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Il Capo del Dipartimento della protezione civile e il Presidente del Consiglio dei Ministri ad Amatrice, luogo simbolo dell’emergenza
\n"},"body":{"processed":"Nel giorno del quinto anniversario della violenta scossa di terremoto che il 24 agosto 2016 ha sconvolto il Centro Italia, il Capo del Dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio è tornato nei luoghi maggiormente colpiti per celebrare la memoria di quei giorni difficili, in cui hanno perso la vita 299 persone e in cui tutto il Servizio Nazionale della protezione civile è stato immediatamente mobilitato nella gestione dell’emergenza, con il coinvolgimento di più di 6mila operatori.
\nIn mattinata il Presidente del Consiglio dei Ministri, accompagnato dal Capo del Dipartimento e dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione Giovanni Legnini, ha fatto un sopralluogo nel comune di Amatrice, luogo simbolo dell’emergenza, per visionare alcune delle attività di cantiere in corso nella zona rossa. Sul posto anche il Prefetto e il Presidente della Provincia di Rieti, il Sindaco di Amatrice e l’Assessore della Regione Lazio alle Politiche per la ricostruzione.
\nLe celebrazioni per l’anniversario del sisma hanno previsto il successivo spostamento del convoglio istituzionale presso il Parco della Memoria cittadino ‘Giovanni Minozzi’, dove il Presidente del Consiglio ha deposto una corona di alloro alla base del Monumento in memoria delle vittime del terremoto. A seguire, presso il campo sportivo “Paride Tilesi”, Mario Draghi ha incontrato una rappresentanza dei famigliari delle vittime del sisma e, insieme al Capo Dipartimento della protezione civile e alle altre autorità istituzionali, ha partecipato alla messa di suffragio.
\nIl programma delle celebrazioni è proseguito con un’iniziativa in ricordo della collega Tiziana Lo Presti, funzionaria del Dipartimento della protezione civile che ha perso la vita nella notte del terremoto, e con l’inaugurazione della lapide in memoria delle vittime presso la frazione di Illiaca nel comune di Accumoli. A seguire, alla presenza delle autorità istituzionali e locali, si svolgeranno le celebrazioni religiose di suffragio nei comuni di Accumoli e Arquata del Tronto.
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\nImmediatamente il Capo Dipartimento della Protezione Civile convoca il Comitato Operativo, che si riunisce in seduta permanente nella sede operativa del Dipartimento.
\nDal 28 agosto la Dicomac - Direzione di comando e controllo, istituita a Rieti, provvede al coordinamento delle attività di gestione dell’emergenza finalizzate all’assistenza alla popolazione, alla ricognizione dei danni su abitazioni, patrimonio artistico-culturale ed edifici pubblici, alla ricerca di soluzioni abitative alternative e al sostegno alle attività zootecniche.
\nIl 26 e il 30 ottobre nuovi violenti terremoti interessano il Centro Italia, in particolare il confine tra Umbria e Marche. La scossa del 30 ottobre – di magnitudo 6.5 – è la più forte in Italia degli ultimi trent’anni: il numero delle persone fuori casa – così come i danni – cresce esponenzialmente, ma non si registrano vittime.
\nNella seconda metà di gennaio, mentre proseguono le attività legate all’emergenza terremoto, il Sistema di protezione civile si trova a fronteggiare un’eccezionale ondata di maltempo, che colpisce pesantemente Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Numerosi e complessi gli interventi: dal recupero e soccorso delle persone che si trovavano in frazioni isolate, al ripristino della viabilità, delle infrastrutture e dei servizi essenziali gravemente compromessi dalle forti nevicate.
\nIl Sistema è già duramente messo alla prova quando, il 18 gennaio, quattro scosse di magnitudo superiore a 5.0 colpiscono nuovamente le zone del centro Italia, in particolare le Regioni Lazio e Abruzzo. Poche ore dopo le scosse una slavina travolge e distrugge l’Hotel Rigopiano, situato alle pendici del Gran Sasso, in provincia di Pescara. Le operazioni di ricerca e soccorso durano ininterrottamente otto giorni e otto notti, e consentono di mettere in salvo undici persone. Gli eventi di gennaio causano purtroppo 34 vittime, di cui 29 a Rigopiano.
\nIl 7 aprile la Dicomac termina le proprie attività. A più di sette mesi dal terremoto del 24 agosto, viene rimodulata l’articolazione operativa della struttura che ha assicurato il coordinamento e la gestione unitaria dell’emergenza, consolidando il sistema di governance dell’emergenza in capo a Regioni e Comuni. La rimodulazione prevede, in ogni caso, che il Dipartimento della Protezione Civile prosegua nel coordinamento di alcune delle attività in corso attraverso una apposita Struttura di missione.
\nTra le attività coordinate dal Dipartimento, il completamento delle verifiche di agibilità, il monitoraggio per la realizzazione delle Soluzioni abitative d’emergenza (SAE) e degli interventi per il ripristino e la messa in sicurezza della rete stradale, l’impiego del volontariato di protezione civile, oltre alla gestione delle risorse finanziarie.
\nIl termine dello stato di emergenza è stato allineato con quello previsto per la cessazione della gestione straordinaria al 31 dicembre 2023.
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Il 24 agosto 2016 alle 3.36 un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il Centro Italia, interessando i territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Sono migliaia le persone coinvolte nell'evento che provoca 299 vittime, numerosi feriti e gravi danni sul territorio.
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\r\nIl Sistema è già duramente messo alla prova quando, il 18 gennaio, quattro scosse di magnitudo superiore a 5.0 colpiscono nuovamente le zone del centro Italia, in particolare le Regioni Lazio e Abruzzo. Poche ore dopo le scosse una slavina travolge e distrugge l’Hotel Rigopiano, situato alle pendici del Gran Sasso, in provincia di Pescara. Le operazioni di ricerca e soccorso durano ininterrottamente otto giorni e otto notti, e consentono di mettere in salvo undici persone. Gli eventi di gennaio causano purtroppo 34 vittime, di cui 29 a Rigopiano.
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\r\nIl termine dello stato di emergenza è stato allineato con quello previsto per la cessazione della gestione straordinaria al 31 dicembre 2023.
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