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Si svolge il 18 gennaio la tradizionale Giornata nazionale promossa dal Corpo Nazionale del Soccorso alpino e Speleologico
\n"},"body":{"processed":"Torna domenica, 19 gennaio 2019, la Giornata nazionale per la prevenzione degli incidenti della stagione invernale in montagna.
\nDal rischio valanghe, all’ipotermia, alle cadute sul ghiaccio, sono diversi i temi al centro della Giornata che è occasione, rivolta a tutti i cittadini interessati, per approfondire la conoscenza delle principali norme di comportamento da seguire per frequentare la montagna invernale riducendo i rischi.
L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto Sicuri in montagna, che è promosso dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico – struttura Operativa del Servizio Nazionale della Protezione Civile - dal Club Alpino Italiano con il Servizio Valanghe Italiano, le Scuole d’Alpinismo e Scialpinismo, le Commissioni e Scuole Centrali di Escursionismo, Alpinismo Giovanile, la Società Alpinistica F.A.L.C., diversi Enti e Amministrazioni che si occupano a vario titolo di montagna.
\nLa stagione invernale presenta dei rischi specifici, periodicamente evidenziati dal ripresentarsi di situazioni emergenziali e incidenti, ed è quindi importante creare occasioni di approfondimento e conoscenza mirati a favorire un approccio consapevole alla montagna.
\nPer questo, si svolge ogni anno la Giornata Sicuri con la neve, tradizionalmente la terza settimana del mese di gennaio, così da “anticipare” la stagione invernale e scialpinistica vera e propria.
\nObiettivo dell’iniziativa è migliorare la preparazione individuale – dalla capacità di valutazione del rischio a un corretto impiego dell’attrezzatura d’auto-soccorso – accrescendo contemporaneamente la consapevolezza e il bagaglio tecnico di chi vive la montagna.
La Giornata, quindi, si rivolge a sciatori ed escursionisti, ma anche a semplici appassionati che desiderano ricevere informazioni o approfondire le proprie conoscenze per frequentare la montagna innevata in ragionevole sicurezza.
\nL’elenco delle località interessate dall’iniziativa e gli appuntamenti in programma – che saranno anche di taglio pratico e dimostrativo - è disponibile su www.sicurinmontagna.it.
Per saperne di più sui comportamenti da seguire in caso di escursioni in montagna e per approfondire la conoscenza delle misure preventive in caso di rischio valanghe è possibile consultare la sezione “Sei preparato”, attraverso cui il Dipartimento della Protezione Civile punta a promuovere tra i cittadini, quale fondamentale strumento di autoprotezione, la conoscenza dei rischi del territorio e delle norme da adottare prima, durante e dopo una situazione di emergenza.
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\nIl distacco può essere di tipo spontaneo o provocato. Nel primo caso, fattori quali il peso della neve fresca o il rialzo termico possono determinare il verificarsi della valanga.
\nIl distacco provocato, invece, può essere di due tipi: accidentale, come accade a chi si trova a piedi o con gli sci su di un pendio di neve fresca e provoca involontariamente con il proprio peso una valanga; oppure programmato, come accade nei comprensori sciistici quando, con l’ausilio di esplosivi, si bonificano i pendii pericolosi. Il pericolo delle valanghe è fortemente legato alla presenza turistica in montagna e quindi della maggiore esposizione sia delle persone che degli edifici e delle infrastrutture al rischio.
\nTipi di valanghe. Classificare le valanghe non è semplice a causa delle notevoli variabili che entrano in gioco: tipo di distacco, tipo di neve, posizione del piano di scorrimento, etc. Si ha una valanga di superficie quando la rottura avviene all’interno del manto nevoso, mentre si parla di valanga di fondo quando questa avviene a livello del terreno. Le valanghe inoltre possono essere radenti, cioè a contatto con la superficie, o nubiformi: queste ultime sono dette anche polverose e possono essere costituite da neve asciutta.
\nCause. Le valanghe possono essere sia spontanee che innescate. Le cause sono diverse, ma in ogni caso riferibili alla diminuzione della coesione della massa nevosa, che ne determina il distacco. Incidono sul distacco la lunga permanenza di uno strato di neve in superficie, il riscaldamento primaverile e l’azione di piogge di una certa consistenza.
Prevedere la caduta di una valanga non è un compito semplice, in quanto spesso la loro caduta non è preceduta da alcun precursore. Tuttavia si conoscono con una certa precisione quali sono le aree a rischio di valanghe e vengono segnalate situazioni di pericolo mediante i cosiddetti “bollettini delle valanghe”.
Prevenzione. La prevenzione nel caso di rischio valanghe consiste innanzitutto nel conoscere quali sono le aree dove i fenomeni si verificano. Le valanghe, infatti, si hanno quasi sempre negli stessi luoghi: aree di alta montagna con terreni rocciosi nudi, tra i 2.000 e i 3.000 metri prive per lo più di copertura vegetale. E’ importante evitare le aree a rischio nei periodi in cui si prevedono i distacchi, frequenti all’inizio della primavera quando l’innalzamento delle temperature può essere tale da provocare lo scioglimento repentino delle masse nevose.
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Il distacco provocato, invece, può essere di due tipi: accidentale, come accade a chi si trova a piedi o con gli sci su di un pendio di neve fresca e provoca involontariamente con il proprio peso una valanga; oppure programmato, come accade nei comprensori sciistici quando, con l’ausilio di esplosivi, si bonificano i pendii pericolosi. Il pericolo delle valanghe è fortemente legato alla presenza turistica in montagna e quindi della maggiore esposizione sia delle persone che degli edifici e delle infrastrutture al rischio.
Tipi di valanghe. Classificare le valanghe non è semplice a causa delle notevoli variabili che entrano in gioco: tipo di distacco, tipo di neve, posizione del piano di scorrimento, etc. Si ha una valanga di superficie quando la rottura avviene all’interno del manto nevoso, mentre si parla di valanga di fondo quando questa avviene a livello del terreno. Le valanghe inoltre possono essere radenti, cioè a contatto con la superficie, o nubiformi: queste ultime sono dette anche polverose e possono essere costituite da neve asciutta.
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Gli altri materiali per il soccorso sono costituiti da una sonda leggera per l’individuazione del punto esatto in cui si trova la persona sepolta ed una pala per potere liberare il più velocemente possibile una persona sepolta: in genere la profondità di seppellimento si aggira intorno al metro.
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Gli altri materiali per il soccorso sono costituiti da una sonda leggera per l’individuazione del punto esatto in cui si trova la persona sepolta ed una pala per potere liberare il più velocemente possibile una persona sepolta: in genere la profondità di seppellimento si aggira intorno al metro.
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