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I Campi Flegrei sono un vulcano attivo
\nI Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli. All’interno della caldera, negli ultimi 15.000 anni si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. L’ultima eruzione, avvenuta nel 1538, è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri e ha dato origine al vulcano Monte Nuovo. Da allora la caldera è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo.
\nIn particolare, la caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre 3 metri e centinaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città.
\nDal 2006 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in 16 anni, si è innalzato di circa 1 metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.
\nDal 2012 il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici registrate dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo), hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.
\nCosa può succedere in caso di eruzione?
\nL'attività vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata principalmente da eruzioni esplosive. Anche uno scenario futuro prevede questo tipo di eruzione, con il possibile verificarsi dei seguenti fenomeni:
\nÈ possibile prevedere un’eruzione ai campi flegrei?
\nAi Campi Flegrei è attivo un sistema di monitoraggio vulcanico dei parametri geofisici e geochimici (sismicità, deformazioni del suolo, composizione e temperatura dei gas, ecc.), le cui variazioni potrebbero anticipare un’eruzione.
\nIl monitoraggio quindi è fondamentale per definire lo stato di attività del vulcano e il livello di allerta, e per l’attuazione delle misure previste dal Piano di protezione civile. Tuttavia, le attuali conoscenze scientifiche non consentono di prevedere con certezza quando, come e, in particolare per una caldera, dove avverrà la prossima eruzione. Allo stesso modo non è possibile prevederne la durata.
\nCome funziona l’allertamento?
\nIl sistema di allertamento prevede specifici “livelli di allerta” che descrivono lo stato di attività del vulcano sulla base dei parametri del monitoraggio e di eventuali fenomeni in corso. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile.
\nI livelli di allerta sono dichiarati dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con la protezione civile regionale. Un’eventuale variazione di livello viene valutata sulla base delle indicazioni fornite dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e sul parere della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
\nQuali sono le zone a rischio?
\nLa zona rossa comprende l’area esposta alla possibile invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone.
\nFanno parte della zona rossa i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto; parte dei Comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli; alcuni quartieri di Napoli: Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta e parte dei quartieri di San Ferdinando, Posillipo, Chiaia, Arenella, Vomero, Chiaiano e Montecalvario.
\nLa zona gialla comprende l’area esposta al pericolo di ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche, il cui accumulo potrebbe danneggiare alcuni edifici.
\nFanno parte della zona gialla i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato, Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, San Ferdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno, Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale.
\nCosa prevede il piano di protezione civile?
\nPer la zona rossa l’unica misura di salvaguardia è l’allontanamento della popolazione prima dell’inizio dell’eruzione. Le persone possono decidere se trovare autonomamente una sistemazione al di fuori delle zone a rischio oppure usufruire della sistemazione offerta dallo Stato nella Regione o Provincia autonoma gemellata con il proprio Comune.
\nPer la zona gialla l’allontanamento della popolazione sarà valutato a evento in corso, in base alla direzione dei venti e all’entità dell’eruzione.
\nIl Piano per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei è di livello nazionale, cioè deve essere redatto da tutto il Servizio Nazionale della Protezione Civile a partire da Dipartimento della Protezione Civile, Regione Campania, Prefettura di Napoli, Comuni della zona rossa, Regioni e Province autonome gemellate.
Come avviene l’allontanamento dalla zona rossa?
\nIn preallarme, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo autonomamente, trasferendosi in una sistemazione alternativa (ad esempio seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) e ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.
\nIn allarme, la popolazione può decidere se allontanarsi con mezzo messo a disposizione dallo Stato o con mezzo proprio. In quest’ultimo caso, lo spostamento deve essere comunicato al Comune e si devono seguire i percorsi previsti dalla pianificazione, secondo gli orari stabiliti. La popolazione inoltre può decidere se trasferirsi in una sistemazione alternativa scelta autonomamente, ricevendo un contributo economico da parte dello Stato, o usufruire della sistemazione offerta nella Regione o Provincia autonoma gemellata. Chi decide di allontanarsi con i mezzi messi a disposizione dallo Stato, si deve recare nell’area di attesa individuata dal Piano di protezione civile comunale, autonomamente o con le navette organizzate dal proprio Comune. Da qui il trasferimento verso l’area di incontro fuori dalla zona rossa avverrà con i pullman della Regione Campania, mentre lo spostamento verso la Regione o Provincia autonoma gemellata sarà assicurato dai mezzi di trasporto individuati dalla pianificazione (treno, autobus, nave). I dettagli del trasferimento e dell’accoglienza alla popolazione sono definiti nei Piani delle singole Regioni e Province autonome.
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\r\n\r\nI Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli. All’interno della caldera, negli ultimi 15.000 anni si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. L’ultima eruzione, avvenuta nel 1538, è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri e ha dato origine al vulcano Monte Nuovo. Da allora la caldera è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo.
\r\n\r\nIn particolare, la caldera dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre 3 metri e centinaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri alla periferia della città.
\r\n\r\nDal 2006 è in corso una nuova fase di sollevamento del suolo che, in 16 anni, si è innalzato di circa 1 metro e ha fatto registrare moltissimi terremoti.
\r\n\r\nDal 2012 il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici registrate dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano (aumento della sismicità, cambiamenti nella composizione geochimica delle fumarole e dei gas dal suolo e naturalmente il sollevamento del suolo), hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione.
\r\n\r\nCosa può succedere in caso di eruzione?
\r\n\r\nL'attività vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata principalmente da eruzioni esplosive. Anche uno scenario futuro prevede questo tipo di eruzione, con il possibile verificarsi dei seguenti fenomeni:
\r\n\r\nÈ possibile prevedere un’eruzione ai campi flegrei?
\r\n\r\nAi Campi Flegrei è attivo un sistema di monitoraggio vulcanico dei parametri geofisici e geochimici (sismicità, deformazioni del suolo, composizione e temperatura dei gas, ecc.), le cui variazioni potrebbero anticipare un’eruzione.
\r\n\r\nIl monitoraggio quindi è fondamentale per definire lo stato di attività del vulcano e il livello di allerta, e per l’attuazione delle misure previste dal Piano di protezione civile. Tuttavia, le attuali conoscenze scientifiche non consentono di prevedere con certezza quando, come e, in particolare per una caldera, dove avverrà la prossima eruzione. Allo stesso modo non è possibile prevederne la durata.
\r\n\r\nCome funziona l’allertamento?
\r\n\r\nIl sistema di allertamento prevede specifici “livelli di allerta” che descrivono lo stato di attività del vulcano sulla base dei parametri del monitoraggio e di eventuali fenomeni in corso. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile.
\r\n\r\nI livelli di allerta sono dichiarati dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con la protezione civile regionale. Un’eventuale variazione di livello viene valutata sulla base delle indicazioni fornite dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e sul parere della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
\r\n\r\nQuali sono le zone a rischio?
\r\n\r\nLa zona rossa comprende l’area esposta alla possibile invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone.
\r\n\r\nFanno parte della zona rossa i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto; parte dei Comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli; alcuni quartieri di Napoli: Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta e parte dei quartieri di San Ferdinando, Posillipo, Chiaia, Arenella, Vomero, Chiaiano e Montecalvario.
\r\n\r\nLa zona gialla comprende l’area esposta al pericolo di ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche, il cui accumulo potrebbe danneggiare alcuni edifici.
\r\n\r\nFanno parte della zona gialla i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato, Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, San Ferdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno, Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale.
\r\n\r\nCosa prevede il piano di protezione civile?
\r\n\r\nPer la zona rossa l’unica misura di salvaguardia è l’allontanamento della popolazione prima dell’inizio dell’eruzione. Le persone possono decidere se trovare autonomamente una sistemazione al di fuori delle zone a rischio oppure usufruire della sistemazione offerta dallo Stato nella Regione o Provincia autonoma gemellata con il proprio Comune.
\r\n\r\nPer la zona gialla l’allontanamento della popolazione sarà valutato a evento in corso, in base alla direzione dei venti e all’entità dell’eruzione.
\r\nIl Piano per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei è di livello nazionale, cioè deve essere redatto da tutto il Servizio Nazionale della Protezione Civile a partire da Dipartimento della Protezione Civile, Regione Campania, Prefettura di Napoli, Comuni della zona rossa, Regioni e Province autonome gemellate.
Come avviene l’allontanamento dalla zona rossa?
\r\n\r\nIn preallarme, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo autonomamente, trasferendosi in una sistemazione alternativa (ad esempio seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) e ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.
\r\n\r\nIn allarme, la popolazione può decidere se allontanarsi con mezzo messo a disposizione dallo Stato o con mezzo proprio. In quest’ultimo caso, lo spostamento deve essere comunicato al Comune e si devono seguire i percorsi previsti dalla pianificazione, secondo gli orari stabiliti. La popolazione inoltre può decidere se trasferirsi in una sistemazione alternativa scelta autonomamente, ricevendo un contributo economico da parte dello Stato, o usufruire della sistemazione offerta nella Regione o Provincia autonoma gemellata. Chi decide di allontanarsi con i mezzi messi a disposizione dallo Stato, si deve recare nell’area di attesa individuata dal Piano di protezione civile comunale, autonomamente o con le navette organizzate dal proprio Comune. Da qui il trasferimento verso l’area di incontro fuori dalla zona rossa avverrà con i pullman della Regione Campania, mentre lo spostamento verso la Regione o Provincia autonoma gemellata sarà assicurato dai mezzi di trasporto individuati dalla pianificazione (treno, autobus, nave). I dettagli del trasferimento e dell’accoglienza alla popolazione sono definiti nei Piani delle singole Regioni e Province autonome.
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\n\n
Cosa devi fare?
\nAnche tu con semplici azioni puoi prepararti ad affrontare meglio un’eventuale emergenza:
\nCONOSCERE IL RISCHIO E IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE È UN COMPITO CHE RIGUARDA TUTTI NOI
\nCondividi quello che sai in famiglia, a scuola, con amici e colleghi: la diffusione di informazioni sul rischio vulcanico è una responsabilità collettiva, a cui tutti dobbiamo contribuire.
\nTieniti informato sullo stato di attività del vulcano consultando siti web e social media istituzionali (di Comune, Dipartimento Regionale della Protezione Civile e, a livello nazionale, Dipartimento della Protezione Civile), televisione, radio, stampa e numeri verdi (Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile, Sala Operativa Regionale).
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Cosa devi fare?
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\r\n\r\nCondividi quello che sai in famiglia, a scuola, con amici e colleghi: la diffusione di informazioni sul rischio vulcanico è una responsabilità collettiva, a cui tutti dobbiamo contribuire.
\r\n\r\nTieniti informato sullo stato di attività del vulcano consultando siti web e social media istituzionali (di Comune, Dipartimento Regionale della Protezione Civile e, a livello nazionale, Dipartimento della Protezione Civile), televisione, radio, stampa e numeri verdi (Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile, Sala Operativa Regionale).
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\nGià in fase di attenzione, quindi ben prima di una eventuale eruzione, l’attività del vulcano può dare luogo a fenomeni pericolosi.
\nIl bradisismo consiste in un lento abbassamento e sollevamento del suolo, durante il quale si possono verificare terremoti. Per sapere come comportarti in caso di rischio sismico, leggi le norme di comportamento su www.iononrischio.it
\nIl degassamento dal suolo consiste in un incremento di emissione di gas vulcanici dal terreno, soprattutto in alcune zone. Alcuni tra questi gas, in concentrazioni elevate, possono essere pericolosi, pertanto:
\nSe vivi in zona rossa
\nIn questa fase operativa si intensifica il monitoraggio del vulcano e si verificano i piani di protezione civile.
\r\n\r\nGià in fase di attenzione, quindi ben prima di una eventuale eruzione, l’attività del vulcano può dare luogo a fenomeni pericolosi.
\r\n\r\nIl bradisismo consiste in un lento abbassamento e sollevamento del suolo, durante il quale si possono verificare terremoti. Per sapere come comportarti in caso di rischio sismico, leggi le norme di comportamento su www.iononrischio.it
\r\n\r\nIl degassamento dal suolo consiste in un incremento di emissione di gas vulcanici dal terreno, soprattutto in alcune zone. Alcuni tra questi gas, in concentrazioni elevate, possono essere pericolosi, pertanto:
\r\n\r\nSe vivi in zona rossa
\r\n\r\nIn questa fase operativa iniziano le operazioni più lunghe e complesse da svolgere nella zona rossa: il trasferimento delle persone presenti negli ospedali e negli istituti penitenziari, lo spostamento degli animali da allevamento e la messa in sicurezza dei beni culturali più importanti.
\nSe vivi in zona rossa
\nSe ti vuoi allontanare già in questa fase, puoi farlo: riceverai un contributo economico dallo Stato. Nel caso, ricordati di informare il tuo Comune.
\nSe decidi di restare, preparati ad allontanarti quando le autorità te lo indicheranno:
\nSe vivi in zona gialla
\nIn questa fase operativa iniziano le operazioni più lunghe e complesse da svolgere nella zona rossa: il trasferimento delle persone presenti negli ospedali e negli istituti penitenziari, lo spostamento degli animali da allevamento e la messa in sicurezza dei beni culturali più importanti.
\r\n\r\nSe vivi in zona rossa
\r\n\r\nSe ti vuoi allontanare già in questa fase, puoi farlo: riceverai un contributo economico dallo Stato. Nel caso, ricordati di informare il tuo Comune.
\r\n\r\nSe decidi di restare, preparati ad allontanarti quando le autorità te lo indicheranno:
\r\n\r\nSe vivi in zona gialla
\r\n\r\nIn questa fase operativa è previsto l’allontanamento della popolazione dalla zona rossa. Il tempo massimo stimato per questa attività è di tre giorni (72 ore). Le operazioni sono coordinate dalle autorità di protezione civile.
\nSe vivi in zona rossa
\n\n
Se vivi in zona gialla
\nPreparati anche tu a un possibile allontanamento temporaneo.
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\r\n\r\nSe vivi in zona rossa
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Se vivi in zona gialla
\r\n\r\nPreparati anche tu a un possibile allontanamento temporaneo.
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\nSe vivi in zona gialla:
\n\n
Tutte le persone della zona rossa hanno trovato autonomamente una sistemazione al di fuori delle zone a rischio o sono state trasferite nelle Regioni o Province autonome gemellate.
\r\n\r\nSe vivi in zona gialla:
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