29 gennaio 2019

Esercitazione Belice 2018

Organizzata a 50 anni dalla sequenza sismica che si verificò nella stessa area tra il 1968 e il 1969

Il 26 ottobre 2018 l’area occidentale della Sicilia ospita l’esercitazione Belice 2018, a 50 anni dalla sequenze sismica che si verificò nella stessa area tra il 1968 e il 1969.

L’esercitazione prevede la simulazione di un evento sismico di magnitudo 6.4, il cui Comune epicentrale è Salaparuta (TP), analogo a quello verificatosi nella stessa zona il 15 gennaio del 1968.
L’area epicentrale interessa 116 Comuni, in cui si ipotizzano danni superiori al VI MCS, con una popolazione che ammonta a quasi 2 milioni di persone e 900mila abitazioni.

Nel mese di gennaio del 1968 ebbe inizio nell’area un lungo periodo sismico che terminò nel mese di febbraio del 1969, caratterizzato da numerose scosse, le più forti delle quali si verificarono tra il 14 ed il 25 gennaio 1968.

Frequentissime e forti repliche non diedero tregua. I morti accertati ufficialmente furono complessivamente 231 e i feriti oltre 600. Fonti indipendenti rittennero che il bilancio delle vittime fosse molto più alto.

Il 25 gennaio alle 10.52 una replica inaspettata, dell’VIII grado MCS, travolse una squadra di soccorritori all’opera tra le macerie, provocando la morte di un vigile del fuoco. La scossa provocò inoltre danni a Sciacca ed a Palermo, dove si svuotarono le scuole, gli uffici, le abitazioni e si tornò a dormire all’aperto.

Durante l’esercitazione viene testato il modello di intervento previsto per assicurare il coordinamento di un’emergenza.

Sono coinvolti e attivati, per posti di comando, il Dipartimento della Protezione Civile, il Dipartimento della protezione civile della Presidenza della Regione Siciliana, le Prefetture di Agrigento, Palermo e Trapani (attraverso i CCS-Centro di Coordinamento Soccorsi), i Com-Centri Operativi Misti di Sciacca, Corleone, Castelvetrano e oltre 20 Coc-Centri Operativi Comunali.

Le sale operative (la Sala Situazione Italia presso il Dipartimento della Protezione Civile e la Soris-Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana), i Centri di coordinamento territoriali e le strutture che si occupano ordinariamente del soccorso - dai Vigili del Fuoco alle organizzazioni di volontariato - simulano procedure e flussi informativi. Le strutture che operano ordinariamente sul territorio e che non risultano compromesse nell’evento intervengono, ciascuno secondo la proprie procedure, per prestare soccorso e prima assistenza alla popolazione, comunicando tutte le informazioni utili attraverso le proprie sale operative alla S.O.R.I.S. (table top). Le prime notizie indicano un’area di risentimento assai ampia, con gravi danni.

Sono state allestite due working area a Poggioreale antica, la prima nell’area “I ruderi di Poggioreale” e la seconda presso il Centro diurno.

Nell’ambito dell’esercitazione vengono simulate le attività finalizzate alla verifica dell’agibilità, al recupero, alla conservazione, alla catalogazione e al trasposto dei beni di interesse culturale.
Per quanto attiene l’attività di salvaguardia dei beni culturali vengono testate:
- la risposta delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile a livello centrale e periferico;
- l’attività formativa ed esercitativa incentrata sull’interazione tra i diversi soggetti che operano sullo scenario emergenziale per l’individuazione di priorità e modalità organizzative nella messa in sicurezza dei beni culturali;
- l’interoperabilità tra le strutture coinvolte nella salvaguardia dei beni culturali con particolare riferimento alla normativa regionale in materia.

Nell’ambito dell’esercitazione si provvede inoltre alla formazione del personale sanitario volontario sulla compilazione della scheda – Svei, per individuare tra le persone sfollate in un’area di ricovero (centro diurno) i soggetti che necessitano di una specifica assistenza.

Sempre attraverso la compilazione della Scheda Svei, gli infermieri ASP-Azienda Pubblica di Servizio alla Persona, procedono all’anamnesi e alla valutazione degli assistiti, in base alla quale stabilire il tipo di assistenza da fornire e le indicazioni per il Sindaco sulla destinazione alloggiativa più appropriata e le indicazioni sul mezzo più idoneo per il trasporto della persona.

Presso il Coc di Poggioreale vengono testate anche le procedure - condivise tra Dipartimento della Protezione Civile e Vigili del Fuoco - sulla gestione dei sopralluoghi delle costruzioni dopo un evento, e la nuova infrastruttura tecnologica, in connessione con il sistema esterno Erikus, dotata dell’applicazione per la compilazione on-line (smartphone, tablet) della scheda Aedes.

Tecnici, preventivamente formati, della Direzione regionale Protezione Civile Sicilia, Genio Civile di Agrigento e Libero Consorzio Comunale di Agrigento sono impegnati in attività operative sul campo, sia per eventuali verifiche simulate di agibilità, sia per la verifica reale sul campo della perimetrazione di edifici, con la raccolta di alcuni dati, inclusa documentazione fotografica. Presso il Coc di Poggioreale operano anche ulteriori tecnici a supporto delle attività della Funzione censimento danni.

Presso gli altri Centri operativi sono simulati l’avvio delle verifiche urgenti e la raccolta delle istanze dei cittadini, l’inserimento delle istanze in Erikus e la richiesta di squadre AeDES al Centro operativo sovraordinato.

Immagini di repertorio

Durante l’esercitazione l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani testa il proprio piano di emergenza. A seguito di un terremoto il piano prevede una serie di verifiche all’esito delle quali è possibile dichiarare o meno la ripresa delle attività.

Contestualmente i rappresentanti della società di gestione AIRGEST e dell’Enac sono presenti presso il Ccs di Trapani, a seguito della convocazione del Prefetto. Nello specifico è ipotizzata l’attivazione di un eventuale ponte aereo sia per l’allontanamento della popolazione sia per l’arrivo dei soccorritori.

Immagine di repertorio