notizia13 gennaio 2020

13 gennaio 2012, il naufragio della nave Concordia

A otto anni dal naufragio, il ricordo di una gestione emergenziale complessa e unica nel suo genere

La sera del 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia, con a bordo oltre 4.000 persone tra passeggeri ed equipaggio, comincia a imbarcare acqua a causa di un urto con lo scoglio delle Scole e si inclina in prossimità dell’Isola del Giglio: si tratta del più grande naufragio dell’era moderna, a causa del quale 32 persone perdono la vita.

Subito dopo l’ordine di evacuazione, la Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Livorno assume il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare in cui sono impegnati i reparti specializzati di Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e Forze di Polizia. Nelle stesse ore, il Sistema di protezione civile si attiva per pianificare l’assistenza ai passeggeri evacuati all'Isola del Giglio e, successivamente, trasferiti a Porto S. Stefano.

In stretto coordinamento con le squadre all'opera, partecipano alle operazioni di ricerca e soccorso anche risorse provenienti dalle strutture operative al di fuori della Regione Toscana, sommozzatori della Marina Militare e volontari esperti del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico e della Federazione italiana attività subacquee. Il Prefetto di Grosseto affida la direzione tecnica dei soccorsi al Comandante dei Vigili del Fuoco di Grosseto.

Le attività di ricerca, rese complicate anche dalla posizione, dalla stabilità della nave e dalle condizioni meteorologiche, vengono svolte in raccordo con la comunità scientifica, impegnata nel monitoraggio della Concordia.

Il 20 gennaio 2012, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, viene dichiarato lo stato di emergenza per il naufragio e il Consiglio dei Ministri nomina il Capo Dipartimento della Protezione Civile Commissario delegato per l’emergenza. Tra i compiti del Commissario delegato: coordinare gli interventi per superare l’emergenza, controllare l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica da parte dell’armatore, con il potere di sostituirsi al soggetto responsabile in caso di inadempienza, e verificare che la rimozione del relitto avvenga in sicurezza.

A supporto delle attività del Commissario vengono istituiti un Comitato con funzioni consultive e un Comitato tecnico-scientifico e, sin da subito, grande attenzione viene posta ai possibili rischi ambientali legati alla fuoriuscita di carburante dalla nave Concordia.

Il progetto di rimozione del relitto è un’operazione tecnico-ingegneristica complessa e unica nel suo genere, che vede impegnati oltre 500 tecnici e 30 mezzi navali, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Il 27 luglio del 2014, il trasferimento del relitto nel porto di Genova Prà-Voltri, per le successive operazioni di smantellamento, determina la fine dell’emergenza.