Le proposte dei volontari

Pubblichiamo i contributi che i volontari hanno avuto la possibilità di lasciare su uno o più documenti preparatori agli Stati Generali, utilizzando il modulo pubblicato su questo sito. La consultazione si è chiusa il 10 aprile. I temi oggetto del’incontro e su cui i volontari si sono espressi sono “valori, rappresentanza, ruoli e risorse”.

“L'impegno costante di ogni volontario è una risorsa preziosa e vitale per il nostro Paese, con l'aiuto di questi cittadini si riesce a risollevare intere città da gravi calamità. In questi ultimi anni la Liguria è stata interessata da gravi calamità che hanno colpito molti cittadini e anche grazie all'intervento costante sul territorio dei volontari di protezione civile si sono evitate conseguenze ben peggiori. La gratifica più grande per un volontario di protezione civile è il cittadino che ti dice "Grazie", anche dopo aver spalato per un intera giornata fango dalla sua abitazione. La protezione civile è l'unione di tutti gli italiani”.
Ricardo, provincia di Genova

“Essere volontario di protezione civile significa avere una grande responsabilità sulla vita delle persone, sul rispetto dell'ambiente in cui viviamo e su tutto ciò che ci circonda. Far parte di questa "grande famiglia" ti fa crescere moralmente imparando ad aiutare chi più di noi ha bisogno di aiuto, ed è sbagliato pensare che il bisogno si ha solo quando veniamo colpiti da eventi calamitosi, ma bensì in tutti i momenti in cui una persona non riesce a trovare un senso alla vita dirigendosi in un tunnel sempre più buio dove non si riesce ad immaginare più la luce...Allora è proprio lì che noi Volontari siamo pronti ad intervenire per cercare di mettere in campo tutte le nostre forze per far sì che la luce possa essere ammirata da tutti..”.
Giuseppe, provincia del Medio Campidano

“Sono un laureando in Economia Sociale presso l’Università di Bologna e mi occupo di Organizzazioni No Profit e sto preparando una tesi sui beni comuni. È importante che le associazioni di protezione civile creino del capitale sociale cioè il successo di una associazione è quella in grado di trasmettere i valori di reciprocità e fiducia che si debba instaurare tra i volontari. Quindi è ora che i presidenti visto che rappresentano l'associazione e quindi ricevono anche soldi pubblici debbano presentare un bilancio veritiero e magari ci debbano essere dei controlli magari a campione per verificare la veridicità. Ho avuto modo di fare un campo di volontariato in Calabria con Libera. Comunque nelle associazioni vale il principio di uguaglianza fratellanza”.
Ugo, provincia di Forlì-Cesena

“In un mondo che cambia in fretta penso sia necessario far entrare nelle scuole come materia l’educazione alla protezione civile che non deve essere un’ora per passare tempo, ma bisogna educare i bambini ad alcuni valori e norme comportamentali di cui c’è necessità visto anche la quasi totale assenza delle famiglie, impegnate nel lavoro ecc. in questo devono essere coinvolti tutte le istituzioni nazionali, e locali oltre le associazioni di volontariato che portano il loro contributo in luogo”.
Francesco, provincia dell’Aquila

“Riflettendo sui Valori del Volontariato ho riscoperto che ora più nessuna persona dedica del tempo libero per aiutare, alleviare la tristezza a chi ha bisogno ma tendiamo a continuare e a cercare di star bene solamente noi stessi questo fa sì che il Volontariato sia sempre utile ma non come miglioramento o soluzione a semplici problemi che si tramutano in gravi emergenze poi. Devo dire che sono amareggiato e deluso perché credo ancora nonostante tutto che anche la semplice goccia pulita nel mare sporco faccia la differenza speriamo di arrivare ad una conclusione al quanto esemplare di rispetto e civiltà ormai persa nella nostra povera Italia piena di ricchezze e risorse indipendentemente dalla corrente politica o di razza, religione che sia ,chi ha bisogno ha bisogno nero bianco o rosso che sia dobbiamo ricordare che siamo tutti uguali anche se magari proveniamo da realtà diverse, ringraziando comunque quanti si prodigano per il volontariato vero e non per appartenenza vivo sperando”.
Gaetano, provincia di Vicenza

“Costruire un volontariato che diventa moltiplicatore di attività di prevenzione educazione e sostenibilità, attenzione ai territori e responsabilità verso le scelte che riguardano la comunità. Far assimilare che la protezione civile è tale se condivisa quale impegno di ogni singolo cittadino per migliorare davvero la qualità della vita e dell'ambiente ed avere il coraggio di esortare le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità”.
Giovanni, provincia di Cosenza

“Sarebbe importante definire a livello nazionale quali sono i valori che tutti i volontari di protezione civile possono e devono diffondere, e soprattutto quali sono le loro caratteristiche operative, per non creare dei volontari considerati come manovalanza a basso costo. È necessario creare un background comune a tutti i volontari di protezione civile, cioè se una persona pensa ad un volontario di Croce Rossa è consapevole che è preparato almeno al BLS, se si pensa ad un volontario di Protezione Civile non si sa mai con chi si ha a che fare. Le persone esterne alla Protezione Civile devono sapere chi è e quali competenze ha un volontario, e sapere se e come possono fare riferimento a lui in caso di bisogno”.
Daniele, provincia di Verbanio Cusio Ossola

“Nel contesto attuale, mettere a fuoco i valori basilari del Volontariato di Protezione Civile è una missione irrinunciabile. Tuttavia, al criterio della volontà di devolvere parte del proprio tempo libero in modo gratuito, senza scopo di lucro, per la promozione di valori come la solidarietà, la protezione ambientale, la sicurezza pubblica, va aggiunta e sottolineata la volontà di formarsi, di acquisire nuove competenze ed evolvere quelle pregresse. Solo così il volontariato può evolversi in modo sano. Una volta assunta la formazione come fulcro dell’evoluzione della Protezione Civile, sarà più facile perseguire ogni altro fine desiderabile: la crescente integrazione tra gruppi di provenienze ed estrazioni diverse, la diffusione di una cultura pubblica di protezione civile, lo spostamento graduale degli sforzi dal soccorso alla prevenzione ed alla previsione”.
Andrea, provincia di Roma

“Il senso civico prima di tutto. Prima di chiedere aiuto agli altri alzati dal divano e impegnati per offrire un servizio pubblico e aiuta chi ne ha bisogno”.
Beniamino, provincia di Gorizia

“La Protezione Civile dovrebbe essere impegnata in ogni attività che coinvolge, o potrebbe coinvolgere, una parte significativa della cittadinanza ovvero adoperarsi affinché ogni evento calamitoso e non, che coinvolge un numero consistente di persone, possa superarsi nella maniera migliore possibile. È inoltre necessario che i volontari non si sentano della semplice manovalanza non retribuita e ciò può avvenire solo se la loro opera è qualificata e qualificante e non, come troppo spesso avviene nei maxi-eventi, considerata semplicemente generica”.
Marco, provincia di Roma

“Il tricolore che portiamo sulla divisa va ben oltre l’odio, la politica, la strumentalizzazione delle informazioni”.
Marco, provincia di Roma

“Sensibilizzare anche i meno giovani a tutto ciò inerente la protezione civile, organizzare corsi nelle scuole sulla sicurezza e sulla prevenzione nonché sul comportamento da utilizzare in caso di calamità naturali o altri eventi di piccole proporzioni. Ricordare sempre che il valore del volontario è questione di cuore ed intelletto e non interesse di tasca”.
Luigi, provincia di Brindisi

“Il volontariato si muove per spirito di condivisione e di solidarietà con l’essere umano che vive particolari condizioni di difficoltà, e si pone come risposta ai bisogni della persona. Al centro infatti della sua attività sta la percezione della dignità della persona umana, nel rispetto della sua concreta realtà, cioè dei suoi molteplici rapporti legati al sesso, alla razza, alla lingua, alla religione, alle opinioni politiche. Egli è sensibile all’appello che arriva dalle situazioni di bisogno e si colloca sulla linea già tracciata dalla nostra carta costituzionale, la quale impegna il popolo italiano nella rimozione degli ostacoli di ordine sociale ed economico che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Luciano, provincia di Cosenza

“Le associazioni sono consapevoli che il partecipare ad eventi sportivi o ad altri eventi nei propri territori comunali a volte sono forzature, ma è altresì vero che quasi sempre per queste manifestazioni è previsto un contributo come rimborso spese diretto alle associazione stesse. Il tutto però non deve cadere nell'abuso da parte delle amministrazioni comunali, al fine di utilizzare il volontariato di protezione civile per carenze di organico degli operai o degli agenti di polizia locale”.
Massimo, provincia di Rovigo

“Il volontariato di Protezione Civile rappresenta la massima espressione di solidarietà e fratellanza. Valori intrinsecamente legati alle radici nazionali dei quali ogni cittadino italiano dovrebbe essere fiero”.
Francesco, provincia di Viterbo

“In questo momento molto difficile per il nostro Paese credo che il volontariato di protezione civile sia un esempio per tutti i cittadini”.
Roberto, provincia di Macerata

“I valori che accomunano ogni volontario del sistema di protezione civile sono facilmente identificabili e riconoscibili. In questo documento ritengo che sia necessario fare un'attenta riflessione sulla possibilità di facilitare la diffusione di questi valori. Un sistema organizzato, credibile, stimato può aiutare in questo. La diffusione di questi valori da parte di persone che giornalmente svolgono attività di volontariato, potrebbe essere un ottimo strumento di educazione civica che potrebbe aiutare. Un'idea potrebbe essere quella di obbligare le scuole dell'obbligo a prevedere nei propri corsi di insegnamento alcune ore mensili che trattano il tema del volontariato e della protezione civile. Un modo per provare a diffondere questi sani valori alle nuove generazioni sempre più distratte e lontane dalla solidarietà e dal volontariato”.
Fabio, provincia di Pescara

“Di solidarietà, amicizia e lealtà”.
Carlo Alberto, provincia di Modena

“UNIONE: Condivisione di un unico obbiettivo e del modo di raggiungerlo,rispettando comunque l'individualità delle persone. Supportarsi a vicenda perché l'unione fa la forza. AFFIDABILITÀ: Qualità del distinguersi per capacità, serietà, impegno, professionalità, puntualità e dedizione nel proprio compito ispirando fiducia e mantenendo sempre la parola data. COLLABORAZIONE: Lavorare insieme per un fine condiviso dove emergono idee, azioni e opinioni in un proficuo confronto, prestando il proprio sapere”.
David, provincia di Udine

“In un momento così particolare per il paese è da riproporre sempre più spesso i valori che tengono unite migliaia di persone che senza nulla chiedere offrono il loro contributo nell'aiutare il prossimo, questo nostro essere rappresenta la parte migliore e principalmente più pulita della nazione, per cui sono da portare in risalto e divulgare come esempio tutte le qualità che continuano a tenere i volontari tutti uniti e sempre pronti ad aiutare”.
Massimo, provincia di Terni

“Considerare il volontario come risorsa insostituibile nelle azioni di protezione civile, dotato di preparazione e professionalità che, non viene esercitata solo durante le emergenze, ma che, spesso svolge durante la "vita" di tutti i giorni. Valorizzare le risorse umane secondo un principio di basato sulla conoscenza delle varie attività di protezione civile e non solo come "mano d'opera" a costo zero”.
Giuseppe, provincia di Catania

“I Valori sono la simbiosi di uno stile di vita che rispecchiano: l'educazione, la cultura insegnata nella famiglia e poi nella scuola e infine nella società. Il volontario ha queste basi che deve mettere a disposizione del prossimo con l'esempio personale e la rettitudine. I Valori della PC devono essere trasmessi nelle scuole elementari e superiori in un percorso di crescita sociale e culturale”.
Lorenzo, provincia di Modena

“Oggi e' come essere demotivati visto che ormai valori non ne ha quasi più nessuno. Qui in Calabria in particolar modo a Stilo, sembriamo e siamo come le "Mosche Bianche", vale a dire qualcosa che non esiste, qualcuno relaziona: "Non sembrano veri". Si e' proprio cosi, oggi chi "Ha valori" viene considerato "Come matto!". Come fai in un mondo dove tutti vanno a destra andare a sinistra? E pure e' così, il Diving Center Punta Stilo e i suoi volontari e' proprio un altro mondo. Non ci interessano altro che: "I Valori", "L'Amore verso la Patria e i Civili". Bisognerebbe dare "Più Riconoscimento alle associazione e ai volontari che perseguono questi fini" riconoscendoli ancor meglio uguali alle altre Forze dello Stato, "Perché lo meritano" in special modo quelli che "Da decenni lo Servono ai soli Fini Non Profit!”.
Mario, provincia di Reggio Calabria

“Ormai oggi viviamo in una società "avariata" dal menefreghismo, ma chi come me è impegnato da quasi 15 anni, nel mondo del volontariato di protezione civile, ha rafforzato quei valori atti a salvaguardare l'ambiente e di conseguenza a mettere in campo tutta l'esperienza acquisita negli anni per cercare di sensibilizzare tutti i cittadini ad un maggior rispetto verso l'habitat che ci circonda”
Marco, provincia da Viterbo

“Sono stato il legale rappresentante del gruppo per oltre sette anni; i valori che ho potuto valutare come volontario ma sopratutto come responsabile sono secondo me la massima espressione del volontariato, quello con la v maiuscola. I volontari di protezione civile, secondo le loro specializzazioni, si mettono a disposizione in ogni occasione, a volte troppo spontaneamente senza valutare eventuali conseguenze. Un valore, quello della spontaneità' che crea molti problemi ai legali rappresentanti, ma che danno infinite soddisfazioni e ci rendono orgogliosi di quello che facciamo”.
Silvano, provincia di Brescia

“Il volontariato se è vero che rappresenta una colonna portante e insostituibile in tutte quelle attività rivolte al sociale di cui sempre più il nostro Paese ha bisogno, di fatto in molti contesti è limitato nella sua opera a causa dell'ignoranza che regna sovrana nelle Amministrazioni Locali. Di fatto, vi sono molti Sindaci che non conoscono le proprie funzioni ed i compiti e le responsabilità loro conferiti dalla normativa. In alcuni casi, sono emerse delle peculiarità ove il Volontariato è stato posto alla raccolta di voti, facendone merce di scambio politico. Risultano altresì, casi di ingerenza di funzionari Regionali di Protezione Civile, i quali tendono a favorire solo alcune realtà di Volontariato, screditandone altre”.
Filippo, provincia di Vibo Valentia

“La solidarietà in occasioni di eventi calamitosi è doverosa per ogni persona, deve essere prestata gratuitamente, e chi approfitta di queste situazioni per uso prettamente personale in ogni caso deve essere allontanato dall'organizzazione a cui appartiene seduta stante”.
Tullio, provincia di Cuneo

“I "valori" quale accezione stesso del termine è quel valore aggiunto che ha il volontario quando è chiamato ad intervenire in favore della popolazione colpita da qualsiasi calamità. Ma sono veramente "i valori" quelli che spingono verso atteggiamenti altruisti. Occorrerebbe fare una riflessione proprio su questo termine in quanto spesso si ha la sensazione che non siano i valori dell'altruismo e/o della solidarietà ma solo quello dell'apparire per esserci, per poter raccontare. Occorre presentare un modello di volontariato che sia esente da emulazioni di tipo paramilitare e che sia invece veramente al servizio della comunità senza nulla pretendere, nel rispetto dell'autonomia che ogni volontario e che ogni associazione deve pretendere rispetto ai rapporti con le Istituzioni”.
Francesco, provincia di Rimini

“Il volontario deve restare tale spinto dal senso civico, è parte della comunità ed è visto con rispetto e la sua partecipazione con la collettività non deve essere legato solo ad eventi catastrofici, ma anche in momenti ludici e di aggregazione e deve essere coinvolto nella prevenzione e informazione per la salvaguardia del territorio!”
Massimo, provincia di Imperia

“Penso sulla necessità di creare una linea guida nazionale dove vengano finalmente elencati in modo chiaro gli eventi che non fanno parte di Protezione Civile per scoraggiare eventuali enti/organizzazioni per lo sfruttamento delle risorse del volontariato, lasciando a casa personale pagato x fare lo stesso lavoro”.
Alberto, Modena

“Cerchiamo di salvaguardare quello che abbiamo ereditato e renderlo visibile anche ai nostri successori”.
Giuliano, provincia di Imperia

“I Valori sono fondamentali nel volontariato per tale ragione occorre rivolgere un’attenzione particolare alla scuola, ai giovani ed alle persone che hanno un lavoro. Oggi molti "pensionati" relativamente giovani hanno scelto questo campo di intervento come una continuazione del lavoro, scelta slegata da convincimenti e propri valori di vita. Spesso come luogo dove trovare, grazie al tanto tempo a disposizione, un ruolo di "relativo potere" e quindi di gratificazione "fine a se stessa". In altri casi si rivela essere uno strumento per garantirsi dei rimborsi spesa che integrano o sostituiscono un salario che manca o è ritenuto insufficiente. Occorre creare invece "adesione ai valori" veri di solidarietà e uguaglianza per un impegno sociale consapevole donato senza altri fini. Per questa ragione ritengo inoltre che le Associazioni di "promozione sociale" sfuggendo ai requisiti richiesti al volontariato finiscono per mettere in secondo piano i valori che vi devono essere alla base”.
Valerio, provincia di Bologna

“E’ difficile definire in maniera netta il settore di intervento del volontariato di PC se riferito alle istituzioni locali. Bisogna tener conto che l’attività di PC è per molte Associazioni di Volontariato già esistenti con funzioni socio sanitarie, un nuovo ramo operativo. Molte volte la definizione di PC è solo sulla carta senza strutture e formazione. L’operatività di protezione civile richiede investimenti finanziari in strutture e formazione il più delle volte a carico della singola associazione. Non bisogna dimenticare la differenza e il relativo supporto che c’è tra Associazioni di “promozione sociale” e PC. I finanziamenti centralizzati e rivolti ai grandi raggruppamenti di Associazioni di PC a carattere nazionale non ricadono quasi mai sulle singole associazioni periferiche. Solo alcune Regioni (la Toscana no) ed Enti Locali supportano finanziariamente gruppi di PC da loro creati, alle volte non configurabili completamente come attività di Volontariato”.
Alessandro, provincia di Firenze

“Il volontariato di PC costituisce in molti casi un bacino elettorale non indifferente per i politici. Questo fa sì che il volontariato risulti troppo spesso coinvolto nelle logiche e priorità implicite di una politica di difesa delle lobby e interessi personali. Tale distorsione provoca l’enfatizzazione di: il numero delle forze “in campo” a scapito di: sostanza (prevalenza della visibilità esteriore), lavoro di prevenzione, selezione dei volontari e cura della loro preparazione “umana”, protezione della salute psicologica dei soccorritori, tecnologie ridondanti, a scapito di lavoro di rete e coordinamento sui territori, comunicazione efficace con le popolazioni, co-progettazione degli aiuti, autonomizzazione progressiva dei beneficiati, una visione progettuale generale - necessità di adottare una filosofia emancipativa dell’aiuto. Perché l’aiuto prestato alle popolazioni sia efficace occorre che venga adottata una visione dei soccorsi che ponga l’autonomizzazione tra i suoi obiettivi fondamentali”.
Maria Teresa, provincia di Torino

“Sono Cavarocchi Gianfranco, faccio parte dell'Associazione Corpo Volontari Protezione Civile di Torano Nuovo costituitasi da meno di un anno. Le difficoltà per sopravvivere sono immense dall'assicurazione RC verso terzi che tutela i soci all'assicurazione che tuteli il volontario durante il suo operato. Essendo un'associazione giovane non può accedere a nessun tipo di contributo da parte delle istituzioni, così siamo costretti ad autofinanziarci prestando la nostra opera anche in occasioni di fiere e gare ciclistiche. Mettere un volontario di Protezione Civile negli incroci delle strade in occasioni di eventi sportivi anche di importanza internazionale è per gli organizzatori e per gli enti preposti alla vigilanza una fonte inesauribile che permette agli stessi un notevole risparmio sui costi. No alle fiere ecc. solo se tutte le associazioni vengano sostenute dalle istituzioni”.
Gianfranco, provincia di Teramo

“Il contributo personale è e deve rimanere sempre spontaneo e gratuito”.
Marilena, provincia di Latina

“Dare più spazio ai giovani e quindi formarli e tenerli in considerazione”.
Ugo, provincia di Forlì-Cesena

“I Gruppi comunali in Italia sono numerosi, ma gli stessi non sono riconosciuti come organizzazioni nazionali, sarebbe auspicabile che l'ANCI provvedesse ad istituire un raggruppamento nazionale onde poter essere direttamente attivati dal medesimo organismo per le emergenze, anziché dover passare attraverso le Regioni che obbligano (almeno la Regione Piemonte) ad essere iscritti nei Coordinamenti Provinciali creando non pochi imbarazzi considerato come sono gestiti, soprattutto perché i Gruppi comunali dipendendo dai Sindaci, quindi da strutture pubbliche istituzionali, non possono essere confusi come le strutture del volontariato di carattere privatistico, anche e soprattutto per quanto riguarda la spesa. 1000 caratteri sono pochi per portare l'esperienza della nostra realtà, mi auguro di un cambio di indirizzo in merito, altrimenti c'è il rischio che molti gruppi comunali siano destinati a sparire a causa dell'impossibilità di intervento a favore delle collettività”.
Maurizio, provincia di Biella

“Ogni regione ha un sistema diverso e complesso. Il Piemonte basa tutto sui coordinamenti provinciali e sul Corpo A.I.B. è necessario coniugare la sopravvivenza delle piccole squadre con la reale capacità d'intervento delle associazioni, non si può pensare che un'associazione sia la maggioranza da sola, ma nemmeno che un'organizzazione che conta 500 volontari pesi come una che ne conta 10. Inoltre la voce delle associazioni di volontariato non arriva mai per vie formali alle orecchie dei politici, non esistono situazioni di confronto. A livello regionale bisognerebbe passare attraverso i Coordinamenti, con scarsi risultati, mentre con il Dipartimento Nazionale non esiste via di dialogo, e questa è una mancanza forte. Le associazioni si sentono un po' abbandonate a loro stesse, con un quadro normativo sempre più complesso e nessuna istituzione in grado di supportare e aiutare queste realtà”.
Daniele, provincia di Verbano-Cusio-Ossola

“La crescita di esperienze e competenze rende auspicabile la creazione di adeguate forme istituzionali di rappresentanza; queste però devono assolutamente evitare una deriva politica, che inevitabilmente snaturerebbe alla radice l'indipendenza della Protezione Civile e del Volontariato. Una forma auspicabile di agire potrebbe essere l'istituzione di un Forum Nazionale, che chiami a raccolta rappresentanti qualificati e competenti, che abbia il compito di sottoporre al potere legislativo ed esecutivo pareri sulle proposte di legge inerenti il campo della protezione civile e proposte di legge che rispondano a necessità o istanze provenienti dal volontariato o dalla società”.
Andrea, provincia di Roma

“In un paese pieno di problemi i volontari di protezione civile sono un cardine che non mancherà mai, sempre pronti a sporcarsi le mani, a prendere insulti, e a lavorare in silenzio, questo fa di questa meravigliosa macchina una casa unica in tutto il mondo”.
Marco, provincia di Roma

“Il problema non risolto della rappresentanza del volontariato, che in Italia è circoscritta alle grandi reti. Il volontariato diffuso, che rappresenta la stragrande maggioranza, in questi casi non c’è”.
Luciano, provincia di Cosenza

“Solo in Umbria i gruppi comunali sono oltre 40. Il tema della rappresentanza all'interno della consulta nazionale di queste realtà non è più eludibile. Gli stati generali saranno l’occasione per sviluppare questo tema. Ma sarà anche l’occasione per definire in modo più approfondito chi rappresenta chi! Una ricognizione generale sui tesseramenti delle associazioni è strettamente correlato al tema della rappresentanza. Nel 2000 ad Orvieto si tenne l’assemblea nazionale del volontariato, a 12 anni da quella data sono ancora molte le questioni aperte sul tema rappresentanza. Spero che all’interno di questa importante scadenza si trovi finalmente il modo di chiarire i punti da me segnalati. Grazie a presto”.
Giuliano, provincia di Terni

“Potrebbe essere utile creare un portale gestito dal DPC in cui si trovano, suddiviso per tipologia di associazioni, in cui vengano gestite tutte quelle informazioni inerenti ai gruppi, al fine di creare un specie di "OSSERVATORIO" dei gruppi, per capire "chi siamo, cosa facciamo e relative competenze" con verifiche periodiche del portale ed ottenere una sorta di "certificazione di qualità" al fine di ottenere anche garanzie per l’ottenimento di contributi”.
Massimo, provincia di Rovigo

“Sono il presidente della Conferenza Regionale del Volontariato del Lazio, organismo sancito dalla L.R. 29/1993 quale portavoce del Volontariato presso le istituzioni Regionali. Sono al mio 4° Mandato in due anni. Per facilitare l'unione tra la protezione civile e gli altri settori del Volontariato dal 2010 abbiamo organizzato delle assemblee territoriali (una ogni ASL della Regione) propedeutiche per la conferenza Regionale. In questi luoghi vengono dibattute problematiche e proposte di tutto il Volontariato e ogni anno vengono eletti due portavoce territoriali (uno di protezione civile e ambiente, l'altro dei servizi sociali, sanità e cultura) che oltre a portare le istanze del proprio territorio in conferenza, formano un'attivissima "Regia" regionale, formata da Me e dai 24 portavoce. Ci stiamo integrando bene e per la prima volta si parla di temi comuni senza divisioni o litigi. Info nel gruppo facebook: Conferenza Regionale del Volontariato del Lazio”.
Roberto, provincia di Latina

“La rappresentanza è importante se le strutture da rappresentare sono credibili. Per questo è necessario che i temi relativi ai ruoli, alle modalità operative e alle risorse, siano ben sviluppati e producano il loro effetto/risultato, altrimenti si rischia di non avere nulla da rappresentare. Una consulta provinciale che a sua volta annualmente potrebbe diventare regionale potrebbe aiutare a migliorare la "percezione" della protezione civile e delle sue attività sul territorio. Ma la rappresentanza ha valore e titolo se matura la sua importanza attraverso la credibilità, l'operatività, la presenza. Per questo è necessario prima rafforzare l'immagine, la competenza, la necessità, la serietà delle strutture di volontariato di protezione civile e successivamente, grazie a questo, assegnare loro importanza mediante una adeguata rappresentanza nei "luoghi" che "contano”.
Fabio, provincia di Pescara

“Pienamente rappresentato”.
Carlo Alberto, provincia di Modena

“Tre proposte per far conoscere la Protezione Civile e conoscerci tra di noi in Protezione Civile: 1. Fare un Raduno Nazionale ogni anno in una città diversa in Italia. 2. Fare un Raduno Regionale, ogni anno, in una città diversa della regione. 3. Continuare la consultazione della BASE dei Volontari con internet”.
Lorenzo, provincia di Modena

“Anche la rappresentanza è di notevole rilevanza in quanto possiamo così dimostrare che siamo presenti anche quando non c'è un rischio, ma anche quando ci sono quelle manifestazioni atte a valorizzare il lavoro del volontariato”.
Marco, provincia di Viterbo

“La rappresentanza è quella che dovrebbe in qualche modo presentare le istanze, le proposte, le necessità di ogni singolo volontario e di ogni singola associazione; o è solamente una rappresentanza di facciata, rispetto a chi è stato indicato da altri per rappresentare il mondo del volontariato?”
Francesco, provincia di Rimini

“I luoghi di rappresentanza sono di particolare importanza per le forze del volontariato di Protezione Civile, non solo in quanto contesto per l'esercizio del diritto alla democrazia, ma anche perché occasione unica di conoscenza reciproca tra le culture dei vari gruppi, le stesse culture che poi d'improvviso entrano in gioco nell'emergenza, dove gli spazi di confronto e collaborazione riguardano necessariamente l'area del fare più che del pensare. La grande eterogeneità delle compagini dei volontari fa sì che si disponga di una grande ricchezza potenziale, ma ancora allo stato "grezzo", laddove sia carente la conoscenza di altri stili di pensiero, di diverse filosofie di fondo, di prassi mai messe a confronto con le proprie. Appare anche di un certo rilievo la cura di come tale gestione avverrà, così che nel tempo le varie culture possano trovare una buona armonizzazione: su questo la psicologia può fornire spunti certamente di grande interesse”.
Giovanni, provincia di Roma

“Attualmente i Coordinamenti o Consulte creano una sovrastruttura che durante emergenze di livello B o C non identifica il volontario nella propria associazione. Penso che sia meglio snellire al massimo il percorso rendendolo più naturale e cioè: Dipartimento, Regione, Comune, Organizzazione Nazionale, Regionale”.
Alberto, provincia di Modena

“Mi metto in mostra solo nei momenti di reale bisogno della collettività senza ostentare bandiere politiche”.
Giuliano, provincia di Imperia

“Gli stati generali del volontariato sono un'occasione mancata: coinvolgere nei lavori preparatori le istanze locali in ogni regione con momenti di confronto regionale, avviando la discussione attorno ai temi generali, avrebbe esaltato il ruolo e l'impegno del volontariato di PC di ogni regione. In questa modalità organizzativa i 250 "delegati" rappresentano se stessi o le reti nazionali, ANPAS, Misericordie; AVIS, PRO.CIV ARCI ecc. A parte una mail del dipartimento nazionale d'invito a questa consultazione, nulla é pervenuto che riguardasse un coinvolgimento nella scelta dei delegati. Come Presidente e rappresentante legale di un'organizzazione locale, presente in tutte le maxi emergenze nazionali, dichiaro che non ci sentiamo rappresentati da un'organizzazione verticistica e sorda. Se ci sarà bisogno di noi ci saremo come sempre, nel fuoco, al freddo, nel fango. Peraltro ci farebbe piacere essere coinvolti nella pianificazione organizzativa, nella programmazione dell'operatività”.
Fernando, provincia di Carbonia-Iglesias

“L'organizzazione di queste giornate a trenta anni dalla nascita della protezione civile ha una grande importanza e un grande valore. Le giornate risultano essere ancora più importanti dal fatto che si inseriscono in un momento delicato della storia italiana quello dell'abolizione di partiti e da una crisi economica. Il volontariato è un perno fondamentale dell'Italia, da nord a sud, radicandosi nei paesi più lontani e più nascosti ma efficiente e vicino al cittadino. L'incontro, che ha la caratteristica di essere a più voci prende il significato di allacciare rapporti, di conoscersi e di creare una rete sociale di grande valore sociale. Negli ultimi anni la protezione civile è cresciuta sia nelle sue capacità operative che per il numero di volontari. Purtroppo le sue capacità si devono vedere in seguito a grandi emergenze come l'ultimo caso "Neve" che ha visto coinvolto il sud del Lazio. La protezione civile lavora come un mosaico, raggruppandosi pezzo dopo pezzo”.
Giovanna, provincia di Frosinone

“La rappresentanza del Volontariato decentrato non può essere una delega “in bianco” ai grandi Raggruppamenti Nazionali ed Enti Locali (Regioni, Provincie, Comuni). Nella maggior parte dei casi è una “rappresentanza formale” che si limita a pochi eletti; vengono coinvolte con un “abuso di potere” sempre le stesse associazioni mortificando quelle realtà anche se più piccole non meno importanti, che non fanno parte dei più. Tanti gruppi di Volontari di PC non si sentono rappresentati da tali attori. Bisogna uscire dal concetto di “clan”, poco democratico e passare da una rappresentanza formale da una attiva. Necessita un’integrazione operativa del mondo del Volontariato ottenendo così sinergie, specializzazioni, promozione della prevenzione e vicinanza al cittadino, contribuendo in tal modo, come attori importanti alla crescita del senso di “cittadinanza attiva”.
Alessandro, provincia di Firenze

“I gruppi comunali, in Piemonte, sono al di fuori del sistema riconosciuto dalla Regione e, pertanto, in ogni occasione non vengono attivati/coinvolti se non appartengono ai Coordinamenti. Assoggettare gli Enti pubblici ad associazioni private è un assurdo che non regge giuridicamente e limita il ruolo che i gruppi possono avere. Occorre che i gruppi comunali abbiano una loro rappresentanza, autonoma e dedicata, proprio per la loro particolare conformazione giuridica”.
Simona, provincia di Biella

“Per rendere più partecipe e sentirsi rappresentati, perché non rendere pubblici alcuni incontri o le varie conferenze che si tengono lungo tutta la nostra penisola nelle quali vengono discusse decisioni relative al mondo del volontariato? Seguirle magari mediante delle video conferenze! Così tutti gli interessati all'argomento trattato anche se non presenti direttamente possono ascoltare e formare la propria idea su quanto viene dibattuto oppure inviare periodicamente mail alle associazioni per aggiornarle sulle decisioni prese? Anche una ottima alternativa potrebbe essere attivare un forum che costituisca una linea diretta con il dipartimento nazionale!!! Molti volontari neanche sanno l'estrema disponibilità del Dipartimento Nazionale a dare informazioni o suggerimenti”.
Carmine, provincia di Isernia

“Anche in questa occasione si è manifestato uno dei più gravi problemi esistenti nel rapporto tra volontariato e istituzioni. Verificando che, chi rappresenta il volontariato è "scelto" dalle istituzioni, spesso secondo il parere del funzionario di turno. Niente viene fatto affinché il volontariato possa partecipare democraticamente ad incontri utili ad un migliore espletamento del servizio comune. Servizio al quale, il volontariato, contribuisce sempre in un ruolo concreto ed essenziale, ma sempre considerato in termini di manovalanza. Questi concetti sono evidenziati nelle regioni in cui il sistema (pubblico) di Protezione Civile è più arretrato e le difficoltà sociali sono più marcate. Spesso utilizzando il ruolo pubblico per clientelismi di varia natura. Direttive chiare date dagli organismi principali, sono utili (oltre che senza costi) a sostenere e promuovere le rappresentanze democratiche del volontariato evitando che, proprio dove esistono, vengano sistematicamente ignorate”.
Pier Paolo, provincia di Carbonia-Iglesias

“Possono essere rappresentate anche le Associazioni che fanno parte di Coordinamenti Regionali riconosciuti e che hanno al loro interno più di 20 associazioni o gruppi comunali”.
Antonino, provincia di Roma

“Credo sia giunto il momento per inserire nell'ambito della consulta nazionale una rappresentanze delle associazioni locali, perno vero del sistema integrato di Protezione Civile. Tutto ciò sarà fondamentale anche per la concessione di contributi alle medio/piccole associazioni per gli adempimenti di cui al Decreto 81 di recentissima pubblicazione. In alcune regioni già esistono coordinamenti provenienti dal basso che dovrebbero/potrebbero essere coinvolti dalle regioni e dallo stesso DPC”.
Marco, provincia di Latina

“Credo sia opportuno nella consulta del volontariato inserire non solo le organizzazioni nazionali di PC ma anche una delegazione dei gruppi comunali e della altre associazioni ONLUS”.
Mauro, provincia di Roma

“Sarebbe opportuno prendere in considerazione solo i coordinamenti costituiti e riconosciuti nelle proprie regioni, dato che attualmente nella consulta nazionale sono riconosciute solo le associazioni nazionali, e che comunque abbiano all’interno adesioni di associazioni e o gruppi comunali”.
Michele, provincia di Latina

“Allargare la rappresentanza nella consulta nazionale, non solo alle associazioni nazionali, ma anche ai coordinamenti costituiti e riconosciuti nell'ambito della regione di appartenenza che abbiano un'adesione di associazioni e gruppi comunali significativa”.

Antonio, provincia di Latina

“Dato che nella consulta sono presenti solo i rappresentati delle associazioni nazionali, è opportuno considerare tutti quei coordinamenti riconosciuti dalle regioni di appartenenza ed in cui operano attivamente e soprattutto che comprendano un cospicuo numero di associazioni e gruppi comunali”.
Antonio Erasmo, provincia di Latina

“Dovrebbero essere rappresentate in consulta oltre che le associazioni nazionali anche tutte quei gruppi appartenenti ai coordinamenti e colonne mobili costituiti e riconosciuti dalla regione in cui operano”.
Marilena, provincia di Latina

“Tra progetti futuri specifici, sarebbe opportuno soffermarsi sulla preparazione di un nucleo di 10 – 15 Volontari da dedicare alle emergenze, operativo specialistico a livello regionale/nazionale. Nello specifico, è intendimento della Organizzazione di Volontariato di Protezione Civile di Settimo San Pietro preparare un nucleo da impiegare nella valutazione e difesa della popolazione civile dalla minaccia Chimica, Biologica, Radiologica, Nucleare in generale; alla tutela e salvaguardia dell’ambiente preservandolo da potenziali fonti di inquinamento, nonché dotarsi di un nucleo abilitato alla bonifica e smaltimento di materiali e sostanze pericolose. Particolare attenzione è rivolta al soccorso e allo sgombero di eventuali feriti” contaminati” da sostanze chimiche, biologiche, radioattive, attività questa svolta da Enti Militari o dalle squadre NBCR dei VV.FF”.
Giovanni, provincia di Cagliari

“Le province dovrebbero avere pieno potere organizzativo sulle organizzazioni che ricadono nel proprio territorio in modo da ottenere interventi più celeri e mirati senza dover aspettare la lenta "macchina" regionale”.
Giuseppe, provincia di Medio Campidano

“Bisogna formare personale che interagisca non solo nelle aule ma nel campo, cioè dei professionisti che insegnano come montare le tende ad esempio nel modo più veloce e facendo meno fatica. Invece di individuare elementi che non sono in grado di trasmettere le proprie competenze e conoscenze ai volontari. Quello che ho visto è che vi sono ancora cose che non vanno. Ad esempio ad oggi è possibile uno che prende un mezzo vada a sbattere perché va veloce? Forse è il caso di formare il personale e mettere in condizioni chi si rende disponibile”.
Ugo, provincia di Forlì-Cesena

“Possibilità di centralizzare il tutto su una sala operativa sia regionale che provinciale gestita dai volontari”.
Davide, provincia di Brescia

“Ringrazio TANTISSIMO tutti quei Funzionari di Protezione Civile che sia nelle emergenze che nelle esercitazioni, con spirito di sacrificio sono stati accanto a noi Volontari e sono stati per noi GRANDE ESEMPIO. Un po’ meno altri Funzionari che prefericono FARE I FUNZIONARI e mentre noi dormiamo nelle tende e stiamo al freddo e all'acqua, loro preferiscono DIRIGERE l'ORCHESTRA magari dall'albergo”.
Antonino, provincia di Messina

“Ruolo importantissimo dei volontari di Protezione Civile nel portare aiuto a chi ne ha bisogno, sempre pronti alla partenza. La formazione, i corsi autoformativi, lo spirito di corpo che ci unisce ha fatto sì che dopo poche ore dall'evento sismico dell'aprile 2009 eravamo a L'Aquila, sicuri di dare il nostro aiuto. Con semplici sguardi, conoscendo ciascuno di noi il suo ruolo e le sue capacità alle ore 9,30 salvavamo, estraendola dalle macerie Antonella per poi correre subito all'ospedale civile per il montaggio di una PI88 necessaria per far venire alla luce una nuova vita a poche ore di quando se ne erano spente troppe. Con l'esperienza acquisita in tante operazioni, con capacità e soddisfazione la nostra Associazione ha gestito la Tendopoli 7 di Coppito ed ancora oggi a distanza di tre anni gli ospiti della tendopoli ringraziano dell'aiuto”.
Mauro, provincia di Teramo

“Formazione, fortemente caratterizzata alla conoscenza delle procedure, selezione a selettività anche sulle associazioni di volontariato non tutte devono o possono fare protezione civile”.
Giovanni, provincia di Cosenza

“È assolutamente fondamentale definire i ruoli e le modalità operative dei volontari di Protezione Civile a livello nazionale, oltre a delineare quale deve essere la formazione di base comune a tutti i volontari. In caso di interventi importanti con più realtà presenti è necessario conoscere cosa può fare un volontario di Protezione Civile a prescindere dall'associazione da cui proviene. Ogni associazione, poi può avere delle specializzazioni (i sub, gli A.I.B., ecc) ma tutti devono avere una conoscenza base in modo anche da guadagnare un linguaggio "tecnico" comune, in modo che volontari di tutta Italia possano collaborare in caso di calamità. Penso che avendo a che fare con grandi quantitativi di persone possa essere importante che tutti i volontari abbiano una formazione riconosciuta per un primo soccorso, che tutti abbiano in mente dei protocolli comuni. In questo modo è possibile una maggiore collaborazione fra tutti, anche con i VVF”.
Daniele, provincia di Verbano-Cusio-Ossola

“Un Paese come l'Italia, che unisce nei suoi confini una miriade di scenari di rischio impressionante, ha la necessità vitale di modellare un sistema di protezione civile quanto più possibile agile, flessibile ed efficiente. Nelle differenze e nelle peculiarità proprie di ogni territorio, va reso nazionale ed istituzionalizzato il sistema delle colonne mobili, organizzate in maniera modulare su base regionale o subregionale, ma identificate ed a disposizione del Dipartimento nazionale in caso di necessità. L'interoperatività tra colonne mobili (e tra gruppi) va incrementata incentivando e favorendo l'organizzazione di esercitazioni, gemellaggi, scambi. L'apertura a nuove forze, e la verifica delle capacità di quanto censito, deve essere il criterio fondamentale di questo sistema di azione: una "manutenzione" che deve essere istituzionalizzata e continuata nel tempo”.
Andrea, provincia di Roma

“Fondamentale una gestione gerarchica, ruoli ben chiari e nessun eroe. La divisione in squadre con volontari preparati ed addestrati gestiti da un caposquadra addestrato su tutte le varie tipologie operative, che sappia coordinare al meglio le operazioni”.
Beniamino, provincia di Gorizia

“Visto la preziosa importanza delle associazioni di volontariato di p.c. di ogni "ordine e grado" sul territorio dove operano, quale un elemento fondamentale nella capacità operativa di risposta nell’ambito delle emergenze, chiedo di trovare una soluzione per formare un coordinamento locale tra i vari Enti e le Associazioni di questo settore perché (almeno nella nostra provincia) ancora non riusciamo ad avere quel giusto e fondamentale COORDINAMENTO in fase operativa e di allertamento”.
Piero Nunzio, provincia di Cosenza

“Ritengo sia di fondamentale importanza al fine di garantire interventi efficaci che, anche le istituzioni, che in caso di emergenza mobilitano i volontari, siano consapevoli che non tutti gli interventi richiesti rientrano nelle competenze e nelle possibilità dei volontari di protezione civile. Per evitare dunque spiacevoli incomprensioni penso sia importante che loro stessi (sindaci o rappresentanti vari) conoscano e studino la normativa vigente (ad esempio con modalità simili ai corsi che già fanno i volontari) che delinea chiaramente gli ambiti di intervento”.
Francesco, provincia di Padova

“All'interno delle regioni si dovrebbero creare delle reti di protezione civile, composte da associazioni di volontari e funzionari regionali, in modo che ci sia uno scambio informativo migliore più rapido ed efficace. Una rete che dovrebbe collegare i vari gruppi in via prioritaria telematicamente cosi da essere sempre aggiornati sull'evolversi delle varie fasi dei rischi”.
Massimiliano, provincia dell’Aquila

“Istituzionalizzare i ruoli garantendo uniformità nella preparazione tecnica dei volontari. Non ci possono essere diversi modi di operare perché ciò crea incomprensioni e ritardi durante le emergenze. A tal proposito mi sento di suggerire l'istituzione di una sorta di "Accademia Nazionale di Protezione Civile" ovvero un certo di formazione permanente in cui ogni associazione, ogni volontario possono attingere per corsi ad hoc”.
Marco, provincia di Roma

“Considerando la presenza attiva e quotidiana di volontari nel tessuto sociale, nel territorio e considerata la carenza di organi diciamo "ufficiali" (polizia municipale, VVF sotto organico ecc.) perché non dare al volontario preparato, istruito, uno status ed una operatività riconosciuta e tutelata dalla legge. Mi riferisco ad esempio alle operazioni di controllo del micro-territorio dove viviamo e/o operiamo.
Dove giornalmente interveniamo anche solo per segnalare problematiche di tipo viabilità (soste negli attraversamenti pedonali che bloccano il passaggio di carrozzine, invalidi, bambini all'uscita delle scuole). Dalla mia esperienza, registro una necessità da parte della gente di avere un riferimento a cui rivolgersi. La figura dell'operatore di protezione civile, nonostante le polemiche passate, conserva ancora una dignità riconosciuta ed apprezzata. Tracciare in modo chiaro ruoli e modalità operative sarà di grande aiuto”.
Roberto, provincia di Roma

“Per quanto riguarda i ruoli e le modalità operative ogni regione dovrebbe creare una rete dell'associazioni di volontariato di protezione civile e assegnare mezzi e programmi naturalmente con un controllo continuo da parte del dipartimento regionale di protezione civile”.
Maria Rosa, provincia di Crotone

“Sono il presidente della associazione "Trani s.o.s. Infanzia del Mondo" Associazione di volontariato con scopo di solidarietà nell’area sociale e socio-sanitaria, con riferimento alle problematiche legate all’infanzia, alla povertà, all’emarginazione, per coloro che versano in gravi condizioni di salute e specialmente per chi vive in territori in cui sono presenti i Contingenti Militari Italiani. Spesso i ruoli e le modalità operative "soffrono di una burocrazia molto complessa che spesso a livello comunale viene devoluta a persone poco esperte del settore oppure poco sensibili al settore. Cito un piccolo esempio di quando è successo il terremoto a L'Aquila: appena avuta la notizia ho immediatamente chiamato il responsabile comunale per il da farsi la sua risposta "non ti preoccupare tanto a Trani non si è sentito niente"... ho chiuso la telefonata, mi sono organizzato con i volontari, e dopo 6 ore ero a L'Aquila”.
Luca, provincia di Barletta-Andria-Trani

“Le Organizzazioni di Volontariato collaborano con le realtà e le istituzioni locali, nazionali e internazionali, svolgono un preciso ruolo politico e di impegno civico”.
Luciano, provincia di Cosenza

“Al fine di ottimizzare le risorse umane, economiche e strumentali sarebbe opportuno arrivare all'ottenimento di specializzazioni non dei singoli gruppi ma di interi distretti (vedi ad es. i 6 distretti della provincia di Rovigo) in modo da sapere in che contesto e come intervenire. I gruppi che fanno tutto e vanno ovunque non hanno futuro”.
Massimo, dalla provincia di Rovigo

“In un momento di grande crisi economica dove le forze istituzionali preposte al soccorso sono “all’osso” ritengo che una migliore organizzazione del volontariato di protezione civile possa rappresentare per il cittadino una risorsa inesauribile in termini sia qualitativi che professionali. Quindi più visibilità e competenze ai volontari!!”
Francesco, provincia di Viterbo

“Il problema maggiormente rappresentatomi al momento riguarda gli adempimenti del TUS 81/2008.
Volontariato, per avere maggiore efficienza e efficacia ,dovrebbe essere strutturato in Coordinamenti Provinciali con un Presidente per ogni provincia che a loro volta eleggono un Responsabile Regionale e che a loro volta eleggono un Rappresentante Nazionale”.
Rossano, provincia di Imperia

“I ruoli devono essere ben delineati e chiari al fine di non creare confusione”.
Tommaso, provincia di Frosinone

“Un sistema di protezione civile nazionale, organizzato poi sui diversi livelli territoriali (regioni, province, comuni) deve trovare necessariamente uniformità di azione, rappresentanza, comunicazione, immagine. Non è possibile che il sistema, seppur strutturato da diverse tipologie di associazioni, gruppi ed organizzazioni, abbia loghi infinitamente diversi (basti vedere i loghi delle diverse protezione civile regionali) e divise dei più disperati colori e forme. E’ necessario “curare” anche l’immagine per provare ad essere sempre più credibili e “riconoscibili”. Potrebbe essere utile avere indicazioni uniche su logo, divisa ed ogni quant’altro possa uniformare l’immagine della protezione civile sull’intero paese. Sarebbe anche un modo utile per condividere maggiormente, avendo tutti la stessa “divisa”, seppur con nomi di associazioni diverse, il mondo del volontariato e l’appartenenza al sistema di protezione civile. Un vademecum sull’argomento potrebbe essere veramente utile”.
Fabio, provincia di Pescara

“Gli ultimi eventi accaduti sul territorio rinnovano ancora i principi indicati nella legge 225. Molti sindaci non conoscono la reale valenza del proprio ruolo. Alcuni territori molto produttivi altri con eventi eclatanti sono assenti. Un mio messaggio rivedere il ruolo del sindaco”.
Claudio, provincia di Bergamo

“Creare un corpo nazionale del volontariato per le emergenze nazionali ed internazionali che si ponga al di sopra delle organizzazioni (gruppi comunali ed associazioni) locali con una struttura di comando piramidale tipo i VV.F. volontari e con attività formative/addestrative specifiche - divisi in “regionali “ ed impegnati nelle colonne mobili regionali quale task force in supporto alle organizzazioni locali, e quali colonna mobile nazionale - persone che garantiscano la partenza in tempi stretti e che lo possano fare in accordo coi datori di lavoro. Ora c’è troppa differenza tra province e tra regioni, non c’è una unica linea comportamentale generale - basta poi concedere servizi a manifestazioni sportive, cerimonie religiose ed altro – il Volontariato di protezione civile deve riprendersi la sua dignità”.
Giuseppe, dalla provincia di Pavia

“Ben organizzato”.
Carlo Alberto, provincia di Modena

“Chiedo se possibile, istituire la patente di servizio anche per i guidatori di automezzi di protezione civile dotati di dispositivi di cui all'art. 177. Cordiali saluti”.
Luciano, provincia di Ancona

“Ritengo essenziale uniformare il più possibile le risorse ed i mezzi in dotazione, nonché le procedure operative ed i soggetti che le applicano. Non è più pensabile che ad ogni campanile corrisponda un modus operandi diverso e solo parzialmente integrato e condiviso”.
Andrea, provincia di Vicenza

“Dovrebbe essere creato uno strumento informatico comune da mettere a disposizione di tutte le Associazioni e delle varie articolazioni, sale operative, coordinamenti eccetera in cui inserire TUTTE le informazioni relative a persone, mezzi, attrezzature, datori di lavoro, eccetera facendo sì che lo strumento possa essere utile e comodo per la gestione anche quotidiana di tutti i soggetti interessati (ad es. le Associazioni dovrebbero poterlo usare per gestire quotidianamente i servizi, sapere chi hanno attivato per quali servizi, eccetera; le sale operative per sapere in tempo reale quali risorse sono disponibili e quali già attivate da altri enti per la stessa o per altre emergenze, ecc., la comodità è "obbligatoria" perché altrimenti nessuno lo userebbe) che sia facile da gestire e da aggiornare (non come il SART della Regione Toscana, che è lento e macchinoso). Lo stesso strumento potrebbe essere utilizzato per gestire attestazioni e rimborsi, sia da parte del DPC che dalle Regioni”.
Francesco, provincia di Firenze

“Ritengo che il modello "Friuli" per divisione dei ruoli, modalità di intervento, di coordinamento e di efficacia possa essere d'ispirazione a tutte le altre Regioni d'Italia. Vi sono 2 modi di fare le cose: provare, sbagliare, riprovare, risbagliare ecc. sino ad ottenere un buon risultato OPPURE copiare i modelli vincenti ed adattarli alle varie situazioni”.
David, provincia di Udine

“Documento importantissimo, anche perché negli ultimi tempi ci si è lasciati andare, personalmente ho potuto vedere cose fuori dai binari normativi e regolamentari; per cui occorre chiarire nei particolari sia i ruoli delle associazioni che dei volontari”.
Massimo, provincia di Terni

“La tragedia dell'Aquila ha avuto una risposta "eccezionale" per la tempistica, ma nel settore dove io ho operato ha evidenziato incongruenze strutturali e organizzative che hanno bisogno di un grande lavoro di formazione dei volontari. Credo che debba sempre di più esistere un " volontario professionale" e formato "psicologicamente" per rispondere a questi tipo di interventi”.
Lorenzo, provincia di Modena

“Il ruolo del volontariato ed in particolar modo quello di protezione civile, è diventato fondamentale come supporto operativo agli organi dello Stato. Di particolare rilevanza l'impegno dimostrato sia durante lo stato di eventuali calamità naturali che durante la campagna A.I.B. Occorrerà monitorare attentamente le attività ed i metodi operativi di tutte le associazioni per avere una certezza operativa”.
Marco, provincia di Viterbo

“I volontari si differenziano tra loro anche in funzione delle capacità personali. Questa diversità permette al gruppo di crescere solo se realmente affiatato. Bisogna valorizzare le attitudini personali e spronare il volontario a condividere le proprie esperienze con gli altri. Le modalità operative invece non devono essere lasciate all'iniziativa personale; tutti i gruppi, grandi o piccoli che siano,indistintamente dalla specializzazione, devono condividere le procedure di base da mettere in essere in casi, per esempio, di ricerca disperso o di intervento in caso di maltempo. Le esercitazioni devono si essere un momento per valorizzare la specializzazione del gruppo, me devono anche dare la possibilità all'ente superiore di fare conoscere un modo di operare comune. Ben vengano gli incontri più o meno operativi per gruppi della stessa specializzazione”.
Silvano, provincia di Brescia

“Per una migliore integrazione sembra essere sempre più necessario istituire moduli formativi certificati e processi di progressione verticale dei quadri codificati e certificati come già avviene nel sistema A.I.B. Piemonte”.
Giovanni, provincia di Vercelli

“Anche se a livello regionale siamo ancora un po’ carenti sulla gestione e sulla creazione effettiva di una vera e propria colonna-mobile regionale, la mia regione si adopera come meglio può su tutto il territorio. A mio parere basta poco per creare una colonna-mobile ben organizzata, impiegando anche personale qualificato presso la Sala Operativa Regionale, anche con conoscenze tecniche dei mezzi e personale da impiegare sull'evento. Condivido pienamente la vs dichiarazione sui Sindaci che devono essere il fulcro del Volontariato a livello comunale e perché no, intercomunale. Mi auguro non rimanga un'utopia. Cordiali saluti”.
Alessandro, provincia di Roma

“Quando si parla di Protezione Civile, i ruoli e le modalità operative diventano fondamentali a garanzia di un intervento efficace per superare stato di crisi (a qualsiasi ordine di livello). Fondamentali sono le figure, di chi deve coordinare operazioni (ognuno per le proprie competenze) e le stesse devono avere preparazione specifica. Corrette modalità operative ne sono la logica conseguenza. Sintetizzando, metodo "AUGUSTUS". Modello più che valido, ma ancora lontano dall'essere universalmente usato”.
Biancamaria, provincia di Lucca

“Le modalità operative e i ruoli vanno rispettati, con serietà e praticità, usando se serve il metodo del buon padre di famiglia per far sì che in qualsiasi caso si possa intervenire prontamente, vigilando su chi approfitta della situazione, a scapito di chi ne ha veramente bisogno”.
Tullio, provincia di Cuneo

“Buongiorno, sono un semplice volontario specializzazione logistica, chiedo solo di lasciare alla P. C. i compiti istituzionali e lasciarla fuori da organizzazione di eventi tipo La Maddalena o simili. É triste per noi che lavoriamo essere derisi per quelle cose”.
Luigi Domenico, provincia di Lecco

“La mia associazione sta attraversando un periodo non certo felice nella struttura provinciale nella quale opero. Emergenze nelle quali non si viene chiamati per campanilismo politico ed addirittura richiami in merito alla formazione che costantemente proponiamo anche ai volontari di altri gruppi. Il tutto per l'esibizionismo che i nostri politici devono dimostrare in ogni occasione, dimenticandosi che se un volontario è preparato è per la frequenza dei corsi di formazione che noi ed altre associazioni proponiamo, non certo per quel paio di incontri annuali che certe amministrazioni fanno. Mi dispiace che nessuno difenda queste organizzazioni, spendendo invece parole di elogio solo per i gruppi comunali..di cui i volontari non devono comprarsi la divisa, le attrezzature, i mezzi e quant'altro..mi fa piacere invece che gli stessi volontari poi si presentino ai nostri corsi, per imparare e crescere..ma questo nessuno lo dice.. “
Emidia Maria, provincia di Ascoli Piceno

“Vorrei che fossero definiti dei gruppi di ruoli con aree di competenza, in modo da poter agire e intervenire in modo sempre più specifico nelle emergenze. Questo ci porterebbe ad una migliore specializzazione personale, migliorabile anche con una formazione mirata”.
Daniele, provincia di Teramo

“La legge 266/91 indica chiaramente che uno dei capisaldi della legge è l'autonomia dell'associazione. Ma spesso ciò non accade perché spesso si creano tra le istituzioni e alcune componenti del volontariato alcuni legami anche contrattuali che spingono spesso il volontario ad essere un dipendente a costo zero; questo anche a causa del basso profilo della dirigenza del volontariato che dovrebbe rappresentare in modo autonomo e dignitoso il proprio mondo e non riesce a sfuggire alle logiche clientelari che anche nel volontariato troviamo in modo sempre più diffuso e frequente”.
Francesco, provincia di Rimini

“A questo documento io penserei alla creazione di una Scuola Nazionale di Protezione Civile o Linea guida Nazionale o Formazione Nazionale...la necessità di avere la stessa formazione su tutto l'arco nazionale è fondamentale e riprende un po’ tutti i 4 documenti..rimango a disposizione x qualsiasi info..come Gruppo Comunale abbiamo iniziato un percorso di Formazione sperimentale per ampliarlo a livello Provinciale e Regionale”.
Alberto, provincia di Modena

“Nelle emergenze che ognuno faccia ciò per cui è portato senza farsi scudo del proprio ruolo”.
Giuliano, provincia di Imperia

“Le attività di Protezione Civile coordinate dagli Enti Regionali e Locali sono in realtà subordinate alla qualità organizzativa degli stessi. Molte regioni, la Toscana ne è un esempio, soffrono di una incapacità istituzionale di coinvolgimento delle varie Associazioni di Protezione Civile. Vengono privilegiate senza criterio sempre le stesse Associazioni mortificando quelle realtà che non fanno parte del “giro”. Bisogna attuare un processo di integrazione programmato prima tra le varie Associazioni poi con le Istituzioni. Solo con una applicazione e sviluppo concreto del concetto di sussidiarietà orizzontale e verticale si possono creare forze qualificate, prevenzione mirata, professionalità senza spreco di energie certi di crescere insieme al di là della Associazioni di appartenenza e vicini alla Cittadinanza”.
Alessandro, provincia di Firenze

“Sono perfettamente d'accordo”.
Sergio, provincia di Torino

“Le proposte del volontariato, considerato il valore che la normativa gli attribuisce, sono preziose e fondamentali per una programmazione condivisa delle attività durante i tavoli di lavoro. Per questo, chiedo che tali idee (sia dei volontari dei gruppi comunali che di quelli delle associazioni) vengano valorizzate, promosse, e non "rigettate" solo perché derivanti da volontari. Le organizzazioni di volontariato sono costituite da persone con particolari qualifiche, titoli di studio, esperienze di lavoro. Ci sono spesso figure imprenditoriali, liberi professionisti che decidono di dedicare gratuitamente una parte del loro tempo e del loro lavoro. Vorrei che il pregiudizio delle istituzioni venisse "superato" e che il "volontariato" fosse considerato alla stessa stregua delle altre strutture operative di Protezione Civile. Vorrei che fossero condivise dalle istituzioni le proposte formative che spesso determinate organizzazioni prospettano con tanto entusiasmo per vedersele poi respinte”.
Marina, provincia di Ascoli Piceno

“I ruoli sono molto importanti in caso di soccorso o assistenza alla popolazione. Nel momento in cui si verifica un’emergenza sul proprio territorio, non è opportuno che l’associazione di protezione civile del posto sia autorizzata ad "intervenire" conoscendo bene il territorio e potendo dare un prezioso contributo alle operazioni di soccorso? Naturalmente senza la pretesa di voler da sola risolvere la situazione ma semplicemente mettendo a disposizione di chi coordina le operazioni la propria operatività e le proprie conoscenze del territorio al fine di contribuire alla risoluzione più tempestivamente possibile dell’emergenza stessa? A me pare sia una ottima cosa ma non sempre questa opportunità viene colta, anzi, alle volte viene cinicamente repressa”.
Carmine, provincia di Isernia

“Direi molto importanti a partire dal livello Comunale poi a salire fino al Dipartimento, volontariato valore essenziale della nostra nazione che si sta vanificando con tutti i vari tagli del governo ma che se andasse a finire l'Italia potrebbe avere un tragico crollo”.
Massimo, provincia di Mantova

“La nostra organizzazione si occupa da oltre 10 anni di cinofilia ed opera nell'ambito delle ricerche di persone disperse in superficie o sotto macerie. Nel corso di questi anni abbiamo potuto rilevare una totale mancanza di regole nella definizione delle attività delle unità cinofile, non si è mai riusciti a dare una risposta definitiva alla formazione necessaria alle unità cinofile per operare in ricerche reali, non si sono mai stabilite procedure chiare di intervento per le unità cinofile. Sarebbe quindi necessario che il dipartimento promulghi un regolamento per i brevetti operativi unico per tutte le regioni, consentendo a tutti coloro che hanno un brevetto operativo di conoscere le modalità di lavoro di tutti quelli che si può incontrare in operatività, inoltre le autorità potrebbero contare su una preparazione omogenea, in questo modo si potrebbero standardizzare gli interventi di intervento delle Unità Cinofile”.
Maurizio, provincia di Roma

“Il DPC dovrebbe dare indicazioni chiare e puntuali a tutte le Regioni sulla costituzione delle colonne mobili operative, sulle figure professionali da adottare (Disaster Manager) e sui piani operativi di intervento”.
Mauro, provincia di Roma

“Sarebbe opportuno la formazione di nuovi albi di volontariato specifico di protezione civile, definendo e classificando le associazioni x la loro provata esperienza, professionalità, operatività e soprattutto anzianità”.
Michele, provincia di Latina

“Classificare le associazioni di volontariato di protezione civile per la loro professionalità, operatività, esperienza ed anzianità, in un apposito albo costituito per le sole associazioni di volontariato di protezione civile”.
Antonio, provincia di Latina

“Bisognerebbe procedere alla ridefinizione ed organizzazione degli albi del volontariato di protezione civile dove vengano classificate le associazioni a seconda della loro esperienza, professionalità operativa e soprattutto alla loro anzianità di costituzione”.
Antonio Erasmo, provincia di Latina

“Bisognerebbe definire in maniera puntuale tutte le attività che possono definirsi proprie di protezione civile nell'ordinario così da poterle differenziare da quelle che lo diventano o ne servono lo scopo in casi "eccezionali". Una ridefinizione degli albi di volontariato di Protezione Civile favorirebbe la classificazione delle associazioni per la loro esperienza, professionalità, operatività e anzianità”.
Marilena, provincia di Latina

“La crisi colpisce tutti e purtroppo le prime organizzazioni che ne risentono, di questi enormi e ingiusti tagli che il governo ci infligge, sono le piccole associazioni composte da poche decine di volontari che operano con tutte le loro forze in un ristretto territorio abitato da poco più di 1300 abitanti, che però risiedono in una zona ad altissimo rischio idraulico e idrogeologico come ne dimostrano le 2 alluvioni che nel 2008 ci hanno colpito e ancora oggi i lavori di messa in sicurezza del corso d'acqua non sono ancora stati eseguiti. È impensabile mandare avanti una organizzazione di volontariato senza l'aiuto dello stato e delle regioni; ci si trova in forte difficoltà e talvolta si è incapaci a far fronte a delle spese obbligatorie come le assicurazioni dei volontari e dei mezzi che ogni anno incidono gravemente sul bilancio dell'organizzazione. La regione Sardegna oggi ci rimborsa il 50% della spesa totale sulle assicurazioni dei volontari, percentuale molto bassa in quanto nel registro delle associazioni di volontariato vi risultano un gran numero di associazioni che non possono assolutamente essere paragonate all'altissimo rischio d'infortunio e spesso di morte che incorre un volontario di Protezione Civile. È bene suddividere le organizzazioni di volontariato in fasce di rischio in modo da avvantaggiare con rimborsi spesa più ragionevoli quelle categorie maggiormente esposte ad infortuni”.
Giuseppe, provincia di Medio Campidano

“Le organizzazioni di volontariato hanno bisogno di personale giovane è ora di cambiare la rotta visto che le risorse partono dai giovani insieme ai vecchi. Sono uno dei pochi che ho studiato Economia Sociale e grazie al Professore Zamagni artefice della Legge sulle Onlus. Bisogna che i presidenti siano più trasparenti sulla gestione delle organizzazioni. Sono un volontario che ho avuto la fortuna di entrare in Protezione Civile dopo una collaborazione occasionale di Economato. E attualmente sono segretario dell'associazione ma non mi è stata data la possibilità di mettere ancora mani al conto. Eppure è dal 2007 che sono in Protezione Civile. Ho fatto il corso Aib, il corso Base, un Corso da Logista, Patente E e Corso Idrogeologico. Purtroppo ho visto durante il corso di logistica che le cose che vengono spiegate sono sempre le stesse e non viene dato invece spazio ai giovani”.
Ugo, provincia di Forlì-Cesena

“Sembrerà strano ma penso che anche in un momento di crisi come questo non sia difficile reperire risorse, molte sono le grandi aziende che fanno donazioni solo per scaricare qualcosa, bisogna creare una "specie di Banca Etica" dove a gestire il tutto sia solo la Protezione Civile e raccolga tutte le donazioni classificando le varie aziende donatrici per eventuali commissioni del Dipartimento esempio in caso di emergenza ecc”.
Francesco, provincia dell’Aquila

“Invece di SPRECARE RISORSE - e sono molte quelle che si sprecano (non bastano queste poche righe) perché il Dipartimento non assegna il materiale a delle Associazioni in comodato come fa con le macchine e appena l'Associazione non risponde se lo fa restituire per darlo ad altre Associazioni, e non penalizza le Associazioni facendo acquistare loro del materiale con un cofinanziamento (perché prendersi in giro ???? Perché non dare la possibilità alle Associazioni di aver un dialogo serio e soprattutto COSTANTE con il Dipartimento (è brutto quando la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra e nel Dipartimento spesso QUESTO SUCCEDE !!!!) Noi Volontari mettiamo tutta la nostra buona volontà ma non possiamo mettere pure del denaro che dobbiamo sottrarre alle nostre famiglie. Già per colpa delle istituzioni mettiamo il nostro tempo. Perché non creare qualcosa di veramente utile e non di "accomodante" per mettere le carte a posto??? Perché non sfruttare bene e meglio il Volontariato che non deve essere considerato "MANOVALANZA GRATUITA" e poi i soldi delle emergenze vanno in tasca di ....... mentre noi Associazioni dobbiamo ancora percepire il rimborso delle spese cha abbiamo sostenuto in Estate per i servizi Antincendio .... NON E' UNA VERGOGNA ??? Oggi facciamo più fatica noi Associazioni a tenere in piedi le nostre strutture non perché non c'è la voglia nei nostri Volontari ma perché quella che hanno a lungo andare ... GLI PASSA !!! Perché non c'è nessuno capace di venirci incontro?????? o smentirmi ed allora chiederò scusa pubblicamente, ma sino a quel giorno non potrò avere molta stima e fiducia in tanti Funzionari di Protezione Civile. Distinti Saluti”.
Antonino, provincia di Messina

“Io vedo la situazione in Piemonte, dove non ci sono associazioni appoggiate dalle realtà comunali, la scarsità di materiali, mezzi e preparazione dei volontari è altissima. La Regione spende solamente per il Corpo A.I.B. o al massimo per i coordinamenti provinciali (per mezzi di dubbia utilità e mai per corsi di formazione, ne sono stati fatti 2 per la Protezione Civile negli ultimi 5 anni e più) e le associazioni non riescono nemmeno a vestire i volontari. Tra l'altro un semplice metodo per far risparmiare denaro alle associazioni e rendere più uniforme il volontariato di Protezione Civile sarebbe l'intervento del Dipartimento Nazionale. Se fosse il Dipartimento ad acquistare le divise dei volontari e poi le rivendesse alle associazioni si potrebbero ottenere prezzi molto più vantaggiosi (dovuti ai grandi ordinativi), uniformare le divise dei volontari, il tutto con spese quasi nulle per lo Stato in quanto comunque le associazioni comprerebbero il vestiario a loro necessario. Se questo non fosse possibile a livello nazionale, almeno a scala regionale potrebbe esserlo. Inoltre data la scarsità di finanziamenti non è pensabile che enti pubblici promuovano dei corsi di formazione, ma riservandoli solo ad alcune
associazioni, questo impedisce di operare ad altre squadre o fa fare più corsi con conseguente sperpero di denaro pubblico”.
Daniele, provincia di Verbano-Cusio-Ossola

“Un territorio esposto a crescenti rischi ha necessità vitale di un sistema di protezione civile: le risorse devono essere messe a disposizione; e se non presenti, razionalizzate. Una assegnazione suddivisa per comprensori locali può essere utile per perseguire gli obiettivi di sviluppo del sistema di protezione civile, ma soprattutto può essere un catalizzatore per una salutare integrazione delle risorse locali e per un alleggerimento del peso economico sugli enti locali interessati, che potrebbero completare quanto messo a disposizione dagli stanziamenti nazionali con uno sforzo minore”.
Andrea, provincia di Roma

“La mia proposta, in merito all'individuazione di nuove risorse di finanziamenti, riguarda l'utilizzo di una percentuale dei beni sottratti alle mafie di tutta Italia da destinare alle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile. Si potrebbero riutilizzare, riadattando con interventi strutturali, uffici, capannoni, mezzi e anche parte del patrimonio monetario sequestrato per finanziare le associazioni più bisognose per l'acquisto di nuovi mezzi idonei a svolgere i diversi compiti di Protezione Civile, divise adeguate e sicure per gli operatori e dotarli di equipaggiamenti atti a mettere in sicurezza l'operatore in qualsiasi contesto (ad esempio con radiotrasmittenti, tute per l'AIB, anfibi antinfortunistica, caschi protettivi etc. etc.). Fiducioso di un vostro impegno per l'interesse di tutti noi volontari, vi auguro buon lavoro! Distinti saluti”.
Riccardo, provincia di Bari

“Ritengo ormai maturo il tempo che il ruolo dei volontari venga riconosciuto come operatore di servizio pubblico a tutti gli effetti di legge, ecco perché anche da parte del governo venga riconosciuto come un lavoro di cui non se ne può più fare a meno viste le emergenze continue che si abbattono sull'Italia e quindi venga riconosciuta un'indennità quotidiana per i volontari e non solo un rimborso spese”.
Maria Rosa, provincia di Crotone

“Per quanto riguardano le risorse parlo sempre per il livello comunale e/o provinciale dovrebbero essere preventivate e spese con criterio senza sprecare o magari usare i capitoli di P. C. per spesare altro (meno male che non è così da tutte le parti)”.
Luca, provincia di Barletta-Adria-Trani

“La situazione di crisi colpisce in maniera accentuata il mondo del volontariato, organizzato. Mancano sempre di più i fondi per il potenziamento delle attrezzature e per la formazione. Dobbiamo concentrare le risorse in maniera razionale e strategica”.
Andrea, provincia di Firenze

“Con la manovra in atto, che modificherebbe il tutto, toccherebbe radicalmente le associazioni di volontariato”.
Luciano, provincia di Cosenza

“Se essere volontario è una risorsa per il paese, perché il Dipartimento di Protezione Civile non ha dato ampia notizia sui mass media che le benemerenze erano da richiedersi in un lasso di tempo breve? Non ho potuto chiederla per non aver ricevuto la notizia in tempo, infatti ho collaborato come architetto per la verifica dell'agibilità dei danni degli edifici nel Sisma Abruzzo, concorrendo con il mio sapere e con le spese di trasporto anche in altre provincie lontane da L'Aquila senza alcun rimborso. So che un giorno potranno essere riaperti i termini di tempo per ulteriori richieste, tuttavia un pò di buon senso da padre di famiglia da parte di chi può decidere queste cose permetterebbe a me di inoltrare ancora la richiesta: potete gentilmente farmi contattare da qualcuno, grazie e cordiali saluti”.
Antonio, provincia di Roma

“Sarebbe bello avere molto più spazio per affrontare questo argomento. Per agevolare certe situazioni purtroppo non ci sono sistemi, ma avere semplicemente disponibilità economica, che in questi tempi viene sempre meno. Porto un esempio. Durante la mia partenza il 6 aprile 2009 per L'Aquila, in un autogrill, il funzionario della Regione FVG con carta di credito regionale ha pagato il rifornimento di tutti i mezzi della loro colonna mobile. Noi del Veneto, invece, il rifornimento è stato a carico di ogni singola associazione. Ad oggi il gruppo di Occhiobello ha ricevuto solo 900 euro dei quasi 2000 rimborso e ci troviamo a quasi il 3° anniversario dal sisma aquilano. Aggiungo che il 5x1000 il ns. gruppo lo richiede dal 2006 e ci sono stati pagati dal 2006 al 2009. Quindi i suggerimenti sono tanti e non sempre di facile suggerimento”.
Massimo, provincia di Rovigo

“Nota dolente quella delle risorse per il volontariato di Protezione Civile. Poche a volte scarse le dotazioni concesse. Bisogna fare di più!! Il volontariato è una risorsa importante a tutela dei cittadini. Un volontario formato e ben equipaggiato rappresenta un supporto istituzionale efficiente ed efficace in caso di bisogno”.
Francesco, provincia di Viterbo

“Dobbiamo avere priorità sui mezzi dismessi dell'Esercito, Enti Pubblici, avere accesso ai beni sequestrati alla Malavita, Immobili Demaniali in disuso, partecipazione Statale alle spese di ammodernamento e ampliamento attrezzature, senza mezzi o attrezzatura non si riesce ad operare”.
Claudio, provincia di Pescara

“Anche se il momento dal punto di vista economico e' molto difficile penso che lo Stato debba fare un sacrificio e destinare più fondi per il volontariato, non sarebbero soldi sprecati...anzi”
Roberto, provincia di Macerata

“I gruppi comunali che vivono esclusivamente dei contributi stanziati dall'ente comune stanno trovando sempre più difficoltà nell'andare avanti a causa delle riduzioni imposte dal governo. Non potendo accedere al sistema delle "sponsorizzazioni" ed avendo difficoltà burocratica nelle donazioni, contributi, etc... rischiano il collasso in breve tempo. E’ necessario che si promuova un'azione unitaria affinché i capitoli di spesa destinati alla protezione civile escano fuori dal patto di stabilità e da ogni altra norma restrittiva in merito al bilancio pubblico. Oltre a ciò si potrebbe obbligare i diversi custodi giudiziari di mezzi, veicoli e attrezzature sequestrate a vario titolo, a metterli a disposizione gratuitamente delle strutture di protezione civile permettendo cosi risparmi nell'acquisto degli stessi. Considerazioni simili potrebbero essere effettuate anche scontistiche da applicare a bolli auto, assicurazioni, ed ogni altra voce di costo fissa per le organizzazioni di protezione civile. Altre forme di finanziamento quali ad esempio 8x1000, accise sul carburante (in sostituzione di quelle esistenti) o addirittura imposte locali specifiche potrebbero essere ulteriori metodi di finanziamento di un sistema che ha necessità di efficacia ed efficienza, dato che l'economicità viene già garantita dalla prestazione volontaria e gratuita del cittadino”.
Fabio, provincia di Pescara

“Si potrebbe avere di più”.
Carlo Alberto, provincia di Modena

“Dovrebbe essere garantito un minimo sindacale di risorse economiche finalizzato alla sussistenza ed alla manutenzione dei mezzi e dell'associazione. Per i mezzi dovrebbero essere più standardizzati e finanziati al 100% ma con molta più oculatezza evitando la corsa al chi più ha più bello é”.
Andrea, provincia di Vicenza

“1) Capita assai di frequente che la Protezione Civile, sia a livello locale (concerti, eventi di piazza, manifestazioni, sfilate, cortei, maratone...) che a livello più ampio (eventi religiosi come i funerali del Papa, il giubileo, Bari, ecc...) sia mobilitata per l'assistenza a grandi eventi, in cui è prevista la partecipazione di molte persone. In molti di questi casi è previsto un biglietto d'ingresso o comunque la raccolta di fondi o un introito da parte di chi organizza l'evento. In questi casi solitamente le Associazioni percepiscono al massimo il rimborso delle spese sostenute. Sarebbe il caso che chi organizza questo tipo di eventi contribuisca al finanziamento della Protezione Civile, visto che trae un profitto utilizzando anche del volontariato. 2) Vanno semplificate e rese più eque le operazioni di rimborso. I km percorsi dovrebbero essere rimborsati a tabella ACI e non solo con le ricevute del gasolio, che a volte non è possibile fare il giorno stesso del servizio”.
Francesco, provincia di Firenze

“Le risorse devono essere debitamente spalmate su tutti gli enti interessati e quindi comuni, provincie, regioni e stato. Una volta avviato il sistema si mantiene ed alimenta da sé. Caso a parte riguarda le risorse umane (i volontari) che, viste le normative in materia di pensioni (allungamento attività lavorativa) la mancanza della leva (calo degli "alpini") rischiano di esaurirsi (poco tempo per intervenire al di fuori del lavoro). Ci vuole una normativa immediata per sanare il problema prevedendo vantaggi oggettivi ai datori di lavoro e valorizzando il ruolo dei volontari anche all'interno delle imprese e degli enti pubblici”.
David, provincia di Udine

“Ora per le associazioni è diventato proprio difficile vivere, negli anni si è tolto moltissimo alle risorse per la protezione civile e principalmente per le associazioni, che vivono quasi per la totalità di contributi da parte degli enti. Se fino ad oggi siamo stati il fiore all'occhiello dell'Italia per preparazione, intervento, organizzazione, sempre di più sarà difficile mantenere questi standard, se non si porta avanti un progetto che possa aiutare le associazioni a vivere”.
Massimo, provincia di Terni

“La PC é cresciuta grazie alla fondamentale opera di solidarietà dei Volontari che negli anni, nonostante gli scandali, hanno saputo distinguere i veri valori umani da quelli materiali. La crisi economica mondiale e quella italiana costringeranno la PC, in tutte le sue sedi, ad una completa revisione e programmazione delle attività in base ai rosicchiati budget per i prossimi 10 anni. I Veri volontari resisteranno... Un più severo controllo dei bilanci e delle attività degli oltre 4.000 gruppi permetterebbe sicuramente un grande recupero di risorse economiche e mezzi”.
Lorenzo, provincia di Modena

“Per quanto riguarda le risorse il periodo che sta attraversando il nostro Paese non è dei migliori, ma le associazioni hanno bisogno oltre che di risorse umane, anche di risorse economiche che consentano di superare oltre che le spese ordinarie (assicurazione automezzi e volontari, manutenzione attrezzature ecc) anche eventuali spese straordinarie che potrebbero verificarsi. Dovrebbero essere uniformati i contributi per singola associazione (naturalmente per le associazioni operative, perché ci sono anche associazioni che prendono contributi ma poi svaniscono nel nulla), in modo che non vi siano disparità”.
Marco, provincia di Viterbo

“Tema delicato quello delle risorse. Oltre alla risorsa umana, vero patrimonio di ogni gruppo, la risorsa materiale deve, secondo me, essere messa a disposizione dei volontari in maniera mirata. Il nostro gruppo, per esempio, è specializzato nelle comunicazioni radio. Abbiamo investito parecchio nell'acquisto di apparecchiature per garantire al territorio una buona copertura radio e questo l'abbiamo comunicato in provincia e ai gruppi vicini. Ritengo inopportuno che i gruppi della nostra zona spendano risorse per creare una rete radio che non è altro che un doppione e uno spreco di risorse umane e materiali. Basterebbe in caso di necessità fare affidamento sulle risorse specifiche dei vari gruppi vicini, collaborare insomma !! La specializzazione serve anche a questo”.
Silvano, provincia di Brescia

“Si fa notare che se le associazioni di volontariato, aventi tutte le caratteristiche di legge, potrebbero essere adeguatamente operative avendo le risorse tecnico-logistiche che purtroppo per le poche entrate dagli enti locali non ci sono. Si potrebbe ovviare con dotazioni da parte del Dipartimento, dato che molto materiale viene lasciato in malora, dando così la possibilità alle associazioni di mantenere le attrezzature efficienti e di intervenire con autonomia in casi di emergenze”.
Tiziano, provincia di Torino

“Le risorse sono essenziali per il pronto intervento, tutti i gruppi di volontariato di protezione civile devono essere autosufficienti e vigili sul loro territorio che dovrebbero conoscere e sapere dove i rischi sono più sensibili, per far buon uso delle attrezzature in loro dotazione le quali vanno tenute sempre efficienti e pronte all'uso, onde evitare di mettere a rischio vite umane in primis con serietà ed efficienza”.
Tullio, provincia di Cuneo

“Le risorse sono gli strumenti che garantiscono la vita e l'autonomia dell'associazione; ma se essa è vincolata da contratti che indicano modalità e tipologie di comportamento le risorse possono diventare un alibi pericoloso che mina la libertà dell'associazione. Trovo che i contributi erogati per mezzo del DPR 194, se ben articolati, possono essere gli strumenti che danno la possibilità di implementare le proprie risorse. Sarebbe altresì importante coinvolgere a livello istituzionale le fondazioni delle casse di risparmio affinché destinino a progetti condivisi anche con il dipartimento e la regione in modo sistematico”.
Francesco, provincia di Rimini

“Bisogna aiutare le piccole squadre che sono realmente operative sul territorio, finanziare il 100% i piccoli comuni che presentano un progetto idoneo e compatibile con la loro realtà e ripartire mezzi a livello regionale in modo equo cercare una collaborazione tra regioni per lo scambio di materiali (attrezzature dpi ecc) anche non nuovi ma inutilizzati”.
Massimo, provincia di Imperia

“Le difficoltà che si presentano sono sempre legate alle mancate risorse, e per questo da qualche anno si è pensato a provare un canale di autofinanziamento tramite sponsor, informazione a tappeto mirata alla popolazione x fare conoscere il lavoro che viene svolto durante tutto l'anno dalla prevenzione alla vera e propria emergenza....Creando un settore Redazione che lavora sul settore informazione. Inserisco anche la possibilità di accelerare i rimborsi x art.9… tempi troppo lunghi”.
Alberto, provincia di Modena

“La risorsa è una sola "la voglia di fare qualcosa di utile per se stesso e per gli altri”.
Giuliano, provincia di Imperia

“Il ruolo del volontario nell'attività di protezione civile e del mondo del volontariato, è essenziale ritengo che lo Stato e le regioni dovrebbero mettere più risorse per la formazione, con corsi regionali da espletare annualmente”.
Giuseppe Marco, provincia di Messina

“Purtroppo oggi viviamo in un contesto di protezione civile fermo da circa 10 anni specialmente nelle regioni del sud Italia ancora si fa fatica a cercare delle risorse che potrebbero garantire un miglior sistema d'intervento rapido, si lasciano marcire mezzi e materiali nei vari magazzini e non si danno in gestione alle associazioni di volontariato sparse capillarmente sul territorio. La mia proposta la faccio al Dipartimento: snellisca meglio la burocrazia e solleciti le regioni affinché concedano alle associazioni i mezzi necessari per operare. Perché il volontariato non ci può rimettere sempre”.
Valentino, provincia di Cosenza

“Penso che si possa affermare che la maggior parte delle Associazioni di Volontariato si devono trovare da sole le risorse per il proprio mantenimento. La stessa politica di sovvenzione ai grandi Coordinamenti Nazionali attuata dal Dipartimento ne è un chiaro esempio. Tali risorse dovrebbero essere poi rispalmate sulle singole Associazioni, in realtà questo raramente succede. Anche i progetti presentati dalle singole Associazioni hanno iter lunghi e silenziosi e molte volte si risolvono nel nulla mortificando chi li ha presentati. L’accesso ad alte forme di finanziamento compreso quello Europeo, vorrebbe la creazione di una struttura di supporto centralizzata che fosse di indirizzo per le singole Associazioni sparse sul territorio nazionale non certo in grado di cogliere e gestire certe opportunità”.
Alessandro, provincia di Firenze

“Basandomi sull'esperienza personale, constato come i funzionari del DPC hanno sempre mostrato, alla richiesta di informazioni e chiarimenti, grande disponibilità e chiarezza rispondendo sempre in modo puntuale e coerente alle richieste. Il sistema di erogazione di contributi, però, andrebbe rivisto puntando sul rapporto diretto delle Organizzazioni di Volontariato anche in fase istruttoria. Si rileva infatti che inviare la richiesta annuale di contributi per tramite di una struttura confederativa rappresenta un passaggio superfluo considerando che la fase di erogazione e verifica avviene in modo diretto con l' Organizzazioni di Volontariato. Inoltre sarebbe opportuno semplificare la modulistica relativa all'accesso ai contributi ed ai rimborsi previsti dal DRPC in Sicilia”.
Annalisa, provincia di Catania

“Per quanto riguarda le risorse finanziarie, prendere parte ad un bando significa dover molte volte (quasi sempre) anticipare risorse al fine di portare al termine il progetto ed ottenerne il rimborso successivamente; questo modus operandi spesso impedisce alle piccole associazioni di potervi prendere parte non avendo risorse da anticipare o di dover comunque ricorrere a prestiti per poter fare fronte alle spese, sempre se si trova qualche ente/banca che lo conceda (molte volte siamo noi stessi che garantiamo per l'associazione); è giusto che ad alcune associazioni venga tolta la possibilità di poter partecipare? Non si può trovare un metodo per velocizzare i tempi dei rimborso? Il più delle volte infatti deve trascorrere almeno un anno prima di poter riavere i fondi anticipati e intanto i costi lievitano e le associazione sono costrette ad interrompere e rinunciare al progetto”.
Carmine, provincia di Isernia

“I valori non sono in discussione, altrimenti non ci sarebbero i volontari. Le RISORSE invece, per avere efficacia, devono essere strettamente legate ai concetti di RAPPRESENTANZA e ai RUOLI e MODALITA' OPERATIVE. Serve una comune regolamentazione, una condivisione di procedure e mezzi, collegati alle realtà territoriali. Serve una rappresentanza organizzata e modalità operative comuni per evitare di frammentare le purtroppo scarse risorse”.
Barbara, provincia di Bologna

“Credo sia opportuno riuscire ad eliminare il pagamento dell’IVA e del Bollo mezzi a tutte le associazioni e gruppi comunali regolarmente iscritti al registro”.
Mauro, provincia di Roma

“Si condivide tutto il documento di presentazione del gruppo che precisa esattamente la situazione finanziamenti e la loro carenza. Sarebbe opportuno cha venga effettuata l'esenzione dell'iva su tutto l'acquisto di forniture alle associazioni di protezione civile. che venga devoluto 8x1000 alle associazioni e/o gruppi comunali che svolgono prettamente attività di protezione civile, aumentare il contributo alle associazioni e/o gruppi comunali, magari allungando il tempo di accesso ai fondi, per far sì che il totale del contributo aumenti in proporzione e si permetta l'acquisto di mezzi di costo superiore”.
Michele, provincia di Latina

“Si condivide pienamente il documento di presentazione del progetto, che focalizza fortemente la situazione dei finanziamenti, o meglio la carenza. Oltre a quanto citato nel documento, si consiglia: 1 - aumentare il contributo alle associazioni, magari allungando il periodo di tempo in cui ogni associazione può accedere ai fondi. Così facendo, le associazioni e/o i gruppi comunali potrebbero acquistare attrezzature importanti (magari fino a €. 100.000,00), che altrimenti non potrebbero acquistarsi; 2 - devoluzione ai coordinamenti costituiti e riconosciuti, alle associazioni di volontariato di protezione civile e/o gruppi comunali che svolgono attività di protezione civile, dell'8 x 1000”.
Antonio, provincia di Latina

“Sarebbe opportuno che le associazioni siano esentate dal pagamento dell'iva sull'acquisto di mezzi, attrezzature e dpi, inoltre le associazioni, i gruppi comunali e i coordinamenti che svolgono attività di protezione civile possano accedere al contributo dell'8x1000. Sarebbe opportuno considerare l'aumento del contributi alle associazioni e gruppi comunali anche prendendo in considerazione l'allungamento del tempo in cui le associazioni e i gruppi comunali possano accedere al contributo. Così facendo sia le associazioni che i gruppi comunali potranno acquistare attrezzature più importanti. Si condivide in pieno il documento sul gruppo che focalizza la situazione dei finanziamenti”.
Antonio Erasmo, provincia di Latina

“Condivido l'assegnazione dell'8x1000 alle associazioni di protezione civile, in aggiunta al 5x1000 e unitamente all'esenzione dell'iva su tutti gli acquisti legati allo svolgimento delle attività proprie dell'associazione (vestiario, dpi, automezzi...). Auspicherei, inoltre, l'aumento dei contributi fruibili dalle associazioni anche se questo dovesse comportare un allungamento del periodo tra l'una e l'altra acquisizione”.
Marilena, provincia di Latina