laboratorio.

Punto sulla superficie terrestre dove è più forte lo scuotimento provocato dal passaggio delle onde sismiche. L’epicentro si trova sulla verticale dell'ipocentro.

Attività addestrativa delle Componenti e Strutture Operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che, dato uno scenario simulato, verificano le proprie procedure di allertamento, di attivazione e di intervento nell’ambito del sistema di coordinamento e gestione dell’emergenza.  Le esercitazioni possono essere di livello internazionale, nazionale, regionale o locali e possono prevedere il coinvolgimento attivo della popolazione.
 

È il numero di unità (o "valore") di ognuno degli elementi a rischio presenti in una data area, come le vite umane o gli insediamenti.

Dal vulcano Stromboli, è un’eruzione caratterizzata da esplosioni di bassa energia che si susseguono ad intervalli variabili, da secondi a ore. I brandelli di magma, lanciati fino ad alcune centinaia di metri di altezza, cadono al suolo e formano un cono di scorie.

Fuoriuscita di magma attraverso una bocca eruttiva di un vulcano. L’eruzione può essere effusiva, se il magma fuoriesce allo stato fuso (prendendo il nome di “lava”), o esplosiva, se il magma viene frammentato in parti di dimensioni variabili (piroclasti). Le eruzioni sono classificate in base alla portata e al volume di magma emesso e al grado di esplosività.

Emissione violenta di magma frammentato per azione dei gas in esso contenuti e/o per effetto della vaporizzazione di acqua di origine esterna venuta a contatto con il magma.

Eruzione durante la quale il magma viene emesso sotto forma di colate di lava.
 

Eruzione esplosiva con fenomenologie simili a quelle dell'eruzione pliniana, ma di energia inferiore e conseguente ridotta distribuzione areale dei prodotti eruttati.

Da Plinio il Giovane che descrisse l’eruzione vesuviana del 79 d.C., è un’eruzione caratterizzata da esplosioni che producono colonne eruttive che si innalzano per decine di chilometri.
Dalla parte alta della colonna, meno densa e spinta dai venti in quota, cadono particelle che si depositano su non meno di 500 km². La parte più densa della colonna può collassare e generare flussi piroclastici.

Eccessiva crescita di piante acquatiche causata dalla presenza nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze nutritive come azoto, fosforo o zolfo, provenienti da fonti naturali o antropiche – fertilizzanti, detersivi, scarichi civili o industriali. In quest’ambiente proliferano alghe microscopiche che non sono smaltite dai consumatori primari, e per questo determinano una maggiore attività batterica. Aumenta così il consumo di ossigeno, che viene a mancare ai pesci e ne provoca la morte. L’eutrofizzazione è una causa di degrado dell'ambiente.

Inquinamento elettromagnetico provocato da radiazioni elettromagnetiche di emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti, reti per telefonia cellulare e dai telefoni cellulari.

Effetti dovuti al comportamento del terreno in caso di evento si smico per la presenza di particolari condizioni lito-stratigrafiche e morfologiche che determinano amplificazioni locali e fenomeni di instabilità del terreno (instabilità di versante, liquefazioni, faglie attive e capaci, cedimenti differenziali, ecc.).

Scarico di qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’ecosistema da impianti che possono causare inquinamento atmosferico.

Insieme degli organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro, e con l'ambiente che li circonda: ogni elemento entra in relazione con gli altri.

Fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture del territorio. La legge n. 225 del 1992 all’art. 2 individua tre tipi di eventi di protezione civile:

a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati con interventi di singoli enti e amministrazioni in via ordinaria;
b) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura ed estensione, comportano l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni in via ordinaria;
c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
 

European Commission Humanitarian Aid & Civil Protection

Struttura che è responsabile dell’aiuto umanitario e delle operazioni di assistenza dell'Unione europea. Il suo compito principale è fornire assistenza alle vittime di catastrofi, contribuire a salvare e proteggere vite umane, ridurre le sofferenze e tutelare l'integrità e la dignità delle persone coinvolte. L'intervento di emergenza può comprendere la fornitura di tende, coperte e altri generi di prima necessità, quali cibo, medicinali, attrezzature mediche, sistemi di depurazione dell'acqua e combustibili. Finanzia inoltre squadre mediche, esperti in sminamento e fornisce sostegno nel campo dei trasporti e della logistica.
 

Punto sulla superficie terrestre dove è più forte lo scuotimento provocato dal passaggio delle onde sismiche. L’epicentro si trova sulla verticale dell'ipocentro.

Il movimento delle placche litosferiche in cui è suddivisa la crosta terrestre, determina forti pressioni sulle rocce in profondità causandone la rottura lungo superfici di frattura chiamate faglie. Le rocce in prossimità dei piani di faglia (la superficie di scorrimento) risultano spesso intensamente frantumate a causa della frizione tra i blocchi di roccia in spostamento relativo. La faglia può essere:

- inversa, se il movimento dei blocchi di roccia a contatto lungo la superficie di rottura è compressivo - i blocchi si accavallano;
- normale o diretta, se il movimento dei blocchi è distensivo – i blocchi si allontanano;
- trascorrente, se il movimento dei blocchi è prevalentemente orizzontale – i blocchi scorrono uno di fianco all’altro.
 

Emissione naturale di miscele aeriformi a prevalenza di vapore d'acqua. La temperatura delle fumarole che emettono vapore secco può raggiungere valori di diverse centinaia di gradi (°C). La temperatura delle fumarole a vapore saturo è invece prossima alla temperatura di ebollizione dell'acqua.

Nel caso del rischio vulcanico, indicano l’insieme dei fenomeni connessi alle variazioni fisico-chimiche di un sistema vulcanico che precedono un’eruzione. La misura nel tempo dei parametri relativi a queste variazioni consente di effettuare una previsione a breve termine delle eruzioni vulcaniche.

Struttura che guida il magma verso la superficie. La frattura può essere il risultato della pressione del magma, oppure una struttura preesistente riattivata. L'attività vulcanica può essere distribuita uniformemente lungo tutta la frattura o, più frequentemente, concentrarsi in determinati punti dando luogo ad allineamenti di edifici vulcanici, tipicamente coni di scorie.

Costituiscono la struttura organizzativa di base dei centri operativi e rappresentano i diversi settori di attività della gestione dell’emergenza. Ciascuna Funzione è costituita da rappresentanti delle strutture che concorrono, con professionalità e risorse, per lo specifico settore ed è affidata al coordinamento di un responsabile. Le funzioni di supporto vengono attivate, negli eventi emergenziali, in maniera flessibile, in relazione alle esigenze contingenti e in base alla pianificazione di emergenza.

Nube più densa dell’aria, costituita da frammenti piroclastici e gas, e caratterizzata da elevata temperatura e velocità. Molte sono generate dal collasso di una colonna eruttiva.
I flussi piroclastici tendono a scorrere al suolo muovendosi per effetto della gravità e la loro distribuzione areale è condizionata dalla morfologia. I flussi si incanalano in valli e colmano depressioni, benché alcuni abbiano energia sufficiente per superare barriere morfologiche.
Quando la concentrazione dei frammenti piroclastici nella miscela solido/gas è bassa, il flusso viene chiamato surge piroclastico.

Mezzi tecnici utilizzati in agricoltura e nel giardinaggio, che permettono di creare, ricostituire, conservare o aumentare la fertilità del terreno. A seconda delle proprietà, i fertilizzanti si distinguono in:

Concimi: arricchiscono il terreno in uno o più elementi nutritivi.
Ammendanti: migliorano le proprietà fisiche del terreno modificandone la struttura e/o la tessitura
Correttivi: modificano la reazione dei terreni anomali spostando il pH verso la neutralità.
 

Federal Emergency Management Agency

Struttura che fa parte dell’US Department of Homeland Security, Dhs – Dipartimento della Sicurezza nazionale degli Stati Uniti dal 2003. Ha il compito di coordinare le attività del Governo per prevenire, mitigare, contrastare gli effetti delle calamità, sia naturali che causate dall’uomo, compresi gli atti di terrorismo e proteggere, dare soccorso e mettere in sicurezza la popolazione.

Fenomeni che si manifestano a seguito di un terremoto. Fenomeni diretti sono le deformazioni permanenti della superficie topografica; fenomeni indiretti dovuti allo scuotimento e all'entità dello spostamento sul piano di faglia sono: frane, spaccature e liquefazioni del terreno, variazioni di portata delle sorgenti, generazione di onde di maremoto.

Parametro numerico che descrive l’amplificazione del moto sismico in un dato punto rispetto a quello misurato in un sito di riferimento (bedrock), rappresentato da un terreno rigido (roccia) e pianeggiante. Le amplificazioni possono essere legate alle caratteristiche litologiche e morfologiche dell’area che si sta valutando. Il fattore di amplificazione può essere espresso in termini di accelerazioni (Fa) e/o in termini di velocità, con sigla (Fv).

Faglia attiva ritenuta in grado di produrre fagliazione in superficie cioè la dislocazione istantanea – cosismica – verticale e/o orizzontale dei terreni lungo uno o più piani di taglio.

Faglia che presenta evidenze di scorrimento relativo tra due volumi di roccia/terreno avvenuto nel corso degli ultimi 40.000 anni, per cui si presume che lo scorrimento possa ancora verificarsi.

Metodo per la stima 3D della posizione di punti, basato sulla ricezione di segnali inviati da una costellazione di satelliti artificiali USA.

Costituito presso il Dipartimento della protezione civile, che ne assume il coordinamento, è composto da un rappresentante rispettivamente del Settore meteo del Centro Funzionale Centrale, del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e di ciascuna delle Regioni i cui servizi meteorologici, o aree di previsione meteorologica dei rispettivi Centri Funzionali, sono stati selezionati in ragione dei livelli di competenza, esperienza, capacità operative e strumentali espresse.

Il Gruppo Tecnico predispone e comunica formalmente al Capo Dipartimento della protezione civile entro le ore 12:00 di ogni giorno, sentiti i Centri Funzionali ai quali sia stata riconosciuta la possibilità di emettere Avvisi, le previsioni meteorologiche a scala sinottica ai fini della protezione civile, per le successive 24, 48 e 72 ore.
  

Raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la loro chiusura.

Evento di particolare complessità organizzativa sotto il profilo della sicurezza, dell’ordine pubblico, della mobilità, dell’accoglienza e dell’assistenza sanitaria, che richiede l’adozione di misure di carattere straordinario e urgente, per assicurare un regolare svolgimento dell’evento. La legge n. 401 del 9 novembre 2001 estende al “grande evento” le disposizioni della legge n. 225 del 24 febbraio 1992 sulla dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare sull’uso delle ordinanze a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Organizzazione istituita con deliberazione dell’amministrazione comunale, che raggruppa volontari di protezione civile alle dipendenze del Sindaco o di un suo delegato.

Disciplina delle Scienze della Terra che ha per oggetto lo studio delle forme della crosta terrestre, e dei fenomeni che le modificano.

Volume di roccia in profondità dove ha origine il terremoto, e dal quale le onde sismiche si propagano in tutte le direzioni.

Incendio che interessa le aree di interconnessione tra la struttura antropizzata e le aree naturali.

Evento non intenzionale che riguarda impianti o altre attività che interessano sostanze radioattive. È dovuto a cause di diversa natura come errori operativi o rotture di apparecchiature; le conseguenze o potenziali conseguenze non sono trascurabili dal punto di vista della sicurezza e della radioprotezione.

Ines - International Nuclear Event Scale o scala internazionale degli eventi nucleari è uno strumento che ha lo scopo di rendere immediatamente percepibile al pubblico la gravità degli incidenti di tipo nucleare. Gli eventi nucleari o radiologici sono classificati in sette livelli: incidente molto grave, incidente grave, incidente con possibili conseguenze all’esterno dell’impianto, incidente senza possibili conseguenze significative all’esterno dell’impianto, guasto grave, guasto e anomalia.

Istituto che sostituisce e svolge le funzioni dell’Apat, Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica e dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. È vigilato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. È stato istituito con la legge n. 133 del 6 agosto 2008.

Alterazione dell'ambiente, di origine antropica o naturale, che produce disagi o danni permanenti per la vita di una zona e che non è in equilibrio con i cicli naturali esistenti.

Misura, mediante la scala Mercalli Cancani Sieberg, degli effetti del terremoto sull’uomo, sugli edifici presenti nell’area colpita dal sisma e sull’ambiente. Contrariamente a quanto avviene con la Scala Richter, il valore preciso dell’intensità è attribuibile solo dopo l’osservazione dei danni prodotti dal terremoto.

Vasta classe di composti chimici formati da carbonio e idrogeno molti dei quali gassosi, liquidi o solidi, sono i principali costituenti del greggio e del gas naturale, oltre che di varie sostanze naturali (resine artificiali, caucciù, ecc.). Per la loro diversa struttura hanno proprietà fisiche e chimiche diverse, e possono essere utilizzati in diversi ambiti. La loro caratteristica fondamentale è quella di produrre energia termica per ossidazione rapida (bruciano). Forniscono inoltre la materia prima indispensabile all’industria chimica moderna, e per questo detta petrolchimica.

Sistema, risorsa, processo, assetto, anche virtuale, la cui distruzione, interruzione o anche parziale o momentanea indisponibilità ha l’effetto di indebolire in maniera significativa l'efficienza e il funzionamento normale di un Paese, ma anche la sicurezza e il sistema economico-finanziario e sociale, compresi gli apparati della Pubblica Amministrazione centrale e locale.

Impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri. Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica. Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori.

Vedi Analisi di rumore.

Metodo di indagine sismica che prevede la generazione di onde di superficie da una sorgente a impulso, chiamata martello, o da una sorgente vibratoria allineata con i ricevitori equidistanti, in genere 24 con interasse 1 metro, e progressivamente allontanata. La prova Masw consente di determinare un profilo della velocità di propagazione delle onde di superficie di Rayleigh (Vr) in profondità e di ricostruire la stratigrafia.

Metodo di indagine del sottosuolo basato sulla misura delle variazioni di resistività elettrica degli strati di terreno in profondità. La resistività del terreno, ossia la resistenza che il terreno oppone al passaggio della corrente elettrica, immessa nel terreno e misurata ad intervalli regolari in superficie lungo uno stendimento lineare, dipende dal contenuto d’acqua: minore la presenza d’acqua, maggiore la resistività. Poiché il contenuto in acqua è funzione delle caratteristiche litologiche del terreno, attraverso le misure di resistività è possibile ricostruire la successione dei terreni in profondità.

Frammenti piroclastici di dimensioni comprese tra 2 mm e 64 mm emessi durante l’attività esplosiva.

Magma totalmente o parzialmente fuso che, giunto in superficie in seguito a un’eruzione effusiva o moderatamente esplosiva. Il termine lava è esteso anche alle rocce derivate dalla solidificazione del magma eruttato.

Scala articolata su 3 livelli che definisce, in relazione ad ogni tipologia di rischio, uno scenario di evento che si può verificare in un ambito territoriale.
Per il rischio idrogeologico e idraulico sono definiti i livelli di criticità ordinaria, moderata ed elevata.
La valutazione dei livelli di criticità è di competenza del Centro Funzionale Decentrato, se attivato, o del Centro Funzionale Centrale, in base al principio di sussidiarietà.

Scala di allertamento del servizio nazionale della protezione civile in caso di evento atteso o in corso, che dispone l’attivazione della fase di prevenzione del rischio, e/o delle diverse fasi della gestione dell’emergenza.
La relazione tra i livelli di criticità valutati dal Centro Funzionale e i diversi livelli di allerta è stabilita, univocamente ed autonomamente, dalle Regioni, ed è adottata in apposite procedure.
La dichiarazione e l’adozione dei livelli di allertamento del sistema di protezione civile sono sempre e comunque nella responsabilità delle strutture locali competenti (comune, provincia e regione) come definite dall’art. 108 del D.lgs.112/98. 
 

Reflui organici con elevato contenuto di acqua.

Involucro esterno e sottile, mediamente 70 km di spessore, del pianeta Terra, che comprende la crosta terrestre e la porzione più superficiale del mantello superiore.

Branca della geologia che ha per oggetto lo studio delle forme della crosta terrestre e dei fenomeni che la modificano.

Descrizione di una successione geometrica di rocce, nella quale si distinguono degli intervalli differenti tra loro solo per la natura delle rocce che li formano, a prescindere dalla presenza di associazioni fossilifere (base della biostratigrafia) o dall’età delle rocce (base della cronostratigrafia).

Fenomeno per cui, in conseguenza dell’applicazione di azioni dinamiche quali le azioni sismiche agenti in condizioni non drenate, un terreno perde la propria resistenza al taglio. La causa sta nell’incremento delle pressioni interstiziali che segue alla sollecitazione dinamica: l’incremento, sommato al valore iniziale della pressione interstiziale, arriva a uguagliare il valore delle tensioni normali applicate determinando l’annullamento delle tensioni efficaci e dunque della resistenza. Sono particolarmente suscettibili di liquefazione dinamica i depositi superficiali di terreni granulari sciolti sotto falda.

Descrizione della successione geometrica delle rocce in profondità, distinte sulla base della loro natura – alluvioni, depositi lacustri, depositi vulcanici, calcari, ecc. – , a prescindere dalla presenza di associazioni fossilifere, base della biostratigrafia, o dall’età delle rocce, base della cronostratigrafia.

I moduli di protezione civile europei sono composti da risorse umane e materiali messe a disposizione, su base volontaria, dagli Stati membri dell'Unione.
Compongono la capacità di risposta rapida di protezione civile, richiesta dal Consiglio Europeo e dal Parlamento dopo il disastro dello tsunami nel sud est asiatico. I moduli attualmente sono 17 e riguardano: purificazione e pompaggio acqua; lotta Aib, Antincendio boschivo, con aerei ed elicotteri; squadre Usar, urban search and rescue, anche in caso di rischio Nbcr, Nucleare biologico chimico radiologico; assistenza medica e evacuazione medica; ospedali da campo; campi; rilevamento e campionamento Nbcr.

Monitoring Information Centre- attuale Emergency Response and Coordination Centre

Centro attivo 24 ore su 24 che rappresenta la componente operativa del Meccanismo Comunitario di Protezione Civile ed è collocato all’interno dell’Unità di Protezione Civile nella Direzione Generale per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile. Fornisce ai Paesi l’accesso ad una piattaforma comunitaria di protezione civile, in cui vengono raccolte le richieste dei Paesi dell’Unione europea o extra europei colpiti da calamità e le offerte d’aiuto da parte dei Paesi Membri.
 

Osservazione costante di un evento che si è già verificato o che potrebbe verificarsi. Si distingue in:

- Monitoraggio ambientale: controllo svolto attraverso la rilevazione e la misurazione nel tempo di determinati parametri bio-chimico-fisici, che caratterizzano l’ambiente;
- Monitoraggio strumentale: controllo svolto attraverso la rilevazione e la misurazione nel tempo di determinati parametri chimico-fisici-meccanici, attraverso l’uso di macchinari ricevitori registratori, es. sismografi.
 

Sostanza naturale ad alta temperatura che costituisce un sistema eterogeneo con una prevalente fase liquida, una fase solida minerale e una fase gassosa, in quantità variabili. Il magma si forma quando nel mantello terrestre o nella crosta si verificano condizioni di temperatura e pressione dei fluidi tali da determinare la fusione parziale delle rocce. Quando un magma raggiunge la superficie terrestre viene chiamato lava.

Il Meccanismo europeo di protezione civile (European Union Civil Protection Mechanism) è uno strumento dell’Unione Europea nato per facilitare la cooperazione negli interventi di assistenza di protezione civile nel caso si verifichino delle emergenze che richiedono azioni di risposta rapida. Viene attivato per le emergenze, o le situazioni di crisi, che si verificano su un territorio interno o esterno all’Unione, attraverso la condivisione delle risorse di tutti gli Stati membri. Tutte le iniziative sono basate sul principio di sussidiarietà, in base al quale le azioni dell’Unione devono essere sempre intraprese in coordinamento e su richiesta dello Stato colpito. Il Meccanismo è gestito dalla DG ECHO della Commissione Europea e le emergenze sono affrontate con moduli di protezione civile europei.  

Organizzazione della risposta all’emergenza da parte del sistema di protezione civile ai diversi livelli di responsabilità, anche attraverso la pianificazione e l’attivazione dei centri operativi sul territorio.

Struttura composta da uomini e mezzi con una specifica funzione, che può essere attivata per la costituzione del Dispositivo di intervento.

Individuazione preventiva sui territori oggetto di pianificazione di emergenza dei centri operativi e delle aree di emergenza.

E’ uno strumento semplice e flessibile di indirizzo per la pianificazione di emergenza ai diversi livelli territoriali di competenza. La denominazione deriva dall’idea dell’imperatore Ottaviano Augusto che “il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose”.

Insieme degli interventi che hanno lo scopo di isolare in modo definitivo le fonti di rischio, e garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente.

Controllo svolto mediante una rete geodetica che ha il compito di monitorare le deformazioni tettoniche (cioè della crosta terrestre) i movimenti e le deformazioni del suolo associate ai più intensi eventi sismici. Il monitoraggio favorisce, inoltre, lo sviluppo delle conoscenze dei processi tettonici responsabili dell'attività sismica.

Suddivisione di un territorio a scala comunale in aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta sismica locale, prendendo in considerazione le condizioni geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche in grado di produrre fenomeni di amplificazione del segnale sismico e/o deformazioni permanenti del suolo (frane, liquefazioni, cedimenti e assestamenti).

Onde sismiche di piccola ampiezza, originate da sorgenti locali superficiali naturali o antropiche come onde del mare, vento, piccoli movimenti terrestri, traffico ecc. Il contributo delle sorgenti profonde è trascurabile. (vedi anche analisi di rumore).

Scossa più forte nell’ambito di un periodo sismico, o sequenza.

Branca della sismologia che studia gli effetti dei terremoti sul territorio, in particolare sul contesto antropico: centri urbani, singoli edifici e persone. La raccolta di informazioni avviene sia mediante rilievi macrosismici “diretti“ sia attraverso strumenti “indiretti” come telefonate, invio di appositi questionari alle autorità e alle popolazioni delle zone interessate, ecc. Le informazioni sono tradotte in un’“osservazione macrosismica” che consente di attribuire un valore di intensità della scala macrosismica MCS (Mercalli Cancani Sieberg) alle località rilevate.

Interventi mirati a ridurre il rischio in un determinato ambiente attuati tempestivamente in caso di emergenza, anche in via provvisoria, con la finalità primaria di salvaguardia della vita umana.

Misura dell’energia liberata da un terremoto all’ipocentro. È calcolata a partire dall’ampiezza delle onde sismiche registrate dal sismografo, ed è riportata su una scala di valori logaritmica delle energie registrate, detta Scala Richter. Ciascun punto di magnitudo corrisponde ad un incremento di energia di circa 30 volte: l’energia sviluppata da un terremoto di Magnitudo 6 è circa 30 volte maggiore di quella prodotta da uno di Magnitudo 5, e circa 1000 volte maggiore di quella prodotta da un terremoto di Magnitudo 4.

Insieme delle operazioni del personale tecnico, anche sanitario, per il trasporto di feriti dal luogo dell’evento al Pma e viceversa.

Spostamenti delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal Pma agli ospedali, e viceversa, per il ricovero ospedaliero delle vittime.

Massa d'aria che contiene sostanze tossiche.

Sostanze nucleari, biologiche, chimiche o radiologiche in grado di provocare gravi danni a persone, animali o cose, e di diffondere il contagio. Questo tipo di sostanze può essere disperso in seguito a incidenti industriali, incidenti stradali, errata manipolazione da parte dell’uomo, impiego a scopo terroristico, o in seguito a terremoti, alluvioni e altri fenomeni naturali.

Norme tecniche “obbligatorie” che devono essere applicate nei territori classificati sismici quando si voglia realizzare una nuova costruzione o quando si voglia migliorare una costruzione già esistente. Costruire rispettando le norme antisismiche significa garantire la protezione dell’edificio dagli effetti del terremoto: in caso di terremoto, infatti, un edificio antisismico potrà subire danni ma non crollerà, salvaguardando la vita dei suoi abitanti.

Dispositivo di intervento composto da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime di una catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso e il trattamento definitivo. È una struttura adibita a interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensiva protratta per più ore e degenza di osservazione clinica.

Le ondate di calore sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, caratterizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o settimane.

Office for the Coordination of Humanitarian Affairs

Dipartimento delle Nazioni Unite che ha lo scopo di mobilitare e coordinare le missioni umanitarie insieme ad altre organizzazioni locali e internazionali. Ha anche l’obiettivo di assistere le popolazioni colpite da disastri ed emergenze di vario genere, promuovere attività di pianificazione, prevenzione e risposta, difendere i diritti umani.
 

Organismo liberamente costituito e senza fini di lucro che svolge o promuove attività di previsione, prevenzione e soccorso per eventi di protezione civile. Si avvalgono prevalentemente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, curandone anche le attività di formazione e addestramento. L’organizzazione è iscritta negli elenchi regionali, ed eventualmente nell’elenco nazionale del Dipartimento della Protezione Civile.

Rete nazionale del Dipartimento della Protezione civile dedicata al monitoraggio permanente della risposta sismica di strutture civili nelle zone ad elevato rischio sismico. In occasione di un terremoto, la Rete fornisce al Dipartimento dati sul comportamento dinamico delle costruzioni monitorate, e permette di stimare in remoto il grado di danneggiamento in tempo quasi reale. Ha il duplice scopo di monitorare le strutture d’interesse del Dipartimento per la gestione dell’emergenza sismica, e di fornire dati per la realizzazione dei modelli interpretativi e predittivi del comportamento sismico delle strutture.

Attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad un evento calamitoso e comprendono gli interventi strutturali e non strutturali quali la pianificazione di emergenza, le esercitazioni di protezione civile, la formazione e l’informazione alla popolazione.

Dispositivo funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell’area di sicurezza o in una zona centrale rispetto al fronte dell’evento. Può essere sia una struttura - tende, containers - sia un’area strutturata per radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento e organizzare l’evacuazione sanitaria dei feriti.

Documento ufficiale con cui l’autorità organizza la risposta di protezione civile per mitigare i danni di un incidente rilevante. Si basa sugli scenari che individuano le aree a rischio, cioè il territorio circostante uno stabilimento industriale dove, si presume, ricadano gli effetti dell’evento.

Documento preparato dal gestore di uno stabilimento industriale a rischio di incidente rilevante per fronteggiare l’evento all’interno degli impianti. Il Pei prevede l’attivazione di squadre interne d’emergenza, con il concorso dei Vigili del Fuoco. Il gestore ha l’obbligo di informare le autorità dell’evento.

Un pit crater, letteralmente, cratere a pozzo, è un cratere molto profondo di forma circolare, che si è formato a causa del rapido collasso o di un lento sprofondamento del terreno. Questo, a sua volta, può essere dovuto al riassorbimento del magma sottostante che ne era il supporto.

Elaborazione coordinata delle procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si preannunci e/o verifichi l’evento atteso contemplato in un apposito scenario di riferimento.

Attività diretta a determinare le cause dei fenomeni calamitosi, a individuare i rischi e a delimitare il territorio interessato dal rischio.

Piano di emergenza redatto dai comuni per gestire adeguatamente un’emergenza ipotizzata nel proprio territorio, sulla base degli indirizzi regionali, come indicato dal DLgs. 112/1998. Tiene conto dei vari scenari di rischio considerati nei programmi di previsione e prevenzione stabiliti dai programmi e piani regionali.

Valore di accelerazione massima del suolo misurata nel corso di un terremoto o attesa in un determinato sito. È una grandezza di significato analogo ad ag, ma che tiene conto dell’influenza degli eventuali effetti di amplificazione del moto sismico dovuti alle caratteristiche del sottosuolo o alla topografia.

Termine generico attribuito a tutti i materiali frammentati emessi durante l’attività vulcanica esplosiva.

Una pandemia influenzale è un'epidemia di virus influenzale che si espande su scala mondiale e infetta una grande porzione della popolazione umana. A differenza delle regolari epidemie stagionali le pandemie avvengono irregolarmente.

Strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa, alla valorizzazione del suolo e all’utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio.

Parti in cui, secondo la teoria della tettonica a placche, è suddivisa la crosta terrestre. Sono circa una dozzina le placche o zolle principali che compongono come in una sorta di puzzle la litosfera, con tessere in continuo movimento. Terremoti e attività vulcanica sono la manifestazione più evidente di questa vitalità del pianeta.

Componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche sismologiche dell’area (tipo, dimensioni e profondità delle sorgenti sismiche, energia e frequenza dei terremoti). La pericolosità sismica di base calcola (generalmente in maniera probabilistica), per una certa regione e in un determinato periodo di tempo, i valori di parametri corrispondenti a prefissate probabilità di eccedenza. Tali parametri (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali) descrivono lo scuotimento prodotto dal terremoto in condizioni di suolo rigido e senza irregolarità morfologiche (terremoto di riferimento). La scala di studio è solitamente regionale. Una delle finalità di questi studi è la classificazione sismica a vasta scala del territorio, finalizzata alla programmazione delle attività di prevenzione e alla pianificazione dell’emergenza. Costituisce una base per la definizione del terremoto di riferimento per studi di microzonazione sismica.

Componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche locali (litostratigrafiche e morfologiche, v. anche effetti locali). Lo studio della pericolosità sismica locale è condotto a scala di dettaglio partendo dai risultati degli studi di pericolosità sismica di base (terremoto di riferimento) e analizzando i caratteri geologici, geomorfologici, geotecnici e geofisici del sito; permette di definire le amplificazioni locali e la possibilità di accadimento di fenomeni di instabilità del terreno. Il prodotto più importante di questo genere di studi è la carta di microzonazione sismica.

Termine generico utilizzato per indicare tutte le sostanze capaci di controllare, limitare, respingere o distruggere gli organismi viventi (microrganismi, animali o vegetali) considerati come nocivi, o di contrastarne lo sviluppo.
Il termine "pesticida" comprende oltre ai prodotti destinati alla protezione delle piante, anche i prodotti ad uso veterinario per proteggere gli animali domestici e da compagnia (ad esempio, il collare antipulci per cani).
 

Previsione di eventi meteorologici predisposta dal Gruppo tecnico meteo, adottate dal Dipartimento sull’intero territorio nazionale per le successive 72 ore, al fine di consentire alle aree di previsione meteorologica dei Centri Funzionali decentrati di produrre ed interpretare le proprie previsioni ad area limitata (a scala regionale e provinciale) e al Dipartimento di emettere un Bollettino di vigilanza meteorologica giornaliera nazionale.

Avviato nel 1995 a seguito della dichiarazione di Barcellona, il Processo di Barcellona, o partenariato euro-mediterraneo, costituisce la politica dell'Unione europea nei confronti dei paesi mediterranei.
Il partenariato mira a rafforzare i legami fra l'Unione Europea e i Paesi partner, per favorire la pace e la stabilità nella regione e perseguire un dialogo politico nel rispetto dei valori comuni condivisi dalle varie parti, quali la democrazia e lo stato di diritto.

Grandezze e relativi valori indicatori del probabile manifestarsi di prefigurati scenari d'evento, nonché dei conseguenti effetti sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente, qualora non intervenga nessuna azione di contrasto e contenimento, ancorché temporanea e provvisoria, dell'evento stesso.

È il più semplice dei polimeri sintetici ed è il più comune fra le materie plastiche. Viene spesso indicato con la sigla "PE.

Liquido infiammabile e denso, che si trova in alcuni giacimenti degli strati superiori della crosta terrestre. È composto da una miscela di vari idrocarburi.

Attività operative per verificare la capacità di intervento nel contesto della ricerca e del soccorso. Sono promosse e organizzate da ciascuna delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile tramite l’impiego delle proprie risorse in termini di uomini, mezzi e materiali.  

Attività che comprende la fase di previsione dell’evento, cioè la conoscenza tecnico-scientifica dei rischi di un territorio, e la fase della prevenzione, cioè la mitigazione dei rischi stessi. Il risultato sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d’emergenza, gestita dalle amministrazioni competenti per territorio.

Complesso delle modalità che disciplinano la gestione del flusso delle informazioni tra i soggetti coinvolti nella gestione dell’emergenza, l’allertamento, l’attivazione e il coordinamento delle componenti e strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile.

Probabilità che in una data area si verifichi un evento dannoso di una determinata intensità entro un determinato periodo di tempo, il tempo di ritorno. La pericolosità è funzione della frequenza dell’evento. In alcuni casi, ad esempio le alluvioni, è possibile stimare con un’approssimazione accettabile la probabilità che si verifichi un determinato evento entro il periodo di ritorno. In altri casi, come per alcuni tipi di frane, la stima è invece più difficile.

Valore di velocità massima del suolo sottoposto all’azione sismica che caratterizza l’ampiezza del moto sismico alle frequenze intermedie. La grandezza indica il potenziale di danneggiamento delle strutture sensibili alle frequenze intermedie, come edifici alti o ponti.

Il più alto valore assoluto di spostamento del suolo registrato nel corso di un terremoto, necessario per caratterizzare l’ampiezza del moto sismico alle basse frequenze.

Stima quantitativa dello scuotimento del terreno dovuto a un evento sismico, in una determinata area. La pericolosità sismica può essere analizzata con metodi deterministici, assumendo un determinato terremoto di riferimento, o con metodi probabilistici, nei quali le incertezze dovute alla grandezza, alla localizzazione e al tempo di occorrenza del terremoto sono esplicitamente considerati. Tale stima include le analisi di pericolosità sismica di base e di pericolosità sismica locale.

Particolato, pulviscolo atmosferico, polveri sottili, polveri totali sospese (PTS), sono termini che identificano comunemente l'insieme delle sostanze sospese nell’aria (fibre, particelle carboniose, metalli,silice, inquinanti liquidi o solidi).

Il particolato è l'inquinante oggi considerato di maggiore impatto nelle aree urbane, ed è composto datutte le particelle solide e liquide disperse nell'atmosfera, con un diametro che va da pochi nanometri,fino ai 500 micron e oltre (cioè da miliardesimi di metro a mezzo millimetro).

Periodo di stasi nell’attività eruttiva di un vulcano.

Nell'ambito della protezione civile si intende la capacità di una comunità di affrontare gli eventi calamitosi, di superarli e di uscirne rafforzata o addirittura trasformata.

 

Il rischio può essere definito come il valore atteso di perdite (vite umane, feriti, danni alle proprietà e alle attività economiche) dovute al verificarsi di un evento di una data intensità, in una particolare area, in un determinato periodo di tempo.
Il rischio quindi è traducibile nell'equazione: R = P x V x E

P = Pericolosità (Hazard): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area.
V = Vulnerabilità: la Vulnerabilità di un elemento (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità.
E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità (o “valore”) di ognuno degli elementi a rischio (es. vite umane, case) presenti in una data area.
 

Funzionario dei Vigili del Fuoco presente sul posto in cui si svolgono le operazioni che ha il ruolo di Direttore tecnico dei soccorsi in caso di incendio a infrastrutture con pericolo per le persone, o altri interventi di soccorso tecnico urgente. Opera in stretto coordinamento con il Dos, Direttore delle operazioni di spegnimento, per ottimizzare gli interventi, come previsto dai Piani Aib, Antincendi boschivi regionali.

Le radiazioni ionizzanti, di origine naturale o artificiale, sono particelle e/o radiazioni elettromagnetiche che scaturiscono dal processo di decadimento del nucleo di un atomo e sono in grado di modificare la struttura della materia con cui interagiscono.
Nel caso dei tessuti biologici questa interazione può portare a un danneggiamento delle cellule, con conseguenti danni di tipo sanitario. Nella maggior parte dei casi il danno viene riparato dai normali meccanismi di difesa dell'organismo ma, in funzione anche dell’entità e della durata dell’esposizione, a volte le cellule interessate possono risultare compromesse, con conseguenze sulla salute degli individui esposti.

Esistono tre tipi di radiazioni ionizzanti:

- Radiazione alfa
- Radiazione beta
- Radiazione gamma

Due protoni più due neutroni, ossia un nucleo di Elio.

Presenta una basso potere di penetrazione, quindi viene facilmente fermata dallo strato superficiale della pellecostituita da cellule morte, quindi non è pericolosa per l'uomo nei casi di irradiazione esterna. Può diventare invece pericolosa nelle situazioni in cui la sorgente radioattiva viene inalata o ingerita (irradiazione interna) perché in questo caso può ledere direttamente tessuti radiosensibili.

Elettroni.

Ha un potere di penetrazione superiore a quello della radiazione alfa e può essere bloccata da piccoli spessori di materiali metallici (ad esempio pochi millimetri di alluminio).

Fotoni.

Ha un potere di penetrazione molto elevato, e può risultare pericolosa per gli esseri viventi anche in situazioni di irradiazione esterna. Questo tipo di radiazione è generalmente molto penetrante. Può quindi essere bloccata da materiali ad elevata densità, come il piombo (alcuni centimetri).

Fenomeno fisico in base al quale gli atomi subiscono una spontanea e casuale disintegrazione accompagnata dall’emissione di radiazione. La radiazione normalmente è una radiazione alfa (nuclei di elio), beta (elettroni), gamma (fotoni o raggi X) e neutroni. La radioattività può essere di origine naturale, es. raggi cosmici, radioattività del suolo e delle rocce, o artificiale indotta dalle attività umane, es. prodotti di fissione; può essere concentrata in sorgenti particolari o diffusa nell’ambiente (radioattività ambientale).

Condizione fisica che si verifica quando un sistema oscillante, ad esempio un edificio, viene sottoposto a sollecitazione periodica di frequenza pari all'oscillazione propria del sistema stesso. Un fenomeno di risonanza provoca in genere un aumento significativo dell'ampiezza delle oscillazioni che porta a un notevole accumulo di energia all'interno dell'oscillatore; nel caso di un edificio sottoposto all’azione delle onde sismiche, può determinare gravi danni.

Rete di monitoraggio sismometrico distribuita sull’intero territorio nazionale, e gestita dall’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Costituita da un centinaio di stazioni sismiche, svolge funzioni di studio e di sorveglianza sismica, fornendo i parametri epicentrali al Dipartimento della Protezione Civile per l’organizzazione degli interventi di emergenza.

Rete di monitoraggio accelerometrico del suolo distribuita sull’intero territorio nazionale che registra terremoti di media ed elevata intensità. La strumentazione più avanzata è in grado di registrare sia eventi di debole intensità, che di forte intensità in prossimità dell’epicentro. La RAN è gestita dal Dipartimento della Protezione Civile ed è costituita attualmente da 456 stazioni equipaggiate con accelerografi analogici e digitali. In corso di potenziamento e ammodernamento tecnologico, coprirà il territorio italiano con una rete densa, 20-25 km, di circa 500 stazioni sismiche digitali, più fitta nelle aree ad alto rischio sismico.

Vedi Sige

Complesso di attività svolte da squadre di personale addestrato e equipaggiato per la ricerca e il soccorso a persone disperse e in particolare, a seguito di un sisma, intrappolate nelle macerie.

E’ una sala istituita dalle regioni al fine di assicurare il coordinamento delle proprie strutture antincendio con quelle statali. Coordina gli interventi, oltre che delle proprie strutture e dei propri mezzi aerei di supporto all’attività delle squadre a terra, anche delle risorse del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato in base ad accordi di programma; di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato, riconosciute secondo la vigente normativa; di risorse delle Forze armate e delle Forze di polizia dello Stato, in caso di riconosciuta e urgente necessità; di mezzi aerei di altre regioni in base ad accordi di programma.

Istituito dalla legge n. 225 del 1992, ha il fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Le sue specifiche attività sono quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l'emergenza.

L’art. 11 della legge n. 225 individua come strutture operative del Servizio nazionale: il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente fondamentale della Protezione civile, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo Forestale dello Stato, la comunità scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le Organizzazioni di volontariato, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico - Cnsas-Cai.

Struttura del Dipartimento della Protezione Civile che ospita SISTEMA, centro di coordinamento nazionale che ha il compito di monitorare e sorvegliare il territorio nazionale, al fine di individuare le situazioni emergenziali previste in atto e seguirne l’evoluzione, nonché di allertare ed attivare le diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile che concorrono alla gestione dell’emergenza.

Depressione che si è formata circa 5.000 anni fa per il collasso di un fianco dell’edificio vulcanico, in cui si riversano in gran parte i prodotti delle eruzioni. La Sciara del fuoco prosegue al di sotto del livello del mare, oltre i 600 metri di profondità.

Evoluzione nello spazio e nel tempo del solo evento prefigurato, atteso e/o in atto, pur nella sua completezza e complessità.

Sistema cui compete la decisione e la responsabilità di allertare il servizio di protezione civile gestito dal Dipartimento e dalle Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali e il cui governo è nella responsabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle Presidenze delle Giunte regionali.

Consiste in un sistema di procedure, strumenti, metodi e responsabilità definite e condivise, nonché in un linguaggio standardizzato e codificato, per le attività di previsione del rischio e di allertamento delle strutture preposte all’attivazione delle misure di prevenzione e delle fasi di gestione dell’emergenza. La struttura del sistema ha la sua base giuridica nella direttiva P.C.M. del 27 febbraio 2004.

Al verificarsi di eventi di tipo “c” (art. 2, L.225/92), eventi cioè che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale.

Lo spettro di risposta elastico Se(T) è un diagramma che fornisce, per diversi periodi T di oscillazione, il valore massimo della pseudo-accelerazione dell’oscillatore elementare (terreno o struttura) soggetto all’azione del sisma, per un fissato valore del rapporto di smorzamento, che è una caratteristica fisica della struttura o del terreno. In sostanza lo spettro ci dice su quali frequenze di vibrazione la sollecitazione sulle strutture risulta massima e sono possibili fenomeni di risonanza, che potrebbero determinarne il collasso.

Per strato-vulcano s’intende un vulcano che si accresce gradualmente in seguito a ripetute eruzioni, con l’alternanza di fasi di attività effusiva ed esplosiva (colate di lava e depositi piroclastici), che portano alla formazione di strati di prodotti sovrapposti. Questo tipo di vulcano assume generalmente una forma conica con fianchi acclivi.

Unità con personale sanitario e mezzi che operano nel Pma e seguono il paziente fino al suo ricovero in ospedale.

Area in cui i valori delle Concentrazioni soglia di rischio - Csr risultano superati. Le Csr vengono determinate con la procedura di analisi di rischio descritta nell’Allegato 1 alla quarta parte del decreto legislativo n. 152 del 2006 “Testo Unico Ambientale”, sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione.

Strumento di gestione e rappresentazione dei dati geografici (Gis) reso disponibile anche on line attraverso un sito web.

Scala ideata dal Charles Richter nel 1935, misura la forza di un terremoto indipendentemente dai danni che provoca alle cose e alle persone, attraverso lo studio delle registrazioni dei sismografi.

Sequenza sismica caratterizzata da una serie di terremoti localizzati nella stessa area, in un certo intervallo temporale, di magnitudo paragonabile e non elevata. In uno sciame sismico generalmente non si distingue una scossa principale.

Liquido che serve a diluire una sostanza liquida o solida, a far interagire tra di loro due sostanze che da sole non reagirebbero, a estrarre una o più sostanze da miscele composite, a rimuovere sostanze (sgrassatura). Solitamente un solvente è una sostanza tossica.

Scala per la valutazione degli effetti dei terremoti su ambiente, persone, cose e costruzioni in una data zona. La scala d’intensità più comunemente usata in Italia è la scala Mercalli Cancani Sieberg (MCS). Recentemente è stata definita anche una scala macrosismica europea (EMS).

Evoluzione nello spazio e nel tempo dell'evento e dei suoi effetti, della distribuzione degli esposti stimati e della loro vulnerabilità anche a seguito di azioni di contrasto.

Unità con operatori sanitari che si occupano delle vittime sul luogo dell'evento e del loro trasporto fino al Pma.

Processo per cui le particelle sospese in un fluido si accumulano e si depositano grazie a un campo di forze (campo di gravità).

Tutte le attività con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.

Assetto che il Dipartimento della Protezione Civile assume per fronteggiare un evento. Le procedure del Dipartimento in caso di emergenza si articolano in 4 Stati di configurazione – S0 (Ordinaria), S1 (Vigilanza), S2 (Presidio operativo), S3 (Unità di crisi) – corrispondenti al crescente grado di attivazione del Dipartimento, con il coinvolgimento progressivo di Uffici e Servizi.

Valore del parametro monitorato per cui scatta un livello di allerta.

Modalità di allertamento, conosciuta dalla popolazione e attivata dall’Autorità di protezione civile in caso di superamento delle soglie d’allarme

Organizzazione delle attività di emergenza in un sistema unitario e coordinato di gestione degli interventi, volto ad assicurare il raccordo tra i centri operativi attivati sul territorio e con la finalità prima di assicurare soccorsi tempestivi e assistenza adeguata alla popolazione.

Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2008: Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze.
Presso il Dipartimento della protezione civile è attivo un centro di coordinamento denominato Sistema che garantisce la raccolta, la verifica e la diffusione delle informazioni di protezione civile con l'obiettivo di allertare immediatamente, e quindi attivare tempestivamente, le diverse componenti e strutture preposte alla gestione dell'emergenza. Sistema opera 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, con la presenza di personale del Dipartimento e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile di seguito elencate:
- Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, componente fondamentale del Servizio Nazionale della Protezione Civile (art. 11 della legge 24 febbraio 1992, n. 225);
- Forze Armate (attraverso il Comando operativo di vertice interforze);
- Polizia di Stato;
- Arma dei Carabinieri;
- Guardia di Finanza;
- Corpo Forestale dello Stato;
- Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
- Croce Rossa Italiana
 

Dispositivo avanzato di monitoraggio radar, installato lungo le pendici della Sciara del Fuoco in seguito all’emergenza Stromboli del 2002. Il sistema è in grado di registrare le deformazioni del terreno con elevatissima precisione. Tramite il movimento delle antenne su un binario lungo 3 metri, il sistema è in grado di produrre un’immagine radar della Sciara del Fuoco e del cratere del vulcano, ogni 12 minuti, giorno e notte, in qualunque condizione atmosferica e di visibilità. Confrontando immagini acquisite in tempi diversi, è possibile ricostruire la mappa degli spostamenti che si sono verificati in tutto lo scenario osservato.

Sostanze e preparati che, in base alle loro caratteristiche chimiche, chimico-fisiche e tossicologiche, sono classificati nelle categorie di pericolo dei decreti legislativi n. 52 del 1997 e n. 285 del 1998, o che rientrano, comunque, nei criteri di classificazioni qui previsti.

Roccia generalmente compatta, non alterata, che costituisce la base di rocce meno compatte o alterate o di sedimenti sciolti (terreni di copertura). Nel caso di problemi legati alla risposta sismica locale, si tratta di una roccia competente (solitamente del meso-cenozoico, più raramente del Quaternario) che si sviluppa in profondità per molti metri. Caratterizzazioni geotecniche e geofisiche possono verificare se un substrato geologico sia anche un bedrock sismico.

Ramo della geologia che ha come obiettivo la ricostruzione dell’ordine in cui si sono formate nel tempo le rocce della crosta terrestre, per risalire all’evoluzione di singoli settori di superficie, fino ad arrivare alla storia geologica dell’intero Pianeta.

La ricostruzione della successione stratigrafica avviene rispettando alcuni principi fondamentali:

- il principio di sovrapposizione che fornisce l’ordine cronologico degli eventi che hanno portato alla formazione della serie;
- il riconoscimento delle facies che definiscono i diversi ambienti di formazione delle rocce;
- il riconoscimento di lacune e discordanze che mettono in luce fenomeni tettonici e sedimentari che hanno interessato la serie.
 

Situazione che segue eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale, che provochano ingenti danni alle attività produttive dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. Non è di particolare gravità da richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza ed è disciplinato da una normativa ordinaria che regola l’intervento finanziario a ristoro parziale del danno.

Diagramma che fornisce, al variare del periodo T – inverso della frequenza – , il valore massimo della risposta (ampiezza del moto) di un sistema – terreno, struttura – soggetto all’azione del sisma. L’effetto combinato dell’ampiezza dell’accelerazione, del contenuto di frequenze della oscillazione sismica e della durata può essere descritto attraverso lo spettro elastico di risposta o spettro di risposta.

Rappresentazione grafica delle oscillazioni del terreno provocate dal passaggio delle onde sismiche. Oggi le oscillazioni rilevate dai sensori, chiamati sismometri, vengono registrate da strumenti digitali e i dati possono essere elaborati dai computer, riducendo i tempi necessari per calcolare la magnitudo e l’epicentro dei terremoti.

Strumento che consente di registrare le oscillazioni del terreno provocate dal passaggio delle onde sismiche. In termini schematici, un sismografo è costituito da una massa, con un pennino all’estremità, sospesa attraverso una molla ad un supporto fissato al terreno, sul quale è posto un rullo di carta che ruota continuamente. Quando il terreno oscilla, si muovono anche il supporto e il rullo di carta, mentre la massa sospesa, per il principio di funzionamento del pendolo, resta ferma e il pennino registra il terremoto tracciando le oscillazioni su carta (sismogramma). Nei sismografi moderni il pennino ed il rullo di carta sono stati sostituiti da un sistema digitale di acquisizione dei segnali elettrici trasmessi da un sensore elettromagnetico posto all’interno del sismometro solidale al terreno.

La distribuzione di terremoti nello spazio e nel tempo. In generale indica il numero di terremoti nell’unità di tempo o la relativa attività sismica.

Vedi Terremoto

Modello di simulazione degli effetti del terremoto che, insieme al Rapporto emergenza sismica, fornisce entro 10 minuti dall’evento una stima dei danni (scenario sismico). Il rapporto contiene dati, mappe e informazioni relative a tutti i comuni compresi in un raggio di 100 km intorno all’epicentro, e riguardano: la descrizione del territorio, la pericolosità, la vulnerabilità, l’esposizione, la valutazione preliminare dei danni e delle perdite.

Rappresentazioni del sottosuolo in sezione che mettono in evidenza le variazioni delle caratteristiche meccaniche delle rocce in profondità.

Le sezioni ricostruiscono la successione in profondità e la geometria – spessori, giacitura – delle unità litologiche riconosciute nell’area di studio, compreso l’andamento delle strutture tettoniche attive e non attive – faglie, pieghe, sovrascorrimenti.

E’ un principio giuridico-amministrativo che stabilisce come l’attività amministrativa volta a soddisfare i bisogni delle persone debba essere assicurata dai soggetti più vicini ai cittadini. Per “soggetti” s’intendono gli Enti pubblici territoriali (in tal caso si parla di sussidiarietà verticale) o i cittadini stessi, sia come singoli sia in forma associata o volontaristica (sussidiarietà orizzontale). Queste funzioni possono essere esercitate dai livelli amministrativi territoriali superiori solo se questi possono rendere il servizio in maniera più efficace ed efficiente. L’azione del soggetto di livello superiore dovrà comunque essere temporanea, svolta come sussidio (da cui sussidiarietà) e quindi finalizzata a restituire l'autonomia d'azione all'entità di livello inferiore nel più breve tempo possibile.
Il principio di sussidiarietà è recepito nell'ordinamento italiano con l'art. 118 della Costituzione, come novellato dalla L.Cost. n. 3/2001.
 

Termine francese che significa “scelta”, e che indica il processo di suddivisione dei pazienti in classi di gravità, in base alle lesioni riportate e alle priorità di trattamento e/o di evacuazione.

Letteralmente “onda di porto”, è un termine giapponese che indica un tipo di onda anomala che non viene fermata dai normali sbarramenti posti a difesa dei porti. Il fenomeno dello tsunami consiste in una serie di onde che si propagano attraverso l'oceano. Le onde sono generate dai movimenti del fondo del mare, generalmente provocati da forti terremoti sottomarini, ma anche da eruzioni vulcaniche e da grosse frane sottomarine.

Inceneritore di rifiuti in grado di sfruttare il contenuto calorico dei rifiuti stessi per generare calore, riscaldare acqua ed infine produrre energia elettrica. Si distingue dai vecchi inceneritori che si limitavano alla sola distruzione dei rifiuti senza produrre energia. Pur essendo meno inquinanti rispetto ai vecchi inceneritori, i termovalorizzatori non eliminano l’emissione di diossine disperse nell’atmosfera circostante.

Periodo misurabile al massimo in mesi, in cui deve svilupparsi e determinarsi l'efficacia dell'azione urgente e generalmente non permanente di protezione civile. Tale periodo comprende la previsione del manifestarsi di un evento, il contrasto ed il contenimento dei conseguenti effetti soprattutto sulla popolazione ed i suoi beni, la gestione, quando del caso, dello stato di emergenza e l’avvio del ripristino delle condizioni di vita preesistenti all'evento stesso.

Frequenza nel tempo dell’evento di protezione civile. Tempo medio che intercorre tra due occorrenze successive di un evento di un certo tipo e di una data intensità.

Periodo misurabile in anni, decenni e secoli, in cui le azioni di studio, pianificazione, programmazione e realizzazione di interventi strutturali, sono volte a garantire condizioni permanenti e omogenee per la salvaguardia della vita umana e dei beni, tutela ed uso sostenibile delle risorse ambientali.

Strumenti sensibili, sismometri, in grado di registrare la velocità delle onde sismiche di piccola ampiezza – microtremori – naturali o artificiali, che caratterizzano l’ambiente (vedi anche analisi del rumore). Le misure puntuali consentono di determinare, attraverso la velocità delle onde trasversali (Vs), la frequenza propria di vibrazione dei terreni di copertura, e/o il loro spessore.

Coltre costituita da sedimenti sciolti o roccia alterata, di spessore in genere da pochi metri a decine di metri, che ricopre una roccia compatta non alterata (substrato).

Intenso scuotimento della terra in un sito, come effetto del rapido spostamento di grandi porzioni di crosta terrestre in corrispondenza di una faglia posta all’interno della crosta stessa, la sorgente sismica. L’entità del terremoto dipende dalle caratteristiche geometriche della faglia, dalle modalità di propagazione della perturbazione tra la sorgente e il sito, e dalle caratteristiche lito-stratigrafiche e morfologiche di quest’ultimo.

Struttura da campo, di mobilitazione immediata, attrezzata per funzionare come una Pma.Viene attivata quando una calamità danneggia anche le strutture sanitarie fisse. Comprende:

  • due, massimo tre, tende pneumatiche;
  • barelle leggere per 50 feriti;
  • generatori di energia (elettricità e gas compresso);
  • materiale sanitario suddiviso per colore, a seconda della diversa destinazione d'uso.

Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi, per dare alle vittime di una catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso e il trattamento definitivo. Possono fare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensiva protratta per più ore e osservazione clinica.

Attitudine di una determinata componente ambientale – popolazione umana, edifici, servizi, infrastrutture, ecc. – a sopportare gli effetti di un evento, in funzione dell’intensità dello stesso.
La vulnerabilità esprime il grado di perdite di un dato elemento o di una serie di elementi causato da un fenomeno di una data forza. È espressa in una scala da zero a uno, dove zero indica che non ci sono stati danni, mentre uno corrisponde alla distruzione totale.
 

Indica il numero di anni durante i quali una struttura deve poter essere usata per lo scopo per cui è stata progettata. Questo parametro, previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, condiziona l'entità delle azioni sismiche di progetto. Per le costruzioni ordinarie, la vita nominale considerata è ≥ 50 anni.

Persona coinvolta nell’evento. Comprende feriti, illesi e deceduti.

Componente del Servizio Nazionale individuata dall'art. 6 della legge n. 225 /1992, concorre alle attività di protezione civile in qualità di struttura operativa nazionale, con funzioni di supporto alle azioni di protezione civile adottate dalle istituzioni: previsione, prevenzione e soccorso per eventi di protezione civile.

Specificamente formato e addestrato, opera mediante prestazioni personali, volontarie e gratuite, svolte da persone che aderiscono a organismi liberamente costituiti senza fini di lucro, inclusi i gruppi comunali di protezione civile. La partecipazione delle organizzazioni di volontariato al sistema pubblico di protezione civile è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 2001.

Termine che indica l’elemento che deve sopportare l’evento, e può essere espresso dal numero di presenze umane, o dal valore delle risorse naturali ed economiche presenti ed esposte a un determinato pericolo. Il prodotto della vulnerabilità per il valore esposto indica le conseguenze di un evento per l’uomo, in termini di vite umane e di danni agli edifici, alle infrastrutture ed al sistema produttivo.

Ambiti territoriali in cui sono suddivisi i bacini idrografici caratterizzati da risposta meteorologica, idrologica e nivologica omogenea in occasione dell'insorgenza del rischio.
Sul territorio nazionale, sono identificate 133 zone di allerta, delimitate tenendo in considerazione le possibili tipologie di rischio presenti e l’evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti.

Individuazione e conseguente classificazione di zone del territorio nazionale, in funzione della pericolosità degli eventi attesi nelle medesime zone. In ambito sismologico, attribuzione a un determinato territorio suddiviso in zone, di un grado di sismicità utilizzato per la determinazione delle azioni sismiche e l’applicazione di norme tecniche. I comuni che ricadono in queste zone sono inseriti in elenchi, e classificati di conseguenza.

Ambiti territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale, adeguatamente individuati secondo dei criteri di omogeneità meteo-climatica.
Rappresentate nel Bollettino di Vigilanza Meteorologica nazionale, ad ognuna delle 45 aree sono associati un colore di sfondo e, quando opportuno, una certa casistica di simboli per fornire una descrizione di semplice impatto visivo dei fenomeni meteorologici significativi previsti sulle varie porzioni di territorio.

Individuazione e conseguente classificazione di zone del territorio nazionale, in funzione della pericolosità degli eventi attesi nelle medesime zone. In ambito sismologico, attribuzione a un determinato territorio suddiviso in zone, di un grado di sismicità utilizzato per la determinazione delle azioni sismiche e l’applicazione di norme tecniche. I comuni che ricadono in queste zone sono inseriti in elenchi, e classificati di conseguenza.