Rischio nucleare
Dopo l’incidente nella centrale nucleare di Chernobyl del 1986, e la moratoria sull’impiego del nucleare a uso pacifico con il referendum popolare del 1987, l’Italia interrompe l’attività delle proprie centrali ed elabora una prima versione del Piano Nazionale per le emergenze nucleari.
Nonostante la chiusura delle centrali nucleari in Italia, l’attenzione al rischio nucleare resta alta, soprattutto per la presenza di impianti nucleari in territorio estero a meno di 200 km dal confine nazionale. Entro tale distanza sono attualmente attive tredici centrali nucleari di potenza in Francia, Svizzera, Germania e Slovenia.
Il piano nazionale d'emergenza per le emergenze radiologiche, approvato con decreto del Presidente del Consiglio del 19 marzo 2010, individua e disciplina le misure necessarie per fronteggiare gli incidenti che avvengono in impianti nucleari al di fuori del territorio nazionale, tali da richiedere azioni di intervento coordinate a livello nazionale.
News
- 12 settembre 2011 - Incidente nucleare in Francia: il Dipartimento monitora la situazione
In collaborazione con Ispra, Vigili del Fuoco e autorità francesi si verificano i possibili rischi
- 12 settembre 2011 - Esplosione in Francia: riunita l'Unità di Crisi presso il Dipartimento
Attualmente nessun rischio per la popolazione
- 2 aprile 2011 - Terremoto Giappone: rientrato il team italiano
Prosegue dall'Italia il coordinamento tra il Dipartimento e i Ministeri degli Esteri e della Salute
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Normativa
- Dpcm del 23 marzo 2011: dichiarazione dello stato di criticità per gli eventi sismici in Giappone
- Dpcm del 19 marzo 2010: approvazione del piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche
- Dpcm 10 febbraio 2006: linee guida per la pianificazione di emergenza nelle aree portuali interessate dalla presenza di naviglio a propulsione nucleare
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